13.Fireproof

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DIANA'S POV

Le luci blu a neon illuminano l'insegna della palestra in periferia. Il nome "STRONG" brilla nella notte mentre delle dita ossute accarezzano lentamente le mie piccole. Zayn si stringe nella felpa nera e mi lancia qualche occhiata di tanto in tanto. La folta massa corvina è coperta da un cappuccio e i pozzi ambrati corrono sulla strada. Le labbra si muovono in modo lento mentre la barba nera le sfiora. Lasciano qualche sbuffo nell'aria gelida di Londra, che le rende leggermente livide. Non riesco a smettere di guardarle e mi chiedo quante le hanno assaporate. "Smith?" la voce roca risuona nel vuoto. Sento il tocco delicato del suo naso sfregare contro la mia guancia. Mi giro di scatto e ci sfioriamo appena. "Malik" respiro sulle sue labbra. Mi sta guardando con un'intensità tale da rendermi quasi difficile respirare. Continua a cercare qualcosa nei miei occhi che non riesco a capire e non accenna a parlare. "Cosa c'è?" gli richiedo. Ora allunga la mano gelida e la fa scorrere sulla pelle. La solita sensazione inizia a perforarmi lo stomaco. "Niente sei bella, fottutamente troppo" le lettere mi colpiscono una ad una. Inizio a non ricordare più neanche il mio nome. "Amo quando arrossisci e non sai cosa dire." Ora fissa le guance e il solito labbro inferiore torturato dai denti. "Quando il cuore ti batte all'impazzata e vorresti solo lasciarti andare, ma hai paura per la tua fottuta sexy innocenza che mi riporta sempre da te inevitabilmente." Mi lascerei baciare da lui ora, ma non ho il coraggio di muovermi, né di parlare o di pensare perché immagino noi due su un letto come un unico corpo, un'unica anima. Mi vergogno di me stessa: questo non mi dovrebbe neanche sfiorare la mente, ma i nostri corpi diventano elettricità pura quando si toccano. La mano prende a districare i capelli caramello, si avvicina piano e accarezza le mie labbra con le sue piene. Ora siamo a millimetri. E' scomparsa l'insegna, la luce a neon, i rumori del traffico inglese, tutto. Attacca la fronte alla mia e fa sfiorare i nasi. Il mio cuore sta esplodendo e le gambe stanno per cedere. Se lui non tenesse il mandala nero ancorato al mio fianco, sarei già a terra. Una porta che si spalanca ci fa separare. Liam ha una sigaretta in mano e un paio di pantaloni grigi, con una felpa nera dei Lakers. Quando si accorge di noi dà una pacca sulla spalla a Zayn e mi abbraccia stringendomi forte tra le sue braccia possenti lasciandomi infine un dolce bacio sulla guancia. "Che ci fate qui?" domanda facendo un tiro. "Sono venuto ad allenarmi" gli sorride Zayn. "E ti sei portato Ana per farti aiutare?" dice Liam, facendo perdere cerchi di fumo nell'aria e lanciandomi un sorriso sghembo che mi fa arrossire. "Coglione" ridacchia il moro. "Comunque direi di sì è molto brava. Mi sembra ovvio il motivo" sospira Zayn facendo correre gli occhi sul mio corpo. Ora Liam ride più forte e i miei occhi diventano lucidi. Non può diventare stronzo in così poco tempo. "Come?" balbetto. I due smettono di ridere e mi guardano. "Io non intendevo..." prova Zayn. "Io vado Liam, fa freddo" dico lasciando un bacio al castano ed entrando nella piccola palestra. Una sensazione di calore mi avvolge e decido di avvicinarmi ad una piccola scrivania nascosta in un angolino. Un moro dagli occhi ghiaccio con una T-shirt bianca, scrive velocemente su un Macbook. Quando si accorge della mia presenza inchioda gli occhi da brividi su di me. "Dolcezza, come posso aiutarti?" Un sorriso malizioso si allarga sul suo bellissimo viso. "Sono un'amica di Zayn e di Liam, li sto solo aspettando" annuncio ricambiando timidamente. "O quindi sei una delle tante di Malik?" chiede facendo scomparire il mio piccolo sorriso. Una voce profonda dietro di me, mi fa rabbrividire. "Somerhalder, molla le chiavi e chiudi quella fottuta fogna che chiami bocca." Quando mi giro Zayn ha la vena che pulsa sul collo e Liam cerca il mio sguardo in ogni modo per rassicurarmi. Il mio migliore amico si avvicina al bancone e prende il colletto della maglietta del bellissimo moro. Quando provo a separarli Liam mi prende per un braccio e mi sussurra:"E' uno stronzo se lo merita." Il castano avvolge un braccio intorno alla mia spalla e bacia i miei capelli, mentre sussurra: "Tranquilla, Ana." "E' roba mia, ti è chiaro?" ringhia Zayn stringendo con più forza il colletto. "Amico, ehi, stavo solo..." dice occhi ghiaccio. "E' questo il punto: non devi pensare. Non ti avvicinare più a lei o non riuscirai a parlare per tre giorni" dice Zayn, colpendogli uno zigomo e facendomi coprire la bocca con una mano. Quando provo a muovermi per aiutare il ragazzo, Liam mi tiene stretta a sé. "Ti prego è meglio così" mormora premendo le dita sulla mia scapola. I pozzi scuri si allacciano ai miei e il mandala nero mi allontana dal castano che continua a lanciarmi sguardi di incoraggiamento. Zayn mi trascina in una piccola camera isolata, dove a farci compagnia ci sono solo un sacco da boxe e tre paia di guantoni. Sbatte la porta violentemente, facendomi sussultare. Ha le mani inchiodate ai lati del muro e continua a far regolarizzare il respiro. "Perché deve essere cazzo così difficile con te?" urla. "Io" provo a dire, ma interrompe: "Spiegalo!" sbraita più forte. "Io n-non lo so" balbetto confusa, lasciando che qualche lacrima righi il mio viso. L'ho visto rare volte così. Si gira e si avvicina a me pericolosamente. "Dimmelo, ti prego perché, ti giuro, sto impazzendo" dice attaccando la fronte alla mia. "Non siamo a distanza migliori amici" balbetto. "E' una distanza fottuta" ringhia. Quando inizio ad arretrare mi spinge più vicino. "Hai paura ma so che nessuno ti fa provare questo" Infila la mano nella felpa e vaga sulla pancia, lasciando qualche bacio ovunque sul viso. Le dita salgono ed iniziano ad attraversare la valle dei seni e lui prende a sfiorarli, a leccarsi il labbro superiore con la lingua. Scende sul fianco e chiude a coppa la mano sulle mie curve, stringendole di tanto in tanto: il fuoco vivo brucia lo stomaco. Mi avvicino a lui e lascio baci umidi sul collo, godendo delle sue mani che chiudono in pugno i capelli. Faccio incontrare i respiri e sfioro il labbro inferiore. "Se c'è qualcun altro dimmelo e io aumenterò la nostra distanza." Ritorna a guardarmi con la stessa intensità di prima. Quando vede che non accenno a parlare inizia a far scivolare via la mano da me. Non posso lasciarlo andare adesso. La afferro prima che riesca a uscire e la faccio scorrere lentamente sui miei seni, sulle mie forme, affidando a lui ogni mancanza di pudore. Si lascia guidare e butta a terra il borsone nero. I suoi occhi luccicano, sono consumati, come i miei, da fame repressa. Mi spinge contro il muro e mi fa ancorare le gambe al suo bacino. Conduco il mandala al cuore e lo fermo lì. Il battito a mille è evidente: " No, nessuno" mormoro abbassando gli occhi, ma lui mi rialza il mento prontamente. "Voglio farti sentire bene, toglierti il fiato" mormora sulle mie labbra. Porto la mano sulla mia guancia e bacio lentamente il palmo. "Vieni qui" dice inchiodandomi contro la parete fredda e baciandomi il collo non con la solita lentezza, ma passione indescrivibile che mi fa gemere contro il suo orecchio. "Zayn" strascino. Lo avvicino velocemente e sento che mi sta divorando: la lingua lavora velocemente senza fermarsi e le intimità sfregano vogliose. Quando abbandona riluttante il mio corpo, mi sfila con forza la maglietta e inizia a fissarmi con lussuria. "Ancora, ancora" sussurro nel suo orecchio. La ragione è andata a farsi fottere e il corpo desidera solo il suo: sono in estasi, totale. Risale il mio collo e non riesco a non ansimare quando fa scendere la mano sulla schiena. "Dillo che sei mia" geme contro il mio orecchio. "Dillo, piccola, urlalo Diana." Abbassa le spalline del reggiseno grigio e assapora ogni parte di pelle, fino ad arrivare ai seni. Sta lasciando segni ovunque, mi sta marchiando. "Sono tua" dico godendo del tocco paradisiaco. Mi sento viva, finalmente viva. Il fuoco sta incenerendo lo stomaco e il cuore rompe la gabbia toracica. Tabacco e menta inebriano i miei sensi. Mentre mi bacia il collo fa vagare le sue stramaledette mani ossute dappertutto. La sua forza, potenza, la sua capacità di farmi sentire donna per davvero ha distrutto ogni briciolo di razionalità. Cadiamo a terra senza staccarci e Zayn inizia ad abbassarmi i pantaloni frettolosamente. Si allontana e ho il terrore che finisca, non lo so perché ma lo voglio e basta. In realtà si leva la maglietta e si abbassa i jeans scuri. Ora solo i boxer neri gli coprono il corpo nudo. Sto impazzendo, è troppo per noi, per me. E' bello da star male e non riesco a non far scorrere i miei occhi su ogni parte di lui. Si abbassa sul mio corpo e poggia le mani bollenti sulla mia pelle fredda. Bacia il fianco, l'interno coscia. La strana sensazione al basso ventre aumenta man mano che le sue labbra leniscono il mio corpo. Arriva al mio orecchio e morde il lobo: "Stai per venire, Ana" la voce roca mi attraversa, mentre trattengo i gemiti a stento. Stringo il bicipite mentre sento di nuovo la bocca sul mio collo. "Non fermarti" dico mentre l'altra mano impugna le punte corvine. Si stacca lentamente e cade su di me. Siamo troppo vicini. Respiriamo affannosamente e le labbra si accarezzano. Sta per riprendere il controllo, ma mi alzo e mi inginocchio di fronte a lui, attaccando la fronte alla sua. Sta per parlare ma gli poggio il pollice sulle sue labbra. "Shh" mormoro tracciandone il contorno. Inizio a premere le labbra sui tatuaggi accarezzandogli la pelle e lasciando qualche segno sulle braccia forti. Mi sposto sul suo petto e bacio gli addominali con lentezza sfiorando con le ciglia le V scolpite. Mi afferra i capelli e inizio a lavorare la pelle ambrata con la lingua. "Merda, Ana" geme. Mi allontano e gli sfioro appena la bocca, accarezzandogli le labbra con le dita che lui bacia e facendo scontrare le fronti imperlate di sudore. Ansimiamo ancora quando cadiamo a terra sfiniti. Il cuore martella incessantemente e quando mi rendo conto di quello che abbiamo fatto mi alzo di scatto. "Cosa...?" balbetto. I vestiti sono ovunque e quando mi giro verso Zayn ha il mio stesso sguardo. "Dimentichiamocelo" sospira. Il cuore inizia a sgretolarsi per la durezza del suo tono. "Come?" chiedo con il groppo che annoda la gola. I pozzi neri mi guardano. "Esiste solo Perrie, lo sai" Ora mi risulta difficile continuare a respirare. "Hai ragione" affermo rinfilandomi la maglietta, strappata con violenza qualche minuto prima. Cerco di non rompermi come carta velina, perlomeno, davanti a lui. "Ci vediamo a casa tua" affermo rivestendomi velocemente. "Cosa significa?" chiede avvicinandosi. "Che il tuo gioco da stronzo è finito ora." Il panico gli investe il viso. Sono stanca dei suoi sbalzi d'umore, della nostra confusione e di questi contatti intensi e fugaci. Sto per uscire, ma mi afferra il braccio. "Andrai da Carter?" chiede con rabbia. "Questo non t'importa" sputo. "Sarai sempre un mio passatempo, non sei niente, niente." urla mentre le lacrime scendono incessanti sulle guance. Lo sguardo è pieno di odio e mi copro le labbra con le dita per soffocare i singhiozzi. "Chi sei?" biascico. Gli occhi diventano meno scuri e dice: "Nono, io non volevo. Io... Ana...ti..." Il disgusto aumenta ad ogni parola. "Abbiamo chiuso" sussurro correndo via e sbattendo violentemente la porta alle mie spalle. Mi faccio strada tra muscoli guizzanti e corpi sudati. Sento anche qualche fischio qua e là e degli occhi fissarmi. "Ana" urla qualcuno. Ho la vista appannata e vedo a malapena la figura possente di Liam avvicinarsi. "Ehi, che succede?" domanda asciugando le guance bagnate. "N-nulla. L-lasciami andare" mormoro parole confuse. "Ana ti prego" gli occhi dolci di Liam sono uno splendido calmante, ma ora riesco a malapena a pensare. "N-non cercatemi" dico raggiungendo velocemente l'ingresso principale. Non so dove sto andando, solo lontano da lui.

We are (not) just best friends||Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora