Capitolo 16

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Favij pov.

-Alzati!- urlo al bambino disteso a terra.
Lui geme impaurito.
-ALZATI TI HO DETTO-
Si posa sui gomiti e mi guarda negli occhi.
-Ho paura signor Favij-
-Alzati e fa quello che ti ho detto, o ti ammazzo davvero-
Si siede lentamente, e posa le mani sulle ginocchia.
-Perché ha bisogno di me?-
-Te lo spiegherò di nuovo.
Lorenzo Casadei è passato dalla parte del mio nemico,
mi serve un assistente,
qualcuno che non colpisca nell'occhio,
ma che mi possa aiutare.-

-Ma io ho solo undici anni, cosa posso fare?-
-Sono arrivato fino a quel cavolo di orfanotrofio per giovani prodigi, avrei potuto levare dalla strada chiunque altro, mio piccolo biondino, e ho preso te.
Ti ho portato qui, ti ho sfamato, ti ho dato una camera, e tutto quello di cui hai bisogno.
Ti ho spiegato le regole che devi rispettare per vivere con me.
E ti ho dato tutte le istruzioni per aiutarmi.
Ora spiegami perché non vuoi.-
Esita impaurito e cerca di evitare il mio sguardo.
Solo dopo cinque minuti si decide a rispondermi.

-Mi hanno detto di non utilizzare l'intelligenza per scopi maligni.-
-Ma noi non siamo cattivi Neal, siamo buoni, stiamo cercando di catturare il cattivo, stiamo facendo del bene capisci?- gli dico porgendogli la mano.
-Capisco... -
-Bravo, e ora alzati.-

Si alza lentamente, fino a raggiungere con la testa il mio petto.
Rimane con lo sguardo basso, rivolto alla bandierina inglese posata ai suoi piedi.
Unico ricordo del suo paese di provenienza.
-Riformulerò la domanda che ti ho fatto precedentemente-
Lui annuisce lentamente.
-Pensi di poter trovare Lorenzo Ostuni?-
Socchiude gli occhi, pensieroso, per poi spalancarli improvvisamente.
-Ha un computer?-
-Girati Neal-
Si fionda sulla poltrona, e accende internet.
Nei seguenti cinque minuti rimane fisso sullo schermo, senza batter ciglio, finché non si ferma su una pagina di Google maps e si gira verso di me.
-I poliziotti sono troppo stupidi per arrivarci, Signor Favij, è inutile cercarlo, verrà lui da lei.-
-Neal per quando arriverà qua, avrà acquistato completa fiducia in se stesso, sarò spacciato.-

Aspetto per qualche secondo una domanda da parte sua.
Una domanda sulla mia vita, o su quello che è successo precedentemente.
Ma lui non sembra voler reagire.
Rimane immobile con gli occhi fissi sui miei.
Occhi così grigi da poterli confondere con la pupilla.
Occhi tristi, inespressivi, o semplicemente pensierosi.
Quando finalmente si decide ad aprir bocca porge solo una domanda, dimostrando la sua superiorità, e confermando le mie aspettative.
-Di cosa ha bisogno?-

-Di farlo spaventare, più lui ha paura più io diventopotente-
Si rigira verso il pc e fa doppio click sull'omino arancione in basso a destra.
Un edificio simile ad uno scantinato abbandonato si materializza sullo schermo.
-Questa è un ex fabbrica sotterranea. È stata abbandonata diverse decine dianni fa'. Il luogo non è per niente confortevole, secondo un calcolo veloce... -
-Quanto tempo ci rimarrà?- chiedo interrompendolo.
-In questa situazione, entro domani andrà via.-
-Neal- dico intimidatorio, avviandomi verso la cucina.
-Trova il modo di riavviare le telecamere della fabbrica, sorveglialo, passaanche tutta la notte davanti al computer se vuoi, non m'interessa, ma devicapire che cosa sta facendo, il prima possibile.
Ho bisogno di raggiungerlo.
Sarò io ad andare da lui.
Mi serve la sua vita,
in alternativa, la tua.-    



















Double Sided ||Lorenzo Ostuni/FavijDove le storie prendono vita. Scoprilo ora