Part six: the net.
Lo guardai sbigottita.
"Sei tu quello che si è presentato come se nulla fosse a casa mia, ritenendo di avere qualcosa di importante da dirmi." Gli ricordai avvicinandomi e sedendomi vicino a lui, sul confortevole divano grigio.
Harry si girò verso di me, e mi sorrise.
"Hai ragione. Ripensandoci non era poi così importante." Sorrise distendendo le gambe.
"Quindi? Perché sei venuto qui?" Domandai per quella che mi sembrò la milionesima volta. Si sistemò i capelli per poi alzare lo sguardo e inchiodare i miei occhi color giada nei suoi due smeraldi. Una combinazione perfetta, pensai.
"Non lo so, mi andava e l'ho fatto." Cominciò a dire. "Volevo stare con te" Disse infine.
Rimasi a bocca aperta, totalmente incredula e stupita dalle sue parole.
Lo aveva detto davvero? Voleva davvero passare del tempo con me? Ero sorpresa. Nessuno prima di lui era venuto di sua spontanea volontà perché voleva stare con me. Tranne Dylan ovviamente.
Era strano essere cercata e non cercare, come di solito mi accadeva.
Harry era lì che mi fissava, senza dire nulla, mentre io guardavo le mie unghie mangiucchiate a causa del nervosismo. Non lo stavo guardando, ma ero quasi sicura che stesse sorridendo. Era talmente strano quel ragazzo.
Harry si alzò velocemente dal divanetto e si tolse la giacca con poca delicatezza incastrando il gomito dentro la manica. Mi affrettai a raggiungerlo, e lo aiutai a togliersela del tutto. Scuotendo la testa, mi diressi verso l'appendiabiti vicino la porta.
"Fa caldo qui dentro." Disse sistemandosi la maglietta. In affetti era diventato tutto rosso e non si stava un attimo fermo. A quella visione scoppiai a ridere.
"Sei così buffo" Dissi coprendomi la faccia con una mano, per non fargli notare che stavo ridendo per lui. Gli sentii fare una finta risata, mentre si risedeva, o meglio, appollaiava sul divano.
"Guarda che nemmeno tu sei un granché."
Disse riferendosi al mio abbigliamento. Avevo legato i capelli in una coda alta e indossavo una felpa sopra la maglietta a maniche corte che usavo come pigiama e dei pantaloni sportivi. Ero decisamente impresentabile.
"Sei davvero sexy vestita da palla." Aggiunse.
Che cosa imbarazzante.
"Non sapevo che saresti venuto." Mi lamentai mentre mi dirigevo in cucina.
"A quindi se lo avessi saputo prima, ti saresti fatta bella per me?" Chiese con un tono di voce sicuro e divertito allo stesso tempo. Era totalmente sfacciato.
"Non ho detto questo. Dovresti imparare ad ascoltare" Lo stuzzicai con un sorriso beffardo stampato sul volto. Mi accorsi che mi stava seguendo.
"Diventa difficile, se bisogna ascoltare una persona che parla dannatamente troppo." Era un impresa trattenere una conversazione con lui.
"Sei impossibile." Costatai, certa che lui non avrebbe risposto.
Una volta in cucina, aprii la dispensa per prendere delle bustine di tè. Avevo una strana dipendenza per il tè. Presi dell'acqua e la versai in un pentolino che poi adagiai sui fornelli.
"Vuoi?" Dissi indicando l'infuso con un dito. Mi girai verso Harry e lo trovai appoggiato allo stipite della porta. Annuì e si avvicinò verso di me e prese due tazze dalla dispensa che avevo lasciato aperta. Versai il tè caldo in esse e ne porsi una ad Harry. Senza spostare lo sguardo dalla mia figura, l'afferrò e la portò alla bocca. Mentre il vapore gli oscurava la vista, lui continuava ad osservarmi. Presi il mio infuso e mi diressi nuovamente nel soggiorno.
Poco dopo ci ritrovammo nel totale silenzio. Gli occhi di Harry vagavano per la stanza, mentre i miei erano fermi su di lui.
"Che vuoi fare?" Si sistemò i capelli, per poi alzarsi dal divano e spegnere la luce. Lo guardai confusa mentre si tolse gli stivaletti e si sdraiò. Poggiò la sua testa sulle mie gambe e prese una mia mano per poi portarla nei suoi ricci, incominciando a fare movimenti circolari. Dopo qualche minuto lasciò la mia mano, facendomi fare da sola quei grattini che sembravano piacergli tanto. Notai i suoi piedi uscire dal divano, e non potetti trattenere un sorriso.
"Stenditi." Disse. Spalancai gli occhi alle sue parole.
Aveva un effetto dannatamente anormale su di me, solo un'ora prima ero terrorizzata, con i ricordi della donna torturata impressi nella mia mente, mentre in quel momento Harry mi aveva fatto dimenticare completamente cosa fosse successo.
"Cosa?" Chiesi, togliendo la mano dai suoi capelli castani.
"Sdraiati accanto a me" Alzò gli occhi e il mento per guardarmi meglio e in pochi secondi aveva alzato il busto attento a non sbattere la testa sulla mia. Mi prese le spalle e mi stese delicatamente vicino a lui, senza mai distaccare i suoi due smeraldi dai miei occhi.
"Perché lo stai facendo?" Tentai di chiedere.
"Perché tu non mi stai fermando?" Mi provocò, stendendosi vicino a me. La mia schiena ora era contro il petto di Harry. Mi scansò la coda di lato e mi lasciò un fugace bacio umido sul retro del collo. Poi un altro, e un altro ancora, quando capii che stava percorrendo l'inizio della spina dorsale. Mi staccai improvvisamente da lui, e mi alzai dal divano, non capendo perché stesse facendo tutta quella scenetta ridicola.
"Credo che tu ora debba andare." Dissi balbettando con voce bassa.
"No, non devo." Harry abbracciò il cuscino sotto la sua testa e chiuse gli occhi.
"Hai davvero intenzione di dormire sul mio divano?" Chiesi alzando leggermente le braccia. L'espressione dipinta sul mio volto mostrava stupore.
"Mmh mmh" Mugugnò per farmi capire che non si sarebbe alzato da lì, se non dopo essersi riposato.
"Avrei preferito farlo con te, ma credo che mi accontenterò." Continuò mentre si poggiava di lato.
"Non ci voglio credere." Dissi andando a prendere un libro da leggere. Mi sedetti a terra e poggiai la schiena sul divano. Girai la testa e alzai lo sguardo verso Harry, costatando che si era già addormentato.
I miei occhi cominciarono a volare da una parola all'altra, non facendo caso al tempo che passava, come sabbia tra le mani.
Pov Harry.
Mi svegliai di soprassalto e mi accorsi che avevo il respiro pesante. Ero stordito, ma in pochi attimi vidi Nina che dormiva ai piedi del divano. Era così tranquilla e immersa nel sonno che non mi permisi di svegliarla. Anche perché ero più che sicuro che non dormiva da parecchio tempo.
Erano le cinque del pomeriggio e assodai che avevo passato quasi tutta la giornata con lei.
Sospirai e mi stropicciai gli occhi.
Non potevo avvicinarmi così tanto a lei, non dovevo.
Quindi decisi di andarmene.
Scesi le scale velocemente e mi portai gli occhiali da sole sulla testa a mo di cerchietto. Mi sentii sovrastare da un ansia caotica e surreale, chiedendomi perché avessi passato così tanto tempo con lei. Non mi era stato permesso.
Dovevo fare esattamente tutto quello che mi dicevano.
Dovevo obbedire e non fare di testa mia.
Lei doveva cadere.
Anche se ero morto ogni giorno aspettandola.
ABBELLI
Mi sento malefica a scrivere questi capitoli ridoh
Ma voi dovete amarmi the same... spero non ci siano errori (dato che l'ho scritto al telefono)
Domanda: come vi chiamate??
Lasciate un commento e una stellina :)
[I tuoi commenti @Narrryy mi fanno morire]Al prossimo capitolo gnaw
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Necklace Of Hope. ||HS
FanfictionIl Nacklace pub è un famoso nightclub di Londra. I clienti sanno che se entreranno in quel locale ne usciranno soddisfatti. E sono proprio le "ballerine" a regalare ad essi un grande piacere. Perché Nacklece? Beh è abbastanza semplice: queste "balla...