Part four: time of death

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Part four: time of death

Assottigliai gli occhi, quando lo sentii pronunciare quelle parole.

"Cosa?" Chiesi mettendo le mani in tasca, torturandomi le dita per l'agitazione. Harry portò una mano ai capelli sistemandoli da un lato. Poi si guardò le unghie e notai che erano leggermente sporche di smalto blu notte. Aggrottai le sopracciglia e trattenni un sorriso, aggiungendo lo smalto, alla lunga lista delle cose bizzarre riguardanti il riccio.

Capii che Harry non aveva intenzione di dire niente, tanto meno di rispondere ad una delle mie tante domande, così cominciai a parlare.

"Harry, io non ti conosco e tu non conosci me. Non capisco perché ti ostini a buttare soldi su cose che non ti riguardano; so a malapena il tuo nome e tu ti presenti a casa mia. Dimmi cosa vuoi, o togliti di mezzo." Dissi con disprezzo verso i suoi confronti.

Lui si allontanò leggermente dal mio corpo, e solo in quel momento percepii il freddo, che come milioni di spine, mi avvolse in un pungente e gelido abbraccio.

"Hai la pelle d'oca." Disse facendo un cenno con la testa, come per indicare le mie braccia lasciate scoperte dal gomito in giù. Questo ragazzo aveva decisamente qualcosa che non andava. Insomma, io gli strillavo contro e lui pensava alla mia dannatissima pelle d'oca.

"Fai sul serio?" Chiesi aprendo leggermente la bocca e inarcando le sopracciglia. Lui alzò le spalle quasi disinteressato. Si toccò la manica destra del giacchetto e lo bloccai prima che dicesse o facesse qualsiasi cosa.

"Non ti azzardare a darmi la tua giacca."

"Non ne avevo nessuna intenzione."

Oh.

Ci rimasi leggermente male. Diciamo molto male.

Di solito funzionava così: i due litigano, lei ha freddo e lui per farsi perdonare le dona la sua giacca.

Ho letto davvero troppo libri. Sono un'idiota patentata.

"Bene." Dissi io. "Vedo che non hai nulla da dire."

"Già." Scossi la testa sbuffando sonoramente.

Sentii una gocciolina d'acqua bagnarmi il naso ed istintivamente guardai il cielo pieno di nuvole nerastre. Capii che da lì a poco sarebbe venuto a piovere e che se non volevo bagnarmi mi dovevo sbrigare.

"Devo proprio andare." Pronunciai infine.

"Stai attenta." Disse Harry in un sospiro rauco, mentre io non capii per l'ennesima volta a cosa si stesse riferendo.

Lo sorpassai velocemente sotto i suoi occhi disarmanti, che osservavano ogni mio movimento. Sperai davvero di non doverlo incontrare più, cosa molto difficile dato che sapeva dove lavoravo.

E dove abitavo.

E il mio numero di telefono.

Perfetto.

Percepii i suoi occhi su di me, fino a che non svoltai l'angolo e sentii di nuovo freddo.

***

Era venerdì e avevo appena finito il mio turno al Necklace Pub. Non vedevo Harry da quasi due giorni e non c'era traccia di lui nemmeno al locale. Non si fece vivo in nessun modo, e mi chiesi perché avesse voluto così tanto i miei dati personali, se poi non aveva intenzione di contattarmi, sparendo come se non fosse mai entrato nella mia vita.

In qualche modo mi infastidiva, e non poco.

Ero l'ultima ragazza che era rimasta a cambiarsi nel camerino, e la radio giallognola sul ripiano vicino a me, trasmetteva una canzone che non avevo mai sentito prima.

Necklace Of Hope. ||HSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora