Capitolo 18

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POV MORGANA

Mi sentivo di gelatina. Una paperella di gelatina. Mi sarebbe piaciuto avere una paperella, o un paperotto. Aprii gli occhi e girai la testa. Sorrisi vedendo Sabìn steso sul letto, immerso nel sonno. Quella mattina mi sentivo davvero simpatica, quindi mi alzai e andai in bagno, presi un po' di carta e la bagnai con l'acqua fredda, poi andai in camera e, con un sorriso da Stregatto, lo strizzai facendo cadere l'acqua gelata sulla schiena di Sabìn. Il poveretto schizzò fuori dal letto come una scheggia. Mi sbellicai vedendo la sua faccia stralunata "sei stata tu? Proprio tu?! Quanto bisogna essere stronzi per svegliare una persona in questo modo?!" dal canto mio, risi ancora di più e lui mi lanciò un'occhiata scocciata "ringrazia che non ho voglia di vendicarmi" disse dandomi una sculacciata e io mugolai "che peccato" dissi e lui ammiccò "oppure potrei, ma dobbiamo perlustrare l'area intorno a casa, poi andremo a casa dei miei genitori". A quelle parole, saltai su dal letto e mi fiondai in bagno "il bagno è mio!" strillai chiudendo la porta a chiave e mi infilai nella doccia dopo essermi spogliata. Mi lavai come solo una donna può fare, godendomi il getto forte e caldo finché non fui pronta per uscire. Mi avvolsi in un asciugamano e mi girai. Mi prese un colpo quando trovai Sabìn intento a radersi davanti allo specchio "come sei entrato?" chiesi e lui mi fissò "ho scassinato la porta" tornò a radersi e io lo fissai impressionata. Wow, quanto era sexy. Passandogli alle spalle, diedi una strizzatina al suo sederino sexy e lui sogghignò. Sorridendo, mi preparai per la perlustrazione.

Annusai l'aria, in cerca di odori strani. Dopo due ore di perlustrazione non era uscito fuori niente, ma quando fui sul punto di tornare da Sabìn, avvertii un odore strano. Era pesante e mi venne la nausea. Agganciai la pista e la seguii, consapevole che così mi sarei allontanata da casa. Avanzai fino ad arrivare in una radura arida e fredda. Ero consapevole di dover chiamare Sabìn, ma più mi avvicinavo più l'odore si faceva forte. Era talmente disgustoso che fui tentata di andarmene, ma la curiosità mi fece avanzare. Forse ero solo stupida. Camminai attraversando il prato, ascoltando i rumori attorno a me e continuando a seguire l'odore. Proprio all'entrata del bosco, un fagotto attirò la mia attenzione: era di dimensioni medie e non si muoveva. La puzza era quasi insopportabile, ma mi armai di coraggio e mi chinai, girando il fagotto in modo che potessi vederlo meglio. La vista del cadavere mezzo decomposto era così raccapricciante che feci un salto all'indietro. Istintivamente mi portai le mani alla bocca e mi raggomitolai a terra, seduta sull'erba secca. Non sapevo chi era stato prima di morire, ma i suoi occhi aperti erano vitrei e vuoti, senza espressione, ma la sua bocca era contratta in una smorfia di disperazione che mi fece venire i conati di vomito. Scalpiccii alle mie spalle. Erano almeno in tre ma ero troppo sconvolta da quella smorfia e da quegli occhi che non riuscivo a muovermi. Il corpo è un guscio, ma quel corpo, in qualche modo, riusciva a comunicare com'era stata la sua morte. Due mani mi sollevarono per le spalle e mi girarono. Gli occhi blu di Sabìn mi fissavano sconvolti, le sue mani mi stringevano le spalle "cazzo Morgana! Mi hai fatto prendere un accidente! Come cavolo ti è passato per la testa di venire qui da sola?!" deglutii e indicai alle mie spalle. Sabìn si sporse a guardare e fece una smorfia, poi si girò verso suo fratello e un altro lupo "perlustrate tutta la zona, non tralasciate nemmeno un centimetro, mi fido di te Chris" suo fratello annuì e i due scomparirono nella foresta. Sabìn tornò a concentrarsi su di me e mi prese il viso tra le mani "guai a te se ti allontani da me un'altra volta, capito?" annuii mordendomi un labbro, trattenendo le lacrime. Sabìn gemette sconfortato e mi strinse forte, baciandomi sulla fronte "ti starò addosso tutto il tempo, non ti lascerò mai sola, te lo prometto" a quel punto, scoppiai a piangere. Proprio non mi capivo, prima sembro pronta ad uccidere un uomo e una ragazza, poi piango perché trovo un cadavere. Non avevo nemmeno il ciclo! Forse, sotto sotto, le donne sono davvero strane. Lo riferii a Sabìn e sentii il suo sorriso contro la guancia "si, strane e meravigliose".

Tornammo a casa, dove ci aspettavano i genitori di Sabìn. Lui si era trasformato e mi aveva costretta a salirgli in groppa. Quando avevo rifiutato si era messo seduto, aveva abbassato le orecchie e mi aveva fatto gli occhioni dolci. Rifiutare era stata dura, ma poi mi aveva dato una spintarella con la testa facendomi cadere a terra e si era sdraiato su di me. Pesava quanto un piccolo edificio pieno di carri armati. Alla fine mi ero seduta sulla sua schiena e ci eravamo avviati a casa. Inutile dire che i suoi genitori erano completamente pazzi. Sua madre mi aveva stretta forte e mi aveva fatto un migliaio di domande sui draghi, ma quando le avevo detto che non ne sapevo molto si era incupita, ma aveva ricominciato e farmi tantissime domande sulle mie capacità. Il padre di Sabìn invece mi aveva abbracciata come si fa con i pupazzetti e poi si era messo ad ascoltare la conversazione. Dopo dieci minuti Sabìn e suo padre erano andati in cucina. Risultato? Frigo svuotato e un gran macello. Avevano cercato di fare la crema. Non si sa come ma quella roba verdastra e appiccicosa era finita sul soffitto. Forse la domanda più importante era: come avevano fatto a farla diventare verde? E poi: come poteva Sabìn, il mago dei biscotti, non sapere fare la crema?  Anna, la madre di Sabìn, si era infuriata e aveva costretto Sabìn e Nick a pulire tutto. Ci avevano messo delle ore e quando avevano finito erano distrutti. "Oh, il grande Alpha sconfitto da scopa e paletta" gli accarezzai i capelli e lui mi fissò con due occhioni talmente teneri che mi sciolsi. "Scopa, paletta, detersivo e straccio" mugolò appoggiando la testa nell'incavo del mio collo e sospirò quando lo abbracciai, seduti sul divano "noi maschi non siamo abbastanza forti per queste cose" mi strinse e appoggiai la guancia sui suoi capelli. "Vedi cosa ho sopportato per tutti questi anni?" disse sua madre al figlio e io sorrisi, ma lui non rispose. "Sabìn...Sabìn...Sabìn!" strillò Anna, ma Sabìn si era addormentato. Sospirai e lanciai un'occhiata a Anna "mi dispiace, ma domani gli faccio dare una pulita al bagno" lei mi sorrise e suo padre sogghignò "si, fagli un video" ridacchiai e Anna lo linciò "domani il bagno lo pulisci anche tu" disse a Nick, che si afflosciò come un foglio di carta pesta. Anna mi sorrise "sei davvero stupenda, hai messo il guinzaglio a mio figlio e nessuno ci era mai riuscito, ci vediamo presto" mi diede un bacio sulla guancia e Nick ammiccò verso di me, poi se ne andarono. Appena la porta fu chiusa, Sabìn sollevò la testa e lanciò una lampada contro la porta "non esiste che io pulisca un bagno!" detto questo mi fissò "o forse si?" alzai gli occhi al cielo e scossi la testa "sapete di chi è il cadavere?" si fece serio e scosse la testa. "Abbiamo pensato che sarebbe stato meglio farlo trovare dai poliziotti, quando avranno capito chi è un mio amico me lo dirà". Gli diedi un bacio  a stampo e mi alzai "andiamo a letto? Tua madre mi ha prosciugata, e poi domani devi pulire il bagno" "cosa?! Ma starai scherzando...io non pulisco nessun bagno" "nemmeno se avrai una ricompensa?" dissi levandomi la maglietta. Sabìn strabuzzò gli occhi, poi cominciò a correre. Strillai e cercai di arrivare in camera e chiudermi dentro, ma le sue mani grandi mi afferrarono "presa" sussurrò con voce roca al mio orecchio e mi trascinò in bagno. Quella notte si rivelò un bravo lavandaio. 

SPAZIO ME

Mi scuso per il ritardo e per eventuali errori ma ho davvero pochissimo tempo, ma solo per questo non smetterò di aggiornare ;)

Il Bacio Del DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora