Part nine: visions.

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Part nine: visions.

Riguardai una seconda volta il messaggio. Facevo fatica a tenere gli occhi aperti e cominciai a respirare affannosamente. Osservai il cielo grigio e mi accorsi che la nebbia mi stava avvolgendo in un triste abbraccio, diverso da quello di Harry. Già Harry. Perché mi stava facendo questo? Perché aveva fatto intrecciare le nostre mani dal ferramenta? Ma prima di ogni cosa, perché mi aveva trascinata a prendere dei chiodi con lui? Posai lo sguardo un'altra volta sul telefono e quando rilessi con maggiore attenzione il messaggio, per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.

"Materiale ottenuto; prossima vittima JK 1426 JK"

Materiale ottenuto. In pochi secondi ritornai alla notte in cui avevo ritrovato quella donna sfigurata, attaccata agli armadietti con decine di chiodi. Poco fa Harry aveva comprato dei chiodi. Trattenni il respiro e strinsi gli occhi. Stavo andando davvero troppo oltre con l'immaginazione, ma d'altronde quel messaggio mi era arrivato appena avevo finito di parlare con Harry. Presi coraggio e mi girai. Cominciai a camminare velocemente e cercai con lo sguardo Harry. Dopo qualche secondo lo trovai dall'altro lato della strada. Niente sembrava diverso da come lo avevo lasciato due minuti prima. Lui stava passeggiando svogliatamente con le mani in tasca e ogni tanto si dava una sistemata ai capelli mossi.

Non avevo intenzione di farmi scoprire, così mi nascosi dietro le automobili parcheggiate. Lo seguii per almeno una decina di minuti e non riuscii a capire ne dove stessimo in quel momento, ne tanto meno dove stessimo andando. Si fermò di colpo ad un edificio. Lo osservò per quelli che mi sembrarono ore, per poi entrare mentre si guardava intorno. Sospirai e guardai come una nuvoletta di fumo usciva dalla mia bocca. Valutai frettolosamente se fosse il caso di andargli dietro. Non avevo idea di cosa avrei trovato una volta lì dentro, ma dovevo avere una volta per tutte una risposta.

Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi diressi verso l'edificio. Quando mi avvicinai mi resi conto che quel piccolo palazzo a due piani era una scuola di ballo. Mi affrettai a raggiungere il portone e salii le scale una dopo l'altra. Facevo volare gli occhi ovunque, in cerca di Harry. Quando arrivai al secondo piano notai che la porta vicino all'ascensore era stata lasciata aperta da qualcuno, e la mia mente non ci mise tanto a capire chi lo avesse fatto.

Tutto questo andava oltre ogni mia certezza, oltre ogni forma di pensiero che fosse minimamente vicino al normale. Tutte le cose in cui io credevo si stavano ribaltando e non potevo pensare che Harry fosse capace di fare azioni del genere. Era completamente fuori discussione.

Forse la pazza ero io. Forse stavo fraintendendo tutto e lui era venuto qui per una lezione di danza classica o di Hip Hop. Andai avanti e feci cadere gli occhi nello spiraglio della porta. Sopra di essa c'era attaccato un foglietto con scritto "Chiuso per lutto".

Mi imposi di rimanere calma. Non vidi momentaneamente nessuno, quindi poggiai la mano sul legno e la mossi leggermente, cercando di non fare rumore. Con passo felpato curiosai in giro. Attraversai un corridoio stretto. I muri erano tappezzati di foto e di medaglie, mentre alla fine di esso c'era una vetrinetta con qualche trofeo. Mi avvicinai ad essa e incominciai a guardarli, ma un botto frastornante echeggiò nell'aria. Sussultai e indietreggiai dalla vetrina. Raggiunsi la fine del corridoio e arrivai in una grossa sala da ballo, completamente bianca. C'erano molti specchi e una asta di legno contornava il perimetro della stanza.

Sarebbe stata una sala da ballo come le altre se non fosse per il lampadario caduto a terra, proprio nel centro del locale. Sapevo che me ne sarei dovuta assolutamente andare ma dovevo capire a fondo tutta questa faccenda, quindi mi diressi verso la lumiera di cristallo. C'erano migliaia di schegge a terra e quello che sembrava... sangue? Cominciai a tremare visibilmente e quando mi avvicinai ancora di più notai un braccio sbucare da sotto il lampadario, infilzato da tanti minuscoli pezzettini di cristallo. Mi abbassai e mi accorsi che quello che ai miei occhi sembrava sangue lo era per davvero. Alzai di scatto lo sguardo che mi cadde immediatamente sul muro di fronte a me. Un conato di vomito mi salii in gola quando realizzai cosa c'era sopra. Cominciai a gattonare instabilmente e una volta arrivata al muro bianco candido, appoggiai la mano su di esso ed ebbi la certezza di ciò che era stato scritto lì sopra con dei chiodi:

- Jackie Kalb. 14:26 -

Non ne capii il significato, anche perché ad attirare la mia attenzione era la frase sotto di essa, scritta con un pennarello rosso scuro.

La prossima sarai tu.

Sentii le lacrime riempire i miei occhi, bagnare le ciglia e scivolare rovinosamente sulle miei guance come una straziante danza. Mi accorsi che stavo piangendo dopo tanto tempo nella mia vita. Presi il telefono dalla tasca e chiamai l'unica persona che in quel momento poteva darmi una spiegazione, anzi doveva darmela.

"Nina?"

"Harry, Dio ti prego devi venire assolutamente qui." Lo implorai, anche se tecnicamente lui doveva essere già qui. Io lo avevo visto entrare dentro questo edificio, ma non uscire. Dovevo sapere cosa stava accadendo.

"Ma stai piangendo?" Chiese quasi sorpreso, mentre io quasi non singhiozzavo.

"Harry vieni alla scuola di ballo vicino casa tua." Lui attaccò senza chiedere maggiori informazioni, proprio quando sentii l'ennesimo conato di vomito salirmi su per la gola. Respiravo faticosamente e avevo la testa che mi faceva male. Cercai di alzarmi facendo peso sulle caviglie e una volta riuscitaci cercai di allontanarmi il più possibile da quel muro. Dopo qualche passo sentii un rumore sordo alle mie spalle, così mi voltai con talmente tanta fretta che feci cadere la mia borsa. Il muro era totalmente normale. Non c'erano più le scritte su di esso. Stavo diventando letteralmente una psicopatica.

"Nina cosa succede?" La voce di Harry rimbombò nella sala e quando puntò i suoi occhi nei miei io mi accorsi a pulire le miei guance dalle lacrime repentine che non volevano smettere di scendere.

"C'è qualcuno sotto quel lampadario e lì c'era scritto un nome e dei numeri e poi..." Cominciai a farfugliare parole una dietro l'altra agitando le mani furiosamente, ma Harry mi interruppe.

"Ei ei ei, tranquilla Nina lì non c'è niente." Disse indicando il muro.

"Ti giuro che c'era... io l'ho visto qualcuno ha scritto che io sarei stata la prossima e ho talmente tanta paura da..."

"Nina, stai vaneggiando e poi come sei finita qui?"

"Finiscila di interrompermi! E non fare il finto tonto. Io sono qui perché ti ho seguito! Ti ho visto salire qui sopra , ma non ti ho mai visto uscire. Ricevo minacce di morte che poi magicamente spariscono. Se è uno dei tuoi stupidi giochetti, non è affatto divertente! Io so che tu centri qualcosa ma non vuoi dirmi cosa diamine sta accadendo!" Piangevo ancora, ma più che lacrime di paura quelle erano diventate lacrime di pura rabbia.

"Sei per caso impazzita?" Chiese avvicinandosi a me mentre si mordicchiava il labbro rossastro. I suoi occhi cercavano i miei, ma io avevo il terrore che se li avessi incontrati avrei perso tuta la determinazione che avevo accumulato mentre lo stavo aspettando.

"No no no, quello matto qui sei tu, io ti ho visto. Quelli erano i chiodi che tu hai rubato, tu sei quello ch-" Non feci in tempo a finire la frase che sentii le labbra di Harry impossessarsi delle mie.

Spalancai gli occhi e lascai cadere le miei braccia ai lati dei fianchi. Avevo sempre pensato che i baci rubati erano quelli che preferivo, ma questo era decisamente troppo inaspettato. Anche se in quel momento baciarmi, sembrava essere la cosa più sbagliata al mondo, mi sentivo letteralmente in paradiso, nel posto giusto. Desideravo che continuasse per un tempo infinito di ore, minuti ,secondi. Mi aveva in pugno, completamente.

La sua bocca era pressata sulla mia, mentre i suoi occhi erano chiusi. Portò le mani sul mio busto e mi avvicino a se. A quel punto lo allontanai dal mio corpo come avevo fatto poco prima quando mi aveva abbracciato. Tirai su con il naso e abbassai lo sguardo.

"Perché lo hai fatto?" Gli domandai con la voce spezzata. Stava in piedi con la schiena leggermente curva, le spalle rilassate e gli occhi semi aperti.

"Chiama il 911 con il telefono della scuola, poi ce ne andiamo." Non ebbi tempo di ribattere che continuò a parlare.

"Ah, e oggi rimani a dormire a casa mia, non voglio che ti succeda qualcos'altro."

ABBELLI

Ho aggiornato in due giorni quindi amatemi. Ve gusta il capitolo?
OH e andate a leggere la storia di questa pela pimpa emmabersellii1d

Commentate e lasciate una stellina gnaw

Necklace Of Hope. ||HSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora