POV SABIN
Mi alzai da letto piano, senza fare rumore. Anche se avevano suonato il campanello senza buttare giù niente, non mi fidavo comunque. Guardai Morgana dormire nel letto, rannicchiata sotto alle coperte. Uscii dalla mia camera senza fare rumore, scesi le scale senza fretta e andai alla porta, pronto a strappare la faccia a unghiate a chiunque aveva osato farmi alzare dal letto. Aprii sbuffando, tenendo nascosto il machete che mi ero portato dietro. Mi sarei aspettato di trovarmi di tutto davanti alla porta di casa: un disgraziato in cerca di aiuto, uno zombie affamato, un vampiro cretino, un alieno un po' troppo amichevole, ma di certo non il tizio che mi fissava un po' curioso e un po' stralunato. Era alto, almeno due centimetri più di me, i capelli biondi erano tagliati corti dietro e ai lati e lasciati un po' più lunghi davanti. La pelle abbronzata presentava qualche ruga intorno agli occhi neri che mi fissavano ancora più stralunati di prima. I pantaloni neri, le scarpe nere, la camicia nera...ma chi cavolo era? Gli lanciai un'occhiata scocciata "si rende conto di che ore sono?" continuava a fissarmi, poi mi annusò. Ma era serio? Mi stava annusando? "Ma che sta facendo?" chiesi più scocciato di prima, poi ebbi un'idea brillante "vada a rompere a qualcun'altro" ringhiai chiudendo la porta, ma quello mi bloccò. Lo fulminai "ma si può sapere che vuole? Se ne vada!" quello cercò di aprire la porta, ma io feci resistenza e non si aprì proprio niente. Mi lanciò un'occhiata felina "tu saresti il ragazzo di mia figlia?" il tic che mi stava venendo all'occhio bloccò la sua avanzata "ma che sta dicendo? Chi cavolo è sua figlia?" ringhiò in modo molto famigliare "Morgana, mi ha scritto di venire qui". A quel punto, capii come ci si sentiva ad avere a che fare con un fottuto cretino. Spalancai la porta e gli andai sotto al naso "lei mi sta dicendo che è il padre della mia ragazza? Perché mai dovrei crederle?" si somigliavano in tutto e per tutto, ma poteva dirmelo prima invece di fare il cretino patentato. Glielo dissi, e nei suoi occhi neri si accese una luce inferocita. Anche quella era una cosa famigliare "voglio vedere mia figlia" sentii il tic tornare "io adesso vorrei tornare a letto dalla mia ragazza per dormire, torni domani mattina ad un orario decente". Evidentemente non aveva alcuna intenzione di fare come gli avevo detto, perché aprì la porta con una spallata e fu dentro. "Voglio vedere mia figlia" era ostinato il rompi palle. Sospirai e mi sfregai gli occhi, poi indicai il divano e lo fissai. Batté le palpebre e poi negò con forza. Chiusi gli occhi e inspirai, incamerando più aria possibile. Dopo averla rilasciata, aprii gli occhi e sorrisi "prego, mi segua, ma la prego di non fiatare oppure mi vedrò costretto a tapparle la bocca a modo mio" non aspettai la risposta ma mi avviai direttamente in camera da letto. Aprii la porta ed entrai senza fare rumore. Morgana era ancora addormentata, rintanata sotto alle tante coperte. Lanciai un'occhiata di avvertimento al cretino dietro di me e andai da Morgana in silenzio. La scossi piano, cercando di svegliarla "hey, sveglia...amore, ti devi svegliare...Morgana...MORGANA!" dopo quell'urlo, si decise a svegliarsi. Con molta calma. Quando pensai che si fosse fatto giorno fuori dalle persiane chiuse, Morgana mi sorrise "che c'è? Perché ti sei alzato?" chiese fissandomi con occhioni assonnati. Feci spallucce e indicai dietro di me. Lentamente, come se non si fosse svegliata del tutto, volse lo sguardo alle mie spalle. Spalancò gli occhi fino a farli diventare enormi, poi mi guardò. Mi misi seduto al suo fianco e le misi un braccio sulle spalle. Le sue manine mi strinsero la mano e si rannicchiò di più a me. Suo padre alternava un'occhiata catatonica a Morgana e una inferocita al mio braccio. "Hey, è venuto per te sai?" sussurrai all'orecchio di Morgana, che non si era ancora svegliata del tutto. Mi rivolse una di quelle occhiate tanto innocenti che solo un bambino può farti, e immediatamente un istinto protettivo si accese in me. La strinsi più forte a me e la baciai sulla fronte "è tuo padre, sveglia" batté le palpebre e girò la testa verso il padre "papà? Come..." il tizio, che non mi stava simpatico per l'orario indecente che aveva scelto, fece spallucce accennando un sorrisetto "hai scritto dove trovarti sul petto del mio servo, adesso me ne servirà un altro". L'espressione di Morgana si fece di botto feroce, somigliando a quella che il padre utilizzava per guardarmi "se lo meritava, lui ha..." il cretino la fermò con un cenno del capo "ha pensato di fare una cazzata e tu gliel'hai fatta pagare, va bene così". Sentii Morgana rilassarsi sotto al mio braccio, poi prese un respiro deciso e si alzò. La lasciai fare, senza seguirla ne incoraggiarla, perché sapevo che voleva riuscirci da sola e perché sapevo che ce l'avrebbe fatta. Si fermò davanti al padre, ed era infinitamente più piccola di lui. Sentivo che non le avrebbe fatto del male, ma tutto ciò che di istintivo c'era in me mi fece preparare all'attacco se avesse provato a farle del male. Inspirai per un eventuale scatto, e sentii odore di pioggia. Fissai il padre di Morgana e vidi che le stava asciugando le guance. Morgana stava piangendo in silenzio, e dovetti usare tutta la mia buona volontà per non strappargliela e stringerla forte. Alla fine, Morgana si abbandonò all'abbraccio del padre che la strinse forte. All'inizio osservai Morgana contento per la sua felicità, dopo dieci minuti però controllai l'orologio. Il tizio mi lanciò un'occhiata del tipo "vuole più bene a me". Ma quanti anni aveva? Tre? Sbuffai e mi stesi sul letto, credendo di poter sfruttare il loro tempo per farmi una dormita. Fui smentito nel momento in cui Morgana strisciò sopra di me. Aprii gli occhi e sprofondai negli abissi neri di Morgana "che c'è?" chiesi perplesso e lei sorrise "hai conosciuto tuo suocero!" esultò mettendosi seduta e io la seguii "tuo padre poteva venire domani mattina, quindi adesso potrebbe avere la decenza di andarsene e tornare ad un orario accettabile". Mentre stringevo a me Morgana, suo padre si mise seduto sulla poltrona nella mia camera. Mi sorrise "credo che dormirò sulla poltrona, non vi disturberò tranquilli" lo linciai con tutto il mio odio e poi guardai Morgana "hai davvero intenzione di tenere quel cretino qui?" lo stronzo si schiarì la voce e mi voltai di scatto "che vuoi?" abbaiai e lui mi lanciò un'occhiata saccente "mi chiamo Tristan Coy, se permetti". Il tic all'occhio ricominciò "avete lo stesso cognome" sibilai leggermente incazzato "come?" chiese Tristan il Cretino e sentii Morgana fare un verso consapevole "grazie al cielo tua figlia è più intelligente di te" lanciai un'occhiata a Morgana che stava cercando di non ridere. "Ma che stai dicendo?" insisté il cretino e io mi girai furente "avete lo stesso cognome! Possibile che un imbecille sia riuscito a trovarla e tu no?! Sono sicuro al cento per cento che quello stronzo del tuo servo ha trovato la MIA ragazza grazie al cognome! Ora, se sua altezza permette, torno a dormire!" mi stesi dando loro le spalle, tirai le coperte fin sotto al naso e chiusi gli occhi. "E' un po' irritabile quando dorme poco" sussurrò Morgana, non abbastanza piano perché non la sentissi. La afferrai per un braccio e la feci stendere accanto a me "non sono irritabile, sono solo troppo intelligente e il mio cervello ha bisogno di riposare". Ridacchiò, si infilò sotto alle coperte, le rimboccò ad entrambi e si aggrappò a me. "Non sono irritabile, sono solo troppo intelligente e il mio cervello ha bisogno di riposare, comprendimi per favore" bofonchiai di nuovo contro i suoi capelli morbidi e profumati. L'ultima cosa che sentii fu il cretino sbuffare e l'ultima cosa che avvertii fu un bacio di Morgana.
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Il Bacio Del Diavolo
Hombres LoboMorgana Coy è una ragazza semplice, estroversa e dolce. Frequenta la Nightmare High School e trova del buono in tutti e non sa odiare. Questo fino a quando il suo fidanzato non la tradisce con sua madre, e la madre di Morgana sapeva che era il fida...