21.Slaves

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DIANA'S POV
"Sono solo io tesorino." Le mani mi accarezzano i fianchi. "Zayn, tesorino, sei solo un idiota." Mormoro, allontanandolo mentre lui ridacchia. Quando mi volto la sua espressione diventa concentrata e seria. Apre leggermente le labbra e assottiglia gli occhi. Lo vedo, però, ingioiare e passarsi freneticamente il pollice sul mento. La velocità dei suoi movimenti e il desiderio che contorna i pozzi ambra mi fanno dimenticare momentaneamente di Sean. Ho la sua stessa espressione e i battiti accelerati. Il suo naso si scontra con la mia guancia e il profumo di colonia inebria i miei sensi. "Dio" biascica, lasciando un bacio caldo sul collo. Il respiro strascicato, quasi inesistente mi fa stringere nel giubbotto di pelle. Dalla lieve spaccatura della camicia intravedo i pettorali leggermente bagnati di sudore. Il tessuto bianco lo rende un diavolo angelico. "Tanto sesso per te, Malik, stanotte." Cerco di ridere ma il risultato è una strana smorfia. Aggiungo cicatrici su cicatrici, stronzate su stronzate. "Spero che non sia lo stesso per te, Smith." La voce trattenuta rilassa i miei nervi. Mi bacia il mento e il battuto esplode quando la pelle carnosa e screpolata contorna le mie labbra. "Un bacio può essere un in bocca al lupo?" Mi afferra i fianchi e mi avvicina così tanto che riuscirei a studiare da vicino tutte le sfumature dei suoi occhi orientali. "Io non... Zayn" mormoro mentre la mia mano, non so come, gli sta già accarezzando il collo. "Animals" rimbomba in Oxford Street. "Pronto?" La mia voce risulta troppo indifferente per un appuntamento. "Bambolina, dove sei?" Mi allontano dal moro e sistemo la borsa. "Arrivo Sean." Zayn mugugna qualcosa, sistemandosi il ciuffo corvino. "Dio, che coglione. Non viene neanche a prenderti" Sbotta in tono sprezzante. Lo ignoro mentre ripongo il Samsung nella borsa. "Devo andare a casa sua, Zayn." Mi volto e comincio a camminare. Mi sento afferrare violentemente il braccio e il mio migliore amico mi squadra. "A casa sua?" ringhia. Le mani di McAdams si confondono con quelle del moro e mi allontano bruscamente. Quando legge terrore negli zaffiri, mi abbraccia e affonda la testa nel mio collo. "Scusami, scusami" soffoca parole e baci sulla clavicola. Lo stringo a me, mentre lui incastra il suo naso con il mio. "Perché deve essere tutto così difficile?" Il cuore non smette di fare capriole. E non dovrebbe essere fottutamente così. "Posso almeno accompagnarti da lui?" Evita la domanda e mi lascia un bacio lungo sulla fronte. Mi allontano, ancora e scuoto la testa. "Perrie ti starà aspettando." Mi mordo il labbro e sospiro quando afferra le chiavi del pickup di Yaser. "Ci vediamo a casa di Harry. Una delle solite feste alla Styles." Si sistema i capelli e si infila una sigaretta tra i denti. "Niente moto oggi, approfitta nana" sorride sghembo. I suoi cambiamenti di umore mi fanno girare la testa, ma non riesco a non ridere e a portarmi le dita alla bocca. Arrossisco, quando lo vedo regalare cerchi di fumo all'aria e fissarmi con attenzione. "Dovresti smettere." Afferro l'involucro di tabacco e lo calpesto. "Se mi offri qualcosa, inizio a pensarci." Racchiude tra le dita il mio polso e mi guida verso il pickup, prima che io possa controbattere. L'odore leggero della camelia, tipica di casa Malik, mi avvolge. Zayn si sistema sul posto del guidatore e osserva con attenzione l'indirizzo che mi ha inviato Sean poco prima. Riesce ad essere bello anche quando sceglie una chiave dal mazzo di metallo. "Mi chiamerai più tardi?" chiede in modo lento, senza guardami. Guida in modo meccanico con la mascella tesa e gli occhi stretti. Poggio una mano sulla sua coscia e faccio scivolare le dita sulla sua gamba. Voglio calmarlo, nel modo più dolce possibile. "Lo farò certamente, Zayn" Continua a fissare la strada e ad imprecare ad ogni semaforo. Tento di farmi notare in qualche modo da lui, ma continua ad ignorarmi. "Al diavolo!" mormoro interrompendo il contatto e poggiandomi contro il finestrino. Lui però fa entrare in collisione il mandala nero con le dita piccole e intreccia i fili rotti. "Sono solo nervoso" sancisce. Il tono freddo mi terrorizza. "Perché?" gli accarezzo con un dito la mascella. Non risponde, si tranquillizza passando la mano ambrata sulla mia coscia. La vedo muoversi nell'interno, accarezzarla con cura e stringerla di tanto in tanto. "Hai le gambe troppo nude." Accelera e leva le dita callose che amo sentire. "Cosa cazzo vuole lui da te?" grida. Un demone prende forma sul suo viso. Fa qualche frenata e le ruote strisciano violentemente sulla strada. "Vuole conoscermi." Evita qualche motore, mentre io mi porto le mani al petto. "Conoscerti?" urla così tanto che mi sta spaventando. "Devi essere sempre così fottutamente innocente, Ana?" Mi sposto una ciocca dietro l'orecchio. "Per favore rallenta. Ho paura che ti possa fare male, Zayn. Ti prego" biascico con la voce rotta. Lui frena di botto e colpisce qualche bidone. "Come posso non pensare a te ogni fottuto secondo della mia vita, se fai questo?" Gli occhi iniettati di sangue si spostano sul mio corpo. "Che intendi?" Le mie iridi sono simili alle sue adesso. "Ti preoccupi per me, quando potremmo morire entrambi." La sua mano enorme mi accarezza dolcemente il viso. "E' più alta la probabilità per i guidatori di morire." mento. Mi si avvicina e inizio a vedere offuscato. "Shh" Mi poggia un dito sul labbro e glielo bacio. Poggio il mio palmo sul suo. "Lui non ti toccherà mai come ti tocco io" Mi avvicino al suo collo e premo le labbra sulla parte bassa della clavicola. Mi sento terribilmente in colpa: Sean mi sta aspettando e Zayn non dovrebbe essere qui. Mi allontano e quando mi giro vedo che il destino ci sta mandando dei segnali: siamo davanti a casa Carter. "Devo andare" mormoro. Mi sistemo velocemente e provo a scendere dal pickup di Yaser, ma sento afferrarmi un polso. Il moro mi porta sulle sue gambe e inizia a fare giochi con le labbra sul mio collo diafano e con la mano sulla coscia. "Zayn, per favore" Mi penetra con la sua lingua: mi sta baciando con voracità mentre si muove contro il mio corpo. Apro la bocca quando sento la mano salire sino ad infilarsi nella gonna. "Sei mia, Ana" sussurra. Non riesco a negarlo, infondo è vero e sarà sempre così. Il ciuffo nero tocca ormai la spalla e i fianchi ruotano con naturalezza. Gemiamo così forte, che i respiri sono nulli. I nostri nomi lasciano le bocche con una velocità impressionante. La mia mente dice di fermarmi, ma il corpo sta godendo troppo e il cuore non è mai stato così bene. "Ana" grida forte quando la mia mano tocca la cintura dei suoi pantaloni. Afferra le mie dita e le guida sul cavallo dei suoi jeans. Me li fa sbottonare, mentre la mano ambrata si muove sulla mia natica. Gli afferro le gote e gli bacio l'angolo della bocca. Scendo sul suo collo, aprendo la camicia e respiro affannosamente sulle sue labbra. Lo guardo con desiderio e lui ricambia mentre sbottona la mia blusa. Mi abbasso con fatica e trattengo un urlo quando spingo senza volerlo sulla sua intimità. "Porca puttana" impreca guardando con lussuria peccaminosa i miei seni. "Un altro nero" ringhia riferendosi al reggiseno- "Lo hai fatto per lui?" Abbassa le bretelline e mi porta maggiormente su di lui. Mi muovo incontrollata e il mio fottutissimo migliore amico geme. "No" mormoro appena consumata da un piacere troppo grande. "Sei proibita e sensuale. Ti ho immaginato in mille modi" mi confessa, facendomi stendere sui uno due sedili. Mi sbottona la gonna e stringe forte le mie natiche ancora. "Zayn" urlo. "Fermiamoci, stiamo andando troppo oltre" mi bacia la pancia e io infilo le mani tra i suoi capelli. Arriva allo strato superiore alle mutandine e succhia con avidità. Sale e mi bacia i seni, abbassando sempre di più il tessuto. "Scordatelo" soffia sulle mie labbra. Lo guardo ansimante e mi metto a cavalcioni. Siamo di nuovo in intimo. Di nuovo con i battiti eccessivi. Di nuovo con un desiderio patologico. Mi lascio andare e ignoro la mia responsabilità. Voglio provocargli le stesse sensazioni che lui fa mi provare. Parto dall'orecchio e lo stringo tra i denti. La sua bocca si apre leggermente e le mie dita prendono la massa corvina con prepotenza. Bacio lo zigomo, i fili blu che pulsano sul collo. La mano accarezza i suoi pettorali e la mia lingua ne disegna le forme. Lascio segni neri ovunque, mentre il mandala nero stringe le cosce sode. Lecco la parte superiore ai boxer, nel suo stesso modo. Sento i mei capelli sotto la sua presa ferrea. Quando arrivo alla bocca, tenta di afferrare il labbro tra i denti, ma il suo telefono squilla. Perrie ritorna come una delle mie ombre e si insidia tra noi. "Rispondi" dico con il cuore a pezzi. Lui pone l'apparecchio contro l'orecchio: "Pronto?" Mi bacia il collo con trasporto, ma lo allontano. "Zay dove sei?" La musica a tremila la sento da qui. "Sto arrivando." Grugnisce lui, quando io gli impedisco di avvicinarsi ancora. "Smettila" sussurra abbassando il telefono. "Dove sei?" squittisce la bionda. "In macchina solo pochi minuti e arrivo." Sbotta il moro attaccando. Mi imprigiona i polsi contro il finestrino e mi sbatte contro lo sportello. "Fai le storie, bambina?" Lecca il mento. "Va' da lei" rispondo con naturalezza. Zayn mi guarda serio e mi lascia, mentre io mi abbandono lungo il sedile. Gattono verso di lui e mi rannicchio nel suo petto. "Scusa" Gli lascio un bacio tra il naso e la bocca. Mi afferra i fianchi e io prendo la mia blusa. Sto per abbottonare ma lui poggia le dita sulle mie e mi aiuta, fissando il mio seno. Lo imito, infilandogli la camicia di seta. "Sei così elegante, Malik" Lui alza i pozzi ambra e sorride con me. "Tu sei provocante Smith" il sangue fluisce sulle mie guance e ridacchio. Abbottoniamo alla cieca e ci avviciniamo sempre di più. "Hai dorato le punte dei capelli e sono più lunghi." Boccheggio, mentre lui sorride sghembo. "Smettila di essere dolce" Sistemo la massa corvina. "Dolce? Sono solo ubriaco di te Smith" Lo accarezzo in modo lento e lego le braccia intorno al suo collo. E non mi importa se siamo in una macchina mezzi nudi. Con i capelli disordinati, le labbra livide e i sentimenti sbagliati. Me ne frego delle mie paure e della sua possessività. Di Perrie, delle voci delle mie migliori amiche. Sono esausta e questa è solamente una guerra inutile. Ho solo bisogno di lui, sempre e costantemente. Perché lui è casa, è essenza, è follia, è vita. Ci guardiamo a lungo negli occhi e non mi sono neanche accorta che mi ha legato la gonna ai fianchi e che si è infilato i jeans neri. "Devo andare." Scendo dalle sue gambe con rammarico e mi guardo intorno alla ricerca di un orologio. "Sono le 9 e mezza" sancisce, afferrando il volante. 32 minuti mi hanno resa dipendente da un ciuffo corvino. Mi mordo il labbro e infilo le scarpe. Sistemo la camicia che lui mi ha abbottonato sino al collo, aprendo lo sportello e prendendo la borsa. "Diana" la voce grave e roca, mi ferma e mi voltare verso l'uomo che sembra un modello spettinato. "Sei bellissima stasera. Non te lo avevo ancora detto" Il suo pollice lambisce la guancia. "E devo ricordartelo sempre ciò che penso di te." Mi avvicino alle sue labbra e sto per unirle alle mie, ma decido di cambiare bersaglio, colpendo con un bacio morbidissimo la gota barbuta. "Buona fortuna Smith" Scendo mi sistemo la gonna. "Buona fortuna Malik" gli ripeto. L'ultima battaglia tra gli pozzi neri e gli zaffiri avviene in pochi secondi, prima che il pickup bianco si allontani nella notte. Mi avvicino con lentezza alla porta e cerco di eliminare i tremori che mi scuotono per il suo tocco. Ripasso il rossetto ed emetto un respiro, mentre premo il dito sul campanello in ottone. "Sei arrivata finalmente." Degli occhi verdone divertiti mi accolgono e mi invitano ad entrare.

We are (not) just best friends||Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora