Capitolo 21

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Lorenzo pov.

-Dunque, al prossimo incrocio dobbiamo girare a sinistra e andare sempre dritto fino all'hotel giusto?-
Chiedo all'orologio da polso illuminato.
-Esattamente, vi ho prenotato l'ultima camera matrimoniale libera-
Mugolo, e do le spalle a Margo, per evitare che noti il mio imbarazzo.
-Non c'era nient'altro libero?- sussurro, facendo attenzione che la ragazza non mi senta.
-O questo, o ti fai tre chilometri a piedi, il prossimo parcheggio libero è molto, molto lontano. Ti ricordo che posso vederti, sei rosso come un pomodoro, sembra che tu non abbia mai dormito con una ragazza in tutta la tua vita.-
-Effettivamente- rispondo quasi solo mimando la parola.
-Novellino... che t'importa? Dormi a terra.-
Riduco gli occhi a due fessure speranzoso che Casadei percepisca il mio disagio.
Ma lui sembra non accorgersene, o per quanto ne so, fa finta di nulla.
Abbasso il polso, non più intenzionato a parlare con lui e rivolgo un sorriso a Margo, che con gli occhi fissi sull'asfalto e una mano in tasca, è intenta a seguire con lo sguardo le linee ordinate che la strada disegna.
-Andiamo?- le chiedo alzando un sopracciglio.
Lei alza lo sguardo verso me e ricambia il sorriso, dopodiché annuisce, il tutto senza pronunciare una parola.
Rimaniamo in silenzio fino all'incrocio, io davanti a indicare la strada, lei dietro a colpire con i piedi le cartacce lasciate a terra.
E questo episodio non fa altro che ricordarmi stamattina.
Ancor prima di Casadei, della polizia e dell'incidente.
Quando avevo ancora un minimo d'interesse per la mia vita, e quando Margo era solo un premio.
Mi fermo all'incrocio, sotto la fioca luce di un lampione trascurato e aspetto che Margo si fermi accanto a me.
-Sei stanca?- le chiedo ironico.
Lei alza un sopracciglio e abbozza un mezzo sorriso agli angoli della bocca.
Ed è in questo momento che il mio desiderio di baciarla si fa più grande.
Lei continua a fissarmi negli occhi, senza batter ciglio.
Deglutisco imbarazzato e volto lo sguardo verso la strada che dobbiamo prendere.
-Dobbiamo avviarci o... -
Ma qualcosa riporta il mio sguardo verso di lei.
Una sua carezza.
Sento un brivido di freddo attraversarmi la schiena.
Lei continua a sorridere, quel sorriso malinconico e sofferto, travolto da decine di ferite.
Vedo il mio riflesso nei suoi occhi.
Vedo un ragazzo dai capelli castani e dagli occhi color cioccolata con un'espressione perplessa in volto.
Lei chiude gli occhi e fa un passo verso di me.
Ora siamo abbastanza vicini da far toccare i nostri nasi, e a separarci l'uno dall'altra sono solo i pochi centimetri che separano le nostre labbra.
Qui, all'angolo della strada, sotto la fioca luce del lampione ci siamo solo io e lei.
Immobili come davanti a un ologramma, come davanti a qualcosa che potrebbe sparire da un momento all'altro.
Poi come se tutto quello che abbiamo passato non fosse mai successo, sussurra appena:
-Ti amo Lorenzo-
Unendo qui pochi centimetri che ci dividevano.
Rimaniamo così per qualche secondo.
Finché qualcosa, forse il vento, o forse solo la coscienza non mi dice di staccarmi.
Lei mi guarda perplessa.
-Scusa- sussurra poi abbassando il capo.
Scuoto appena la testa e faccio scorrere una mano sul suo viso fino ad arrivare al mento, per poi sollevarlo delicatamente verso di me.
-Non ti devi scusare.
È solo colpa mia, forse ho troppa paura.
Paura di sbagliare, di nuovo-
-Ho sentito tutto, stamattina alla fabbrica, e sono davvero disposta a crederti, perché Lorenzo Ostuni io mi sono innamorata di te, non della maschera che usi per piacere agli altri.
Non pensare a ciò che stato, le situazioni vanno risolte.
Si guarda al futuro, al domani.
"Ieri" è solo un lontano ricordo.-
-Forse è questo il mio problema Margo- la interrompo -mi sto aggrappando ai ricordi illudendomi che non sia successo niente, quando invece, sono successe tante cose-
-Mi sei successo tu.- mi interrompe a sua volta.
-E senza questo disastro non avrei mai conosciuto la tua vera faccia.
E probabilmente non avrei mai imparato ad apprezzarti completamente-
Rimango in silenzio.
Lei sorride.
E mi rendo conto che in questo gioco mortale, né io, né Favij canteremo vittoria.
A vincere è solo lei.

-Affronteremo Favij?- le propongo interrogativo.
-Affronteremo Favij- risponde affermativa -E lo faremo insieme-

Double Sided ||Lorenzo Ostuni/FavijDove le storie prendono vita. Scoprilo ora