Continuo a 30 commenti e 30 stelline
Part eleven: sorry.
"Che ne dici di questo?" Mi chiese Harry poggiando il dito sul giornale. Alzai lo sguardo verso di lui e serrai le labbra.
"Contorsionista al circo? Mi prendi in giro?" Domandai incrociando le braccia sul tavolo.
"Affatto." Disse toccandomi la mano. Cominciò a muovere lentamente le dita sulla mia pelle, provocandomi una leggera pelle d'oca. Ero convinta che lui neanche ci stesse facendo attenzione.
"Mi cucini qualcosa?" Mi chiese guardando l'orologio.
"Non ho fame. E non sono tua madre." Risposi togliendo il braccio dal suo tocco. Lo vidi sorridere al mio gesto.
"Fallo solo per me." Sussurrò baciandomi la guancia. Io mi alzai di scatto spostando la sedia con un rumore assordante.
"Perché oggi ti stati comportando così?" Osservai come distese le gambe sotto il tavolo e come portò le mani sopra le cosce.
"Così come?" Si mise in piedi e si diresse verso la porta del bagno.
"Così dolcemente con me. Mi tratti come una bambina." Affermai mentre Harry entrava in bagno.
"Ho pensato che dopo tutto quello che ti è successo avessi bisogno di un po' di dolcezza." Non potevo credere a ció che avevo sentito. Fissò i suoi occhi nei miei e fece per chiudere la porta, ma io lo bloccai.
"Credo che tu abbia ragione" Ammisi a me stessa che Harry mi aveva davvero aiutato.
"Quindi se ora ti baciassi, non scapperesti?" Rimanemmo in silenzio a fissarci per quella che mi sembrò una eternità. Aspettai che facesse qualcosa, che si muovesse e che poggiasse le sue labbra sulle mie. Abbassai lo sguardo e a quel gesto lui sospirò. Contro ogni mia aspettativa, Harry afferró la maniglia e chiuse la porta, avvisandomi a bassa voce che si sarebbe fatto una doccia.
Poggiai la schiena alla porta e sbuffai chiudendo gli occhi. Sapevo che io e lui non eravamo niente, ma cavolo, quando mi sorrideva non capivo più nulla. Mi chiesi come avrei fatto ad andare avanti, se davanti a me avevo solo la prospettiva della tristezza e Harry, colui che stava giocando irreparabilmente con ciò che provavo, con i miei sentimenti. Sentii il rumore dell'acqua scrosciare, e immediatamente immaginai come le centinaia di goccioline d'acqua stessero bagnando il corpo di Harry, tracciandolo disordinatamente e velocemente in ogni parte della sua pelle e della sua intimità. Dovevo decisamente mettere un freno alla mia immaginazione.
Solo quando sentii il telefono squillare, mi stacchai dalla porta del bagno. Lo afferrai e con una strana felicità notai che non era nessun numero privato o cose simili, ma era semplicememte Dylan.
"Dylan" Sussurrai, cercando di non far notare troppo il mio entusiasmo.
"Dove diamine sei?" Sentii la sua voce alta essere sovrastata dal rumore di quella che sembrava la metropolitana.
"Io... io sto da un amico. Perché?" Sì da un amico.
"Perché oggi ti avevano convocato alla centrale di polizia e tu non sei andata. Dio, ma cosa diavolo hai per la testa Nina?" Strillò, e sentir dire quelle parole in quel modo mi fece mancare l'aria.
In poco tempo ricordai di come avevo chiesto a Dylan di accompagnarmi dalla polizia, per l'ennesimo interrogatorio. Non riuscivo a spiegarmi perché continuavano a torturare la mia memoria, facendomi ricordare cose che avrei voluto cancellare con tutta me stessa. Forse sapevano che non gli avevo detto tutta la verità.
"Mi sono completamente dimenticata. È che non ce la faccio più. Vorrei solo dimenticare tutta questa faccenda e andare avanti come se nulla fosse."
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Necklace Of Hope. ||HS
FanfictionIl Nacklace pub è un famoso nightclub di Londra. I clienti sanno che se entreranno in quel locale ne usciranno soddisfatti. E sono proprio le "ballerine" a regalare ad essi un grande piacere. Perché Nacklece? Beh è abbastanza semplice: queste "balla...