Capitolo 6

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POV MORGANA

Aprire gli occhi si rivelò un'impresa difficile. Erano impastati e doloranti, come se avessi pianto per ore. Dopo svariati tentativi riuscii ad aprirli e ciò che vidi non fu la mia camera. Era la stanza di Sabìn, ed ero stesa nel suo letto. Lui non c'era, ma le coperte morbide e ricordai cos'era successo la sera prima. Lui mi aveva ferita, visibilmente messo in uno stato di profondo disagio e io avevo reagito come se mi avesse fottuto il gatto. Non volevo perdere il controllo in quel modo, e sicuramente lo avevo fatto soffrire con quelle parole, e quando me ne resi conto avevo paura che fosse stato troppo tardi. Ero scappata fino ad arrivare su un'altura affacciata su una foresta. Li avevo sbollito la mia rabbia e poi avevo pianto per ore. Quando mi ero decisa a tornare non sapevo cosa avrei fatto, se Sabín mi avesse voluto ancora, se mi avesse guardato ancora con quella scintilla maliziosa negli occhi azzurri e, soprattutto, se mi avesse ancora sorriso. Ero entrata nella mia camera stanca morta, intenzionata a seppellirmi sotto le coperte per non uscirne più. Ma non lo feci, perché lui era lì. In camera. Ad aspettarmi. E in quei suoi occhi si era accesa una luce di sollievo scacciando l'apprensione, con un sospiro di sollievo aveva rilassato le spalle e tutto il suo corpo. Non mi ero ancora capacitata del fatto che non mi avesse mollata, e invece mi aveva addirittura portato in camera sua e mi aveva messo un pigiama comodo e mi aveva abbracciata mentre piangevo stringendolo come una bambina fa con il suo pupazzo. Mi aveva detto che mi amava. Con un sorriso timido mi rannicchiai sotto alle numerose coperte, tirandole su fin sopra al naso. La porta si aprì e Sabín entrò, bagnato come un pulcino e una scatola in mano. Mi misi seduta e lo guardai perplessa. Lui chiuse la porta a chiave e si girò verso di me. Mi sorrise raggiante e io ricambiai con un sorriso più timido "penso che dopo una così bella dormita la colazione debba essere fantastica, così sono andato a prendere la colazione in quel meraviglioso bar dall'altra parte del campus" lo guardai attraversare la stanza e posare la scatola sul tavolino, poi decisi che era ora di parlare per non sembrare una cretina totale "sei fradicio" mi regalò un sorriso smagliante e aprì la scatola. Un dolce profumo di waffell e di cappuccino mi stimolarono lo stomaco. Mi alzai e andai verso di lui, gli slacciai la giacca di pelle e la tirai giù dalle spalle, gli levai anche la maglia e presi un asciugamano e cominciai a tamponargli i capelli folti. Mi lasciò fare docile, spiandomi ogni tanto con i suoi occhi azzurri. "Metti il pigiama che si fa colazione con quello e datti un'asciugata o rischi di ammalarti" commentai andando verso la scatola profumata. Lo sentii ridacchiare e sentii anche la zip dei jeans che scendeva. Il sangue mi ribolliva come se fosse stato esposto ai raggi solari a un metro di distanza. Mi infilai in bocca un waffell con il cioccolato e mi concentrai sulla masticazione e sull'ingoiare senza strozzarmi. "Puoi girarti, non sono nudo lo giuro". Non so perché mi fidai, probabilmente una disfunzione cerebrale passeggera oppure un verme solitario si era annidano abusivamente nel mio cervello ma sta di fatto che mi girai. E quel che vidi mi fece pensare che Spirit il cavallo si fosse addestrato nel mio stomaco scambiandolo per una campagna verdeggiante. Sabín ridacchiò. Probabilmente ero rossa come un camion dei pompieri, ma per la miseria...era nudo! Nudo nel vero senso della parola. Perfino Jensen Ackles avrebbe provato invidia guardandolo. Era semplicemente perfetto. Le spalle larghe, i pettorali definiti, gli addominali così ben scolpiti con i muscoli dei fianchi che formavano quella meravigliosa V e...be', anche il resto era meraviglioso. Da sotto l'ombelico partiva una sottile striscia di peli scuri che, per i miei occhi, funzionò come una via di accesso. Strabuzzai gli occhi quando vidi che era duro. Eretto in modo meraviglioso. Deglutii e cercai di prendere un respiro profondo. Il sorrisetto che aleggiava sulle sue labbra mi stizzì leggermente, ma poi parlò, e lo fece come se stessimo conversando davanti ad un caffè "sai, presto accadrà una cosa tra noi due, succede solo alle coppie basta che uno dei due sia un Lycan e..." alzai una mano lui si fermò "perché sei nudo?" chiesi con voce un po' incerta e lui fece spallucce "allora, quando un Lycan trova il suo mate, si avvia un processo di accoppiamento, li per li non ci si accorge di niente, ma quando si sentono delle vampate di calore la coppia fa bene a chiudersi in una camera da letto molto isolata perché ci faranno faville" quell'ultima parola fu pronunciata in tono sensuale e la mia pelle fremette "possiamo parlarne dopo che ti sei coperto?". Incredibilmente si infilò un paio di boxer e si sedette al tavolino con un'espressione divertita sul viso. Afferrò un waffell e lo azzannò. Mi fece cenno di sedermi e io lo feci, ubbidiente. Cominciò a parlare.

POV SABÌN

"Allora, questo processo di accoppiamento prevede la riuscita della specie. Sai, il sesso si fa per fare bambini e anche per il divertimento, ma a parte questo, concentriamoci sulla storia del bimbo: presto dovremmo andare a casa mia perché la natura prenderà il sopravvento su entrambi e potremo finire per farlo nei corridoi della scuola" mi interruppi per controllare la sua reazione. Potevo quasi sentire le rotelle girare in quella testolina sexy "il meccanismo ci riversa addosso non solo il desiderio che proviamo reciprocamente ma anche i nostri sentimenti, ad esempio, il mio amore per te mi accecherà al punto che se non ti avrò il dolore emotivo diventerà anche fisico, e mi dispiace ma lo stesso vale per te" feci un'altra pausa vedendo il sorriso dolce e gli occhi colmi di felicità sentendo le mie parole, poi ripartii "credimi quando ti dico che è meglio andare a casa mia, saremo incontrollabili e tu potresti violentarmi...e io potrei violentare te" a quelle parole, la scintilla di eccitazione che si era accesa nei suoi occhi di onice quando si era girata verso di me si fece più intensa "in che senso?" la sua voce si era fatta un po' più bassa e sensuale, il calore che emanava dalla pelle era sublime. Presi un sorso di caffè e i suoi occhi si posarono sul mio braccio "nel senso che se non viene soddisfatto subito diventiamo come degli uomini primitivi" a quel punto mi rabbuiai, consapevole di una cosa abbastanza importante "che hai? C'è qualcosa che non va?" mi chiese con voce dolce e velata di preoccupazione. Le sorrisi, consapevole di doverla informare del problema "tu sei vergine giusto?" annuì accigliandosi e io sospirai "ti ho detto che in quella situazione possiamo diventare un po' violenti?" la sua espressione si addolcì "be', possiamo farlo prima, così non avrai dubbi quando quel momento arriverà". Deglutii e misi le mani sul tavolo "allora dobbiamo muoverci, perché questa mattina sono arrivato i primi segnali" si accigliò di nuovo "come? Ma io non ho sentito niente" mi alzai e andai verso di lei. Si alzò sorpresa e io sorrisi. Ero ad un respiro da lei, i nostro corpi si sarebbero ritrovati spalmati l'uno contro l'altra se mi fossi sbilanciato in avanti. I miei occhi si incatenarono ai suoi e mi persi in quegli abissi neri. Poi alza il braccio e sfiorai il suo collo delicato e aggrazziato con la punta delle dita e la vidi rabbrividire e ansimò. Mi godei lo spettacolo dei suoi seni che reagivano all'istante e le sue cosce che si stringevano. "Oh, Sabìn..." mi eccitò di brutto, ma mi costrinsi a fare il bravo e a prenderla solo quando fossi stato certo che era pronta a farlo, e soprattutto non l'avremmo fatto in un dormitorio. Volevo portarla a casa mia e far sapere a tutto il clan e a tutti gli altri che l'Alpha dei Sangue della Luna aveva trovato la sua regina.

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