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Part twelve: promise.
Mi guardo in giro confusa, ma non riesco a capire dove sono. Ho il sole davanti agli occhi che mi infastidisce. Dinanzi a me c'è una grande fontana bianca. Mi avvicino quanto basta per rendermi conto che è vuota. Al suo interno non c'è nemmeno una goccia d'acqua.
Poggio le mani sul bordo della fontana e osservo il marmo lucido sul fondo. Non so quanto tempo passo a fissare quel punto, ma dopo un po' vedo qualcosa cadere nella fontana. Assottiglio gli occhi per capire di cosa si tratta e quando vedo un chiodo poggiato sulla superficie marmorea, per poco non svengo.
Subito dopo la fontana viene risucchiata da un fumo nero. Spalanco gli occhi, non riuscendo a capire cosa sta succedendo. Inizio a respirare faticosamente e non riesco a muovermi. Il fumo diminuisce lentamente, lasciando nuvolette scure qua e là e presto mi rendo conto che queste nuvolette sono delle lettere. Mi allontano per leggere tutta la frase. Sento il sudore freddo colarmi sulla fronte e la pelle d'oca formarsi sulla pelle della braccia scoperte.
Alzo gli occhi e rabbrividisco ancora una volta.
"Gira lo sguardo."
Ho paura. Non so cosa fare. I muscoli intorpiditi mi fanno male, ma io non sento niente. Mi giro con movimenti lenti, non sicura di star facendo la cosa giusta. Respiro e l'anidride carbonica esce dalla mia bocca e si trasforma in vapore a causa del freddo. Sento le palpebre tremare. Spalanco per l'ennesima volta gli occhi quando vedo Harry dietro di me. È strano, perché ha la testa girata verso sinistra e non riesco a capire se è davvero lui o se mi sono immaginata tutto. Continuo ad osservarlo ma lui non accenna a muoversi, così rigiro la testa verso la frase inquietante, ma è sparita. Confusa, mi volto nuovamente verso quello che credo sia Harry, ma me lo ritrovo a un palmo di mano dal viso. Dalle mie labbra esce un grido stridulo e non so perché, ma inizio a piangere. È come se fossi controllata da qualcuno, che mi ordina silenziosamente di compiere certe azioni.
Harry mi afferra in modo aggressivo il braccio e comincia a punzecchiarlo con qualcosa. Non ci metto tanto a capire di cosa si tratta, ma spero di essere in torto. Sento la pelle essere trafitta ripetutamente da qualcosa di piccolo, sempre nello stesso punto. Immediatamente mi ricordo di quando ero a scuola e ho fatto quella ricerca sulle torture antiche cinesi, e di come una mi aveva particolarmente colpita: la tortura della goccia d'acqua.
Secondo le dicerie, sarebbe un metodo di tortura che consiste nell'immobilizzare la persona sotto tortura e fargli cadere sulla fronte, sempre nello stesso punto, una goccia d'acqua ad intervalli regolari. Dopo molto questo porta alla follia e infine alla morte poiché la goccia fora il cranio del malcapitato.
Ero rimasta così impressionata da questa tortura, da sognarla la notte. Era un pensiero così malato. Come poteva una goccia d'acqua, elemento di sopravvivenza per noi umani, provocare così tanti danni psicofisici a qualcuno. Mi resi conto che era una metafora. Che Harry mi stava salvando, ma nello stesso tempo mi stava portando alla morte.
Lui è vicino a me, che continua a infilarmi quel chiodo ripetutamente nel braccio. Ha lo sguardo assente e io cerco di scappare, ma non riesco a muovermi. Le lacrime arrivano alla mia bocca, e sono costretta a berle. Non sono cosciente di quello che sto facendo, e non lo è nemmeno Harry. Pensai.
Lui mi guarda un secondo e poi dice qualcosa che mi uccide.
"Dovresti davvero stare più attenta Nina." Mi sorride e continua con la sua opera da psicopatici.
Mi sentii mancare l'aria quando mi svegliai. La luce fioca della luna mi illuminava e io spostai gli occhi sul braccio. Non notai niente di strano, così capii che avevo avuto un brutto incubo. Ero pallida, come se avessi addosso la malaria e tremavo come una foglia che cade in autunno. Quel sogno mi aveva destabilizzata. Era come se qualcuno stesse giocando con le bambole, ed io ero una di esse. Non mi piaceva affatto essere controllata da qualcuno, era una cosa che non sopportavo. I capelli color bronzo mi slittarono davanti agli occhi e con un gesto infastidito li portai dietro alle spalle.
Mi alzai dal letto di casa di Harry con uno scatto veloce, facendo cadere a terra la coperta pesante che mi aveva dato gentilmente prima di andare a dormire e mi affrettai a scendere dal piano di sotto per prendere qualcosa da bere. Controllai l'orologio e mi resi conto che tra poco ci sarebbe stata l'alba. Afferrai il giacchetto e indossai la sciarpa nera di cotone e il mio cappellino di lana dello stesso colore. Misi nella borsa il cellulare e le chiavi e uscii di casa.
Non avevo intenzione di andare da nessuna parte ma ero sicura che non sarei riuscita a riprendere sonno, così decisi di osservare il sole sorgere. Una volta uscita, una folata di vento mi invase il corpo scompigliandomi i capelli. Il naso mi divenne immediatamente rosso e le labbra incominciarono subito a screpolarsi diventando ancora più scarlatte di quanto già non fossero.
La mente era piena di pensieri, e la maggior parte erano riservati ad Harry. La sera prima, quando ero entrata in doccia le sue parole mi avevano scombussolata del tutto, così mi ero rivestita in fretta e gli avevo detto di dimenticarsi di tutta quella giornata. Avevo un mal di test atroce quando andai a dormire e questo maledetto sogno mi aveva riempito di domande.
Perché avevo sognato Harry che mi faceva del male? Era strano ammetterlo, ma io avevo ancora paura di lui. Tutto ciò che mi era successo, mi aveva portato a pensare che Harry c'entrasse qualcosa. Non poteva essere un caso che lui fosse presente quasi ogni volta che mi accadeva qualcosa. E in più, io ero sicura che fosse entrato in quella scuola di ballo il giorno prima. Cavolo era tutto successo un giorno prima, sembravano passati secoli.
Mi strinsi nel giaccone, quando sentii la porta dietro di me aprirsi e richiudersi dopo poco. Non mi voltai. Era strano, ma non ero pronta per rivedere il volto di Harry. Non capii perché a quest'ora fosse già in piedi. Forse aveva avuto un brutto sogno anche lui, o forse doveva andare da qualche parte a fare chissà cosa. Okay, stavo diventando leggermente paranoica.
"Mi hai fatto preoccupare Nina." Costatò lui toccandomi la spalla. Io mi allontanai subito, andandomi a sedere sugli scalini davanti al portico della casa ricoperta dalla nebbia. Pensai che quel mattino non avrei visto l'alba.
"E come mai?" Chiesi, anche se sapevo già la risposta.
"Pensavo te ne fossi andata un'altra volta."
"Mi dispiace dirti che quello che se ne è andato mentre dormivo sei stato tu." Dissi, rinfacciandogli di quando era venuto improvvisamente a casa mia dicendo che voleva dormire con me e dandomi della "palla sexy", dati i vestiti che portavo. Sorrisi involontariamente, per poi osservare Harry sedersi vicino a me. Rabbrividii.
"C'è qualcosa che non va?" Lo sentii sospirare e poggiò la mano sulla mia coscia. Io spostai la gamba. Chiusi gli occhi e immediatamente, mi ricordai dell'incubo fatto poco prima.
"Harry, mi devi giurare che non c'entri niente con tutto quello che mi sta accadendo." Richiesi disperatamente. Lo vidi spostarsi i lunghi ricci di lato e tirò su con il naso.
"Perché me lo chiedi?" Non risposi. "Non ti fidi di me?" Catturò i miei occhi con i suoi, e ancora una volta mi sorpresi di quanto fossero belli.
"No, non è quello." Sì che lo è. "Ma voglio esserne sicura. Ti prego, guardami negli occhi e dimmi che non hai niente a che vedere con tutta questa folle storia." Piagnucolai e dopo qualche secondo mi rispose.
"Ti giuro che non c'entro nulla. Non ti farei mai del male." Si avvicinò a me e mi regalò un bacio umido vicino alla mascella. "Mai."
E mi avvolse tra le sue braccia. Quel ragazzo mi mandava il cervello in fumo.
ABBELLI.
Lo so e da un po' che non aggiorno, ma ero troppo occupata a riempire il mio povero stomaco di cibo. QUALSIASI CIBO. Ho paura che da un momento all'altro scoppierò.
COMUNQUE
Ve gusta il capitolo? Oh e ancora grazie per i commenti e i voti. Non sapete quanto mi fate felice aw. Quindi commentate rifiuti umani (sapete che vi amoh). SMACK
Al prossimo capitolo c:
[È normale se non ci state capendo un cazzo lol]
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Necklace Of Hope. ||HS
FanfictionIl Nacklace pub è un famoso nightclub di Londra. I clienti sanno che se entreranno in quel locale ne usciranno soddisfatti. E sono proprio le "ballerine" a regalare ad essi un grande piacere. Perché Nacklece? Beh è abbastanza semplice: queste "balla...