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ASTRID

Le tenebre riempivano interamente la stanza dove mi trovavo, o almeno speravo che lo fosse. Da quello che riuscivo a vedere sarei potuta trovarmi in una grotta, a casa mia o addirittura all'aperto.

Silenzio. Nessuno rumore riusciva a raggiungermi.
"Dove mi trovo?" Pensai nuovamente.
Avevo provato a esplorare la stanza andando a tastoni, ma senza alcun risultato concreto.
"Ricordo solo di essere sprofondata sotto terra..."
《Byron! Zafira!》 Chiamai per la centesima volta. Ormai avevo perso il conto di quanto tempo era passato da quando mi ero risvegliata; ore? Minuti? Non saprei.
Chiamai nuovamente i miei amici, ottenendo lo stesso risultato.
《Non sono qui.》 Sentì dire alle mie spalle.
Mi si rizzarono i peli sulle braccia, la voce consisteva in poco più di un sussurro, ma non sembrava essere umana.
《C-chi è la?》 Chiesi incerta.
Nessuna risposta.
Il silenzio tornò a regnare nella stanza; mi sedetti nuovamente sulla specie di scranno di legno dove mi ero risvegliata.
《Ti prego..parlami!》 Urlai con esasperazione, non ce la facevo più a rimanere lì sotto.
Come risposta ricevetti una melodia. "La melodia dell'ocarina! Quella che sentivo in superficie."
Seguì la musica, andando a tentoni verso il punto da dove sembrava provenire il suono. Dopo pochi passi incerti e inciampando di qua e di là in oggetti non identificati andai a sbattere contro quello che sembrava un muro fatto di mattoni. Poggiando l'orecchio alla parete sentì rimbombare la canzone al suo interno.
Dopo qualche minuto cominciai a sentire dei sussurri più o meno forti provenienti da diverse voci. Mi girai di scatto, ma non c'era nessuno.
I sussurri divennero sempre più forti e terrificanti; si tramutarono in urla di terrore e di paura, lamenti e richieste di aiuto disperate.
Schermai le orecchie con i palmi delle mani per cercare di attenuare quell'orribile rumore, che però sembrava provenire direttamente dall'interno della mia testa.
《Basta! Basta!》 Urlai.
Le voci divennero sempre più forti e disperate, insopportabili;
mi accovacciai a terra urlando e scuotendo violentemente la testa.
Calde lacrime cominciarono a bagnarmi il viso deformato da un'orribile smorfia di dolore. Quando le voci divennero ormai troppo forti, caddi a terra e mi lasciai andare al silenzio dell'oscurità.

《Scegli.》
《Scegli.》
Era ancora tutto buio, sembrava un sogno.
《Scegli piccola Astrid, scegli.》
《Cosa dovrei scegliere?》
《Svegliati, apri gli occhi e scegli.》
Aprì gli occhi. Tutto intorno a me era luce. Una luce bianca, pura, accecante. Mi stropicciai gli occhi e mi alzai in piedi, inciampando in un lunga e ampia gonna rossa.
"Una gonna?" Alzai lo sguardo, di fronte a me era apparso uno specchio delle dimensioni del mio corpo. Il riflesso rappresentava una ragazza con in dosso un vestito lungo rosso, decorato sulla vita e sulle spalle con piccole pietre rosse. "Questa sono io?" Poggiai la mano sullo specchio, ma il riflesso non mi imitò, si limitò a sorridere.
Allontanai di colpo la mano, spaventata.
Lo specchio si dissolse, tramutandosi in una cascata di di brillantini. "Cosa sta succedendo..." Pensai.
《Scegli.》 Dinuovo quella voce.
《Cosa dovrei scegliere?》chiesi.
Dove prima c'era lo specchio apparvero sei porte, tutte identiche tranne l'ultima.
Infatti a differenza delle altre quella era trasparente e...spalancata. Al suo interno era pieno di ghiaccio, riflessi di stalattiti e stalagmiti, neve fresca e soprattutto un gelo terribile fuoriusciva da essa.
《Scegli.》 Ripeté la voce.
Mi avvicinai cautamente alle porte.
Posai la mano sulla prima, una sensazione di tranquillità e pace percorse il mio corpo; il legno della porta sembrò quasi illuminarsi. Passai alla seconda, questa volta provai una senzazione di libertà, come se stessi volando, come quando il leggero vento primaverile ti scompiglia i capelli durante una passeggiata. La terza mi ricordò quando da piccola infilavo le mani nella terra fresca, l'odore del raccolto, i versi degli animali. Toccando la quarta mi sembrò di sentire su di me leggere gocce di pioggia e la stupenda sensazione del primo bagno estivo. La quinta porta mi trasmesse senzazioni bellissime, calore e passione ma anche dolore; sentì come se la cosa nascosta al suo interno mi chiamasse, mi attraesse verso di lei. Continuai a fissare incredula il legno marrone divenire poi rosso e poi arancione. "È lei. Non so il perché, ma è lei."
Aprii la porta, girando la testa giusto per notare che sulle altre porte erano apparse delle scritte: Luce, Aria, Terra e Acqua.
Sopra la mia testa era stampata la scritta: Fuoco. Tentai di guardare l'ultima porta, ma prima che ci riuscissi fui risucchiata all'interno della porta del fuoco, che si chiuse alle mie spalle.

Che ne dite eeeh? Questo è un passaggio molto importante, devo dire che mi piace molto questo capitolo ewe.
Fatemi sapere che ne pensate please.

The legend of AstridDove le storie prendono vita. Scoprilo ora