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DAVIS

"No, non può essere...non ci credo..." pensò Davis. Era ormai passato parecchio tempo da quando suo padre aveva letteralmente distrutto la scuola, ma Davis non riusciva ancora a capacitarsene. "Se solo avessi fatto qualcosa, se avessi avvertito qualcuno...a quest'ora tutte quelle persone non sarebbero morte." Davis pensò a madame Guduin, pensò al loro insegnante di magia, pensò al cuoco e alle sue aiutanti. "Tutti morti. Tutti fottutamente morti, ed è solo colpa di mio padre." Un'improvviso impeto di rabbia, o forse di disperazione, portò Davis a sferrare un violento pugno al muro. Quando vide la sua mano che sanguinava imprecò. "Ora dovrò andare a cercare un cerotto e anche un fottuto smacchiante per il muro."
Si alzò in piedi e si diresse verso la porta della sua cabina, ascillando leggermente a causa dei movimenti della navicella.
Quando, appoggiandosi al muro, riuscì ad arrivare davanti "all'infermeria", se così si poteva chiamare, la navicella ondeggiò bruscamente a destra, facendo perdere l'equilibrio a Davis e scaraventandolo a terra. La mano ferita urtò contro il freddo pavimento d'acciaio, facendo gemere Davis di dolore e lasciando una sbiadita striscia rossa.
《Bene bene, cosa abbiamo qui? Il figlio di Ramon non sa neanche tenersi in piedi? Se eri così stanco potevi anche usare il letto sai?》 Disse una voce divertita.
Davis alzò lo sguardo, incontrando i penetranti occhi rossi di Soren che lo fissavano divertiti.
《Taci.》 Lo rimbeccò Davis alquanto irritato dai suoi commenti.
《Ohohoh ma che maleducato, io ti ho dato solo un consiglio, poi se preferisci dormire sul pavimento non ho nulla da obbiettare.》 Rispose offrendogli una mano per aiutarlo a rialzarsi.
Davis ignorò quel gesto e si alzò da solo, appoggiandosi al muro.
《Cos'hai fatto alla mano ragazzino?》Gli chiese Soren.
《Non chiamarmi ragazzino e comunque non credo che siano affari che ti riguardino.》Gli rispose irritato.
《Okay okay, a quanto pare non hai molta voglia di parlare. Quando avrai calmato i tuoi bollenti spiriti e ti sarai fasciato la mano, magari passa nella mia cabina a fare quattro chiacchiere.》Lo prese in giro Soren.《Non credo di aver bisogno di parlare con te, ora se vuoi scusarmi ho altro da fare.》
Gli rispose Davis.
Solen girò i tacchi e si diresse verso la direzione opposta a quella dove si trovava la camera di Davis. "Da quella parte c'è la cabina di Ramon" pensò.
Davis tornò verso l'infermiera, ma poco prima di entrarvi si sentì chiamare.
《Ah ragazzino.》lo chiamò Soren. 《Stai attento a quello che fai, ti tengo d'occhio.》
Dopodiché ricominciò a camminare senza degnare Davis di un solo sguardo.
Davis rimase interdetto per un'attimo, ripensando alla voce che aveva sentito quando si trovava nella sua camera, a scuola,  con suo padre. "E se fosse stato lui a parlare?" Pensò. "Ma come avrebbe fatto, non sembrava che mio padre lo avesse sentito..."
Quando urtò la mano contro il muro, si riscosse dai suoi pensieri.
"Ci penserò dopo, ora è meglio sbrigarsi a fasciare questa maledetta mano."

Bussò alla porta dell'infermeria, ma non ricevette alcuna risposta. Entrò comunque è notò che la stanza era vuota, fatta eccezione per un mobiletto d'acciaio sterilizzato all'angolo della stanza e un lettino sgombro dal lato opposto.
Si diresse verso il mobile, cercando con lo sguardo dei cerotti o una garza abbastanza grandi per la sua ferita.
Posò lo sguardo su una fiala che recava l'iscrizione "V.A.L.U.M", la prese in mano, osservandola attentamente. "A cosa servirà.." Fu distratto da un rumore di passi che si fermarono fuori dalla porta.
D'istinto si nascose dietro al mobiletto, dopo aver richiuso le ante e aver messo a posto quello che aveva preso.
A giudicare dal rumore di passi che sentì quando gli individui entrarono, dovevano essere in tre.
《Bene, procediamo. Ho molta fretta, quindi sbrighiamoci.》Disse il primo individuo. "Padre..." lo riconobbe Davis. "Perché è qui.."
《Non si preoccupi signore, sarà una cosa rapida e gli effetti si vedranno immediatamente.》Disse una seconda voce che Davis non riconobbe. "Sarà l'infermiere..." Ipotizzò.
《Bene...ehm come ti chiami?》 Chiese il probabile infermiere. 《Il mio nome è James.》rispose una terza voce. 《Bene James, stenditi sulla branda e scopri il braccio destro.》
Davis udì il rumore dell'uomo che saliva sul lettino e udì qualcuno che prendeva qualcosa all'interno del mobile dietro cui lui era nascosto.
《Procediamo. Esperimento numero 1147, soggetto numero 1147. Somministro la sostanza modificata per endovena.》
Davis sentì il lieve rumore della siringa che veniva riempita e il gemito dell'uomo quando l'ago fu inserito nel suo braccio.
Ci fu qualche secondo di silenzio e poi l'uomo sulla branda cominciò ad urlare. Un verso così terribile e intrinseco di dolore che costrinse Davis a tapparsi le orecchie. A giudicare dal rumore l'uomo era caduto dal lettino, continuando ad urlare di dolore.
Di colpo ogni rumore proveniente da esso smise, lasciando la stanza nel più completo silenzio.
《A quanto pare non ha funz..》Cominciò Ramon.
《Aspetti...》 Disse la flebile voce dell'uomo che poco prima stava urlando di dolore.
Davis osò affacciarsi un'attimo dal suo nascondiglio, vide suo padre accanto ad un uomo in camice bianco e ad un ragazzo che si era appena rimesso in piedi.
Si rinascose dietro il mobile per evitare di essere visto.
《Bene dottore, attivi immediatamente lo scudo protettivo, non possiamo rischiare che la navicella sia danneggiata.》 Disse Ramon.
Davis sentì il rumore di qualcosa che veniva mosso. Poco dopo, lui e tutta la stanza furono circondati da una strana barriera gialla. "Questo è uno scudo...a cosa può servirgli in questo momento uno scudo?" Pensò. Si affacciò nuovamente e vide che davanti ai tre uomini si era aperto un buco, un foro nella navicella che però non sembrava danneggiare in alcun modo il veicolo e la sua rotta. Il ragazzo si avvicinò al buco e chiuse gli occhi; tese le mani al dilà del foro e pronunciò qualcosa che Davis non riuscì a capire, probabilmente una formula per qualche incantesimo. Dai palmi delle sue mani scaturì una luce immensa, accecante gialla, poi rossa e arancione.
Quando fu diventata grande quanto una piccola stanza, il ragazzo rilasciò la sfera, che a gran velocità, si diresse sotto di loro.
In seguito il dottore e Ramon si avvicinarono al buco, osservando fuori dalla navicella.
Quello che seguì fu un boato assordante che scosse perfino l'aria intorno a loro.
"Cosa diavolo sta succedendo."
《Bene. Esperimento 1147 positivo. Soggetto 1147 primo sopravvissuto all'ignezione di "Luxuria".》 Disse il dottore.
Ramon sorrise soddisfatto. 《Ottimo lavoro, ora siamo sicuri che Rho cadrà interamente nelle nostre mani.》Detto questo, Ramon uscì dalla stanza seguito dal dottore e dal ragazzo che sembrava aver acquistato più forza di quella che aveva prima dell'ingnezione.
Quando la porta si richiuse dietro di loro, Davis fece un sospiro di sollievo.
Si avvicinò al grande buco, che si accorse ricoperto da uno spesso strato di vetro. Quando si affacciò, dovette reprimere un'urlo di stupore.
Sotto di loro, si era formato un enorme cratere, talmente profondo da non farne intravedere la fine. "Non è possibile che sia stato quel ragazzo, insomma...nessuno sarebbe capace di una cosa così; che sia colpa di quell'iniezione?"

ECCOMI DI NUOVOOO
Scusate il ritardo nella pubblicazione ma ho avuto molto da fare. Ho fatto questo capitolo molto più lungo del solito, che me dite?? Siete riusciti a capire quello che è successo?
Fatemi sapere eee!
Bye!

The legend of AstridDove le storie prendono vita. Scoprilo ora