Part three: I can't.

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Part three: I can't.


Guardai il tè fumante nella mia tazza rossa che presi con entrambe le mani per riscaldarmi. La portai all'altezza della bocca per soffiarci sopra e poi berne il contenuto. Alzai gli occhi verso la tv, che stava trasmettendo pubblicità su un film romantico. Ci mettevo sempre una vita per finire di bere il mio tè, ma quel giorno lo terminai quasi subito. Ultimamente ero troppo agitata.

Era passata una settimana da quello strano messaggio, ma non era accaduto ancora nulla, così costatai che era solo uno scherzo di qualche ragazzino, o magari avevano sbagliato numero. Posai la tazza nel lavabo decidendo che l'avrei lavata più tardi, quando sentii suonare il campanello della porta.

Guardai nello spioncino per capire chi fosse, così assottigliai leggermente gli occhi.

"O mio dio." Sussurrai quando mi resi conto chi si trovava dietro la porta:

Harry.

Cosa diamine ci faceva il capellone al mio appartamento, ma soprattutto come faceva a sapere dove abitassi. Decisi categoricamente di non aprirgli e feci per dirigermi silenziosamente in camera mia.

"So che sei lì dentro Nina" Gli sentii dire e per poco non svenni. Perché ogni cosa che gli usciva dalla bocca sembrava una minaccia. Quel tipo era al quanto spaventoso.

Feci finta di niente e non mi mossi per non fare troppo rumore.

"Sento la tv accesa. Aprimi." Continuò a parlare lui.

Sono un'idiota.

In qualche modo sapevo che se non gli avessi aperto io, avrebbe risolto da solo, quindi con molta cautela mi diressi all'ingresso per poi afferrare il pomello e aprire. Quando me lo ritrovai faccia a faccia, o meglio faccia a spalla, non gli diedi il tempo di muoversi o dire qualcosa , perché richiusi la porta con uno strano lamento acuto.

"Non ti farò entrare dentro casa mia. Come fai a sapere che abitavo qui?" Urlai leggermente con voce tremante. Dato che non sentii nessuna reazione o movimento da parte sua, non capii se se ne fosse andato via o meno.

"Vai via!" Strillai comunque.

"Solo se mi offri un caffè." Lo sentii dire comunque. Mi sorpresi per la sua sfacciataggine e anche se una piccola minuscola parte di me voleva accettare, mi imposi di fare di tutto per cacciarlo via.

"Non ho caffè, non lo bevo." Te ne vuoi andare, santo cielo.

"Possiamo andare a prenderlo da qualche parte." Ora gli spacco il naso.

"Poi mi lascerai in pace?" Lo avevo detto per davvero? Ma cosa mi saltava in mente? Non lo sentii rispondere, così presi il giubbotto e le chiavi velocemente. Togliamo via questo dente.

"Paghi tu però." Gli dissi sorpassandolo.

Lo sentii sghignazzare tra se e se, e non capii cosa ci trovava di così divertente dato che i soldi li doveva tirare fuori lui. Alzai lo sguardo al cielo e ascoltai i suoi passi che mi rincorrevano poco dietro di me. In poco tempo mi era già davanti. Sospirai, strizzando gli occhi dicendomi di stare calma.

Infilai la giacca, chiedendomi dove saremmo andati e sperando che fosse vicino al mio appartamento.

"Non te lo posso promettere." Aggrottai le sopracciglia non capendo a cosa si stesse riferendo.

"Cosa?"

"Di lasciarti stare." Trattenni il fiato per qualche secondo, capendo che non me lo sarei tolto dai piedi così facilmente. Rimanemmo in silenzio fino a quando non arrivammo ad un bar non troppo lontano da casa mia.

Necklace Of Hope. ||HSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora