7.Party and stolen kisses

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DIANA'S POV
La luce argentea della luna è un velo sulla notte e la rende accattivante e misteriosa. Ho sempre adorato ammirare la luna e posso ancora sentire a distanza di anni le mani vellutate di mia madre che accarezzano dolcemente i capelli lunghi e che mi sussurra con voce morbida:"Dormi, bambina mia. La notte non deve spaventarti. La luna è il suo guardiano e le stelle sono angeli: se un giorno avrai nostalgia di me, guarda le stelle e io sarò la più grande e la più luminosa, che ti sta proteggendo e sta vegliando sui tuoi sogni, sulle tue paure, sui tuoi desideri. " Mi piaceva il suo modo di raccontare le storie come se fossero una favola, come se tutto avesse un lieto fine, quando per lei poi non ci è stato. Il blu dei miei occhi si trasforma in un turbine di ricordi: le labbra calde di mia madre sulla mia fronte, il suo tocco leggero e gentile, i suoi occhi grigi sfumati di verde che il mondo le invidiava, i suoi abbracci che scottavano la pelle, il suo essere naturalmente attraente e la sua instancabile voglia di voler bene a tutti. Norah Johanson/Smith moglie madre di famiglia ballerina: sulla sua lapide era inciso a chiare lettere. Il rumore di una porta che si apre mi riporta in superficie, via dall'oblio. "Ehi" dice la voce rauca di mio fratello;"Ehi" ribbatto scacciando dagli occhi i ricordi. Io e Ryan ci siamo ignorati da venerdì: ci siamo scambiati sguardi veloci, direi quasi del tutto inesistenti e la nostra più lunga conversazione è stata un ciao borbottato. "Mi dispiace" farfuglia strofinandosi con la mano callosa la nuca. "Non importa Ryan, ci sono abituata. Che è successo questa volta: hai perso una partita o ti ha dato bidone una professoressa divorziata, ma potenzialmente attiva e bisognosa di coccole" sbotto apostrofando le ultime parole o meglio l'ultimo discorsetto di qualche settimana fa. "Nulla di tutto questo piccoletta" Sa benissimo che adoro essere chiamata piccoletta: voleva fare pace e l'avrebbe avuta vinta. "Allora, cosa? " sospiro frustrata "Katheline mi ha tradito con Jason" dice Ryan con voce carica di amarezza e disprezzo. Kathiline mi era passata di mente: si frequentava con questa ragazza da parecchio tempo e forse, e dico forse, poteva mettere la testa a posto, ma il destino adora fare scherzi e Ryan è una delle sue tante vittime. Ho visto poche volte Kathiline nella mia vita ma è una ragazza impossibile da dimenticare: capelli lunghi, ricci e ribelli di un intenso rosso accesso, occhi azzurri grandi e intriganti e curve perfette. Ho visto poche volte Ryan piangere nella mia vita e non lo è mai stato per una ragazza. Infatti i grandi occhi verdi di mio fratello sono pieni di delusione, ma non di lacrime. "Scusa non dovevo dirlo" dico avvolgendolo in un abbraccio quello che cura le ferite. "Non importa, sono io a dovermi scusare con te. Non c'era ragione di prendersela con la mia piccoletta. Ero solo arrabbiato ma infondo dovevo saperlo che Kathline è sempre stata innamorata di Jason e Jason è sempre stato uno stronzo" Jason è o meglio era il migliore amico di mio fratello e che potesse arrivare così in basso mi fa male perché ha sempre fatto parte della famiglia. Scandisce quelle parole una per una come da copione, mentre mi stringe con le braccia forti e scolpite che mi erano tanto mancate. "Dove vai piccoletta?" mi chiede notando i vestiti sul letto. "Ad una festa" dico vaga. "Di chi e con chi?"chiede più rude "Della Edwards e con i ragazzi" affermo decisa. "Non voglio trovarti né ubriaca, né marchiata sul collo. Quindi attenta a tutto ciò che bevi e ad ogni paio di occhi puntati sul tuo culo" dice Ryan. Gli tiro un cuscino per il commento imbarazzante, nascondendo il viso tra le mani. "A parte questo divertiti piccoletta" continua lasciandomi un bacio sulla guancia prima di uscire dalla stanza.
***
La luce rossa intensa dell'abat-jour sul mobile in mogano del mio soggiorno illumina il legno antico e sta stregando i miei sensi. Sono accasciata sul divano e osservo le borchie della pochette di pelle sulla mia gamba destra. Sto aspettando Zayn e il rombo della sua moto per poter andare alla festa. Le mie gracili gambe sono fasciate da calze carne velate e da un paio di pantaloncini neri corti di pelle stretti in vita coperti in gran parte da una lunga maglietta bianca a giro manica con un grande acchiappasogni che attraversa i seni e il ventre, con stivaletti neri e giacca di pelle dello stesso colore borchiata. Gli occhi sono attraversati da una sottile linea di eyeliner e da un ombretto rosa carne con mascara che evidenzia le ciglia folte, il rossetto neutro sulle labbra le rende ancora più carnose, mentre i capelli mossi si poggiano delicatamente sulle spalle. Sto seguendo una delle tre regole di Santana: scollata. La maglietta è abbastanza aperta e trasparente e i pantaloncini sgambati:mi sono impegnata. Il suono assordante del campanello rimbomba nella stanza e un'Emily frenetica percorre le scale alla velocità della luce, mentre io sistemo la catenina della borsa sulla spalla. Mia sorella lancia un grido appena incontra lo sguardo di Wahilya: le due si abbracciano e iniziano a guardare foto di qualche uomo nudo o mezzo nudo...ormai non so più cosa pensare degli ormoni di Emily. Il secondo Malik che varca la soglia della porta e la richiude alle sue spalle mi fa quasi mancare il fiato: maglietta bianca stretta ad evidenziare il petto, i pantaloni neri a celare gambe e fianchi scolpiti, vans nere perfettamente abbinate al solito chiodo. Zayn mi squadra, mi osserva, i suoi occhi sono consumati da un'emozione, un sentimento altamente indecifrabile. Quell'attenta e lusinghiera osservazione termina con un sorriso sghembo. Il moro si avvicina al mio orecchio e mi sussurra un seducente: "Nana hai superato te stessa" continuando a guardarmi con lo stesso luccichio negli occhi. Le urla isteriche di Emily e Wahilya mi risvegliano dallo stato di trance in cui sono caduta. "Mio dio, ti rendi conto? Un nuovo taglio di capelli" urla mia sorella fissando il telefono imbambolata e appoggiata dallo sguardo sognatrice della sua migliore amica. Io e Zayn ci lanciamo un'occhiata divertita e li rivolgiamo un "Buona serata ragazze" che ricambiano frettolosamente. Le luci e i rumori di una Londra notturna fanno da sfondo a due diciassettenni stretti l'uno all'altra su una vecchia moto ammaccata. "Cosa c'è piccola?" chiede Zayn. Rare volte mi chiama così e quelle poche volte mi sento al sicuro sotto le sue ali d'angelo, in una sola parola:protetta. "Perché?"domando con finta confusione. "Diana sai che siamo legati da un filo sottile, invisibile e indistruttibile: io sono parte di te e tu sei parte di me. Siamo così collegati, direi avvinghiati l'uno all'altra, che riesco ad avvertire qualsiasi emozione tu prova. Siamo specchi dei nostri sentimenti: ci riflettiamo l'uno nell'altra. Ora hai paura, vero?" finisce il suo discorso mozzafiato con una domanda così...naturale . Non riesco a parlare, a ribattere perché mi sento piena, sazia di lui. "Sono solo un po' nervosa, ecco tutto. Non sono l'esatto tipo da feste e lo sai." mormoro. Posso vedere un'espressione divertita dipingersi sul suo volto quando nascondo la testa nell'incavo del suo collo. "Ci divertiremo insieme, te lo prometto. Lasciati andare." afferma con il solito tono rassicurante. Lui è è la mia sicurezza ed è questo che non lo potrei mai lasciare andare. Zayn svolta l'angolo e dopo aver attraversato un paio di vicoli stretti, luci rosse e musica a palla rimbombano in tutto Il quartiere. Ed ecco casa Edwards, nella sua mastodontica bellezza: facciate bianco-panna, due grandi terrazzi, persiane con motivi orientali e un bellissimo giardino ad incorniciarla. "Nana hai intenzione di rimanere per molto sulla mia moto? So che adori la mia piccola, ma non ti ci affezionare troppo" ghigna il kebabbaro ridacchiando. Il mio sguardo scatta sul moro che ora è a centimetri dalle mie labbra e mi chiede:"Allora scendi?" Mi porge la mano che affermo prontamente scendo dal rottame fiammeggiante. Camminiamo fianco a fianco e mentre mi stringo nel giubbotto di pelle, Zayn suona al campanello. La porta con i pomelli dorati e una Perrie sorridente o ubriaca (non saprei dirlo) mostra la fila di denti bianchissimi "Zayn, tesoro entra" squittisce, abbracciandolo e allacciando le mani al suo collo e lanciandomi sorrisetti e occhiate di sfida prima di stampargli un bacio a fior di labbra, che lui non rifiuta. La rabbia scorre nelle vene e quel... fastidio ribolle e brucia su ogni centimetro della mia pelle ma non lo do a vedere, non le darò l'ennesima soddisfazione. "Oh Diana, dolcezza, ci sei anche tu" dice sfoderando il miglior sorriso falso stampato su chili di trucco: il rossetto rosso fuoco troneggia, il seno straborda dal top nero inesistente e la minigonna viola che a malapena contiene il fondoschiena disgustosamente eccessivo, fa a pandan con i tacchi vertiginosi dello stesso colore. "Perrie" mi limito a dire ricambiando con un sorriso tirato. "Bene forza entrate" gracchia la bionda spostandosi di lato. "Oh Smith credo di aver visto le tue amichette infondo a qualche divano" m'informa prima di trascinarsi Zayn tra la folla. "Ci divertiremo insieme te lo prometto. Lasciati andare" le sue parole rimbalzano nella mia mente, ma iniziano a scomparire appena intravedo tra le nubi di fumo e le luci psichedeliche, le mani ambrate che lo stesso pomeriggio mi avevano accarezzata e coccolata sono sui fianchi di quel botulino camminante che ancheggia senza problemi. Le tre regole di Santana, devi seguire le tre preziose regole di Mrs Lopez: scollato, disinvolta, brilla ricordo a a me stessa. Sfilo la giacca, abbasso la maglietta bianca lunga per mostrare la valle dei seni e afferro un bicchiere di quella che mi sembra vodka da un tavolino in cristallo. Il liquido trasparente brucia in gola, ma inizia a mandarmi in estasi e a cancellare immagini di capelli biondi e mani ambrate dalla mente. In lontananza vedo dei lunghi capelli neri che ricadono su un tubino rosso che arriva a metà coscia e delle perfette unghie laccate delle stesso colore che sbattono insistentemente su un bicchiere contente un liquido bluastro:Santana. Il suo sguardo malizioso è puntato sulle labbra di un ragazzo con il quale sghignazza. Non voglio disturbarla; sta ricostruendo se stessa e non sarò io ad impedirglielo. Poi vedo Kend con un vestitino verde accuratamente ricamato che ascolta estasiata appoggiata allo stipite della porta un castano dagli occhi persuasivi e infine El e Mel che ballano sensualmente al centro del grande salotto. Non voglio interromperle loro non sono me. Così decido di ingurgitare un altro bicchiere di mojito e salgo tremante le scale a chiocciola di questo palazzo. La maniglia fredda in alluminio mi fa rabbrividire e file di camere da cui fuoriescono gemiti, urla e risatine si fanno spazio lungo il corridoio rivestito da moquette rossa. Una in particolare attira la mia attenzione. Mi avvicino e la porta semiaperta lascia vedere una grande stanza con una miriade di premi, coroncine, divise di cheerleader, un letto a baldacchino e una serie di smalti ordinati per sfumature e marca. La chioma bionda della Edwards spunta dal letto a baldacchino e lei è a cavalcioni su su uno Zayn a petto nudo appoggiato alla tastiera del letto anch'essa in oro. Lei gli sta baciando Il collo prepotentemente "Sei mio, sarai sempre e solo dentro di me, urlerai solo il mio nome" dice Perrie tra gemiti spezzati. Lui si limita ad annuire e a baciarla intensamente. Mi allontano dalla stanza e corro alla disperata ricerca di qualcosa a cui aggrapparmi, visto che il mio unico rifugio è tra le braccia di un'altra. Dovevo saperlo infondo: Perrie e Zayn di certo non parlavano quando si vedevano, ma vedere quella scena, quelle labbra piene di rossetto e botox intrappolate in quelle carnose e piene di dolcezza del mio migliore amico ha reso tutto troppo reale. E per quanto mi sforzi di negarlo vorrei che qulle braccia stringessero solo me. Vedo l'unica porta da cui non provengono grida di puro e occasionale sesso. Mi schianto sulle mattonelle fredde del bagno perfettamente arredato e prendo un altro sorso dal bicchiere ripieno di cocktail. L'alcol ha annebbiato le immagini ma non le ha cancellate: continuano a ripetersi come un vecchio film di cui non vuoi sapere il finale. Lo sguardo perso, vuoto si posa sulla vasca da bagno bianca e lucida anch'essa con quei fottuti pomelli d'oro e il lavandino di un blu tenue con una serie di profumi di marca e trousse a tre piani. La porta azzurra con qulache ghirigoro abbinata alle pareti, si apre facendo intravedere il lungo corridoio illuminato dalle luci a neon. Due mani grandi chiudono la porta che ho lasciato semiaperta e la figura che la vodka fa sembrare sfocata si lascia scivolare lungo la parete fredda della porta. Riesco a focalizzare meglio l'immagine e posso dire con assoluta sicerità che non ne rimango delusa: un ragazzo con i capelli castani mossi tirati all'indietro e le guance con qualche accenno di barba, incastra i due grandi smeraldi di un verdone intenso incastonati sul viso dai lineamenti ben definiti nei miei occhioni blu e inizia a fissarmi intensamente, posando lo sguardo inevitabilmente malizioso su ogni parte del mio corpo. La camicia bianca semiaperta fa intravedere muscoli guizzanti e disegnati alla perfezione e devo ammettere che è incredibilmente attraente. "Tradita, lasciata o rifiutata?" domanda il ragazzo dagli occhi verdone continuando a far scivolare il suo sguardo sul mio corpo. "Nulla di queste tre opzioni" sospiro prendendo un altro sorso da quello che ora mi sembra nettare degli dei. "Una meravigliosa bambolina come te cosa ci fa allora in un bagno al sicuro da sguardi indiscreti?" chiede lo sconosciuto. "E un seducente badboy con la camicia sbottonata e sguardo da duro cosa fa rinchiuso in una scatola azzurra fatta di trucchi e di profumi dell'ultima stagione?" chiedo
di rimando e ricambiando il sorriso. Se fossi stata in me non lo avrei mai detto, né avrei flirtato così spudoratamente, ma la vera tragedia è che riesco ad essere me stessa solo con lui: la Diana timida, sorridente e spiritosa, non una sgualdrina ubriaca. "Touché" ridacchia il ragazzo. È stato l'alcol a parlare per entrambi: anche lui ha gli occhi lucidi e una birra ghiacciata in mano. "Allora da che scuola vieni?"domanda appoggiando le labbra sottili sulla bottiglia. "West London High School" mormoro con la testa piena di alcol e immagini. "Tu?" Mi sforzo di domanadare. "Westwick Britain" annuncia. "Adoro il basket e sono stato capitano della squadra per tutti questi cinque anni. Adoro la musica e in particolare i Queen. Il mio sogno è quello di di diventare un giocatore di basket professionista, mentre magari durante i vari allenamenti ascolto 'We will rock you'" dice come se ci conoscessimo da una vita, mi piace la sua spontaneità. "Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni " affermo sicura finendo il bicchiere imperlato da goccioline di mojito. "Ti piace William Shakespeare? Affascinante" dice guardandomi maliziosamente e con tono leggermente ironico. "Si adoro Shakespeare e amo la letteratura o qialsiasi genere di libro. I libri, come la musica sono linfa, ispirazione di vita" dico con una sicurezza tale da spaventare la finta me stessa. "Una ragazza come te, così interessante..." afferma avvicinandosi " intelligente..." dice diminuendo la lontananza minima "sensuale" mormora con voce roca. Siamo così vicini che le labbra si toccano a stento, ma la sua vicinanza, non è la vicinanza con il ragazzo dalla pelle ambrata. Non posso vedere i suoi pozzi caramello ovunque, né sentire le sue mani callose, al primo contatto dure, dappertutto, né volere le sue labbra soffici sempre. Devo cancellare e ricordami che lui è nell'altra stanza a soddisfare la Edwards e se stesso. "Sei così sexy che potresti uccidere con un solo sguardo" dice infine pressando definitivamente le labbra sulle mie. Non chiede l'accesso con la lingua, lo fa e basta e anche io per stasera lo faccio e basta. Allaccio la mia lingua alla sua e le labbra si muovono senza freni, vorticosamente senza fermarsi. Mi sta letteralmente divorando. Le sue labbra sono incredibilmente fredde e non c'è quel calore così famigliare: sanno di birra e sono gelate di pura passione.Ma in questo bacio scialbo continuo solo a vedere gli occhi scuri del mio angelo ambrato. Lo sconosciuto si stacca da me con una lentezza disarmante e incastra i suoi bellissimi smeraldi nel blu scuro dei miei occhi: "lui è davvero un coglione, se si lascia scivolare tra le dita questo " sospira squadrandomi di nuovo. "Sono Sean Carter" dice infine e porgendomi la mano perfettamente liscia. "Diana Smith" rispondo, deglutendo rumorosamente e guardandomi intorno. Sono troppo brilla o forse lo volevo o semplicemente volevo estraniarmi da me stessa diventando ciò che non sono mai stata: dimenticare bevendo e cadendo nella più vile tentazione. È mezzanotte inoltrata ma il tempo sembra non essere mai trascorso: si è fermato nel momento in cui due occhi nocciola erano fissi in due occhi ghiaccio. Sean si è offerto di riaccompagnarmi a casa e ho accettato senza problemi. Superando l'odore acre del fumo e dolce delle canne, oltre alla musica disgustosamente assordante ci dirigiamo verso l'attaccapanni nero lucido e io afferro il mio amato chiodo che Sean mi infila delicatamente e mi porge la pochette nera. L'aria è davvero gelida e io inizio a tremare, ma non riesco a capire la causa: il freddo o il senso di colpa che mi ghiaccia le vene da quando ho baciato il bellissimo ragazzo della Westhick Britain. Sto lasciando Zayn qui, quando siamo tornati sempre insieme, ma forse lui starà meglio qui, con lei. Non è quello che vuole? La vodka e il mojito sono una coppia vincente e stanno alleggerendo la morsa che mi attanaglia lo stomaco e mi aiutano a salire sulla BMW di Sean. I sedili emanano un famigliare odore di naftalina e il deodorante per ambiente al tiglio è posizionato al di sopra della radio estremamente moderna. I Queen risuonano nell'auto e nella mia testa che vede sfrecciare angeli ambrati, capelli corvini e geroglifici che mi sembrano tatuaggi. Sean canticchia e mi chiede indicazioni che cerco di dare con il tono meno indifferente possibile.
ZAYN'S POV
Sono completamente sudato e ansimante sul letto a baldacchino della bionda qui accanto a me. I suoi occhi mi squadrano e le unghie viola tracciano i miei tatuaggi sul petto. "Sei il dio del sesso" ansima Perrie. La sua mancanza di pudore e di rispetto verso se stessa mi infastidisce. Sorrido in modo tirato scoccandole un bacio altamente insignificante, ma mentre le sue labbra ghiacciate da strati rossetto ormai sbavato, tentano di approfondire, nella mia mente si fanno largo due grandi occhioni blu e mi stacco immediatamente volendo risentire le sue dita piccole accarezzarmi la guancia. "Devo andare" dico alzandomi e facendo ricadere il lenzuolo candido sul letto. Posso sentire gli occhi di Perrie accesi di malizia bruciarmi la schiena. Infine sento due mani esperte fiorarmi le scapole." Perché non ti va di fare un altro giro" chiede con voce sensuale giocherellando con l'elastico dei boxer appena infilati. Mi rivesto velocemente, riacciuffando i vestiti sparsi qua e là per la stanza e la mia giacca di pelle." Scusami ma devo proprio scappare" sancisco infine. "Ci vediamo in giro" dico uscendo dalla camera violacea. Scendo velocemnete le scale ma non trovo la mia nana. Cerco dappertutto interrompendo molti intenti a scopare, alla fine becco Liam a limonare con Danielle seduta sulle sue gambe e che sfiora il cavallo dei suoi jeans. "Liam dov'è Diana?" È ubriaco fradicio , sbronzo completamente. "Amico mio dio. Si l'ho vista uscire con un certo Sean...piccola aiutami" sospira scocciato, non l'avrebbe mai lasciata andare se fosse stato anche solo brillo, ma a lui l'alcol l'ha sempre messo nei casini. "Sean Carter" squittisce Danielle impaziente di tornare a ciò che avevo interrotto. Mi dirigo verso la porta il più velocemente possibile. Perché non mi ha aspettato? Chi è questo fottuto Carter? Ma soprattutto perché è fuggita via da me? Mille domande e dubbi mi attanagliano, la furia sta iniziando a divorarmi e a bruciare viva nel petto. Così salto sulla moto e sfreccio a tutta velocità.
DIANA'S POV
La macchina grigiastra di Sean si ferma davanti alla porta in legno noce di quella che mi sembra casa mia. Lo zerbino Smith, il tappeto di foglie, sì tutto torna, ma non c'è la solita moto rottamata. "Allora siamo arrivati" dice Sean. "Sì" farfuglio io mentre lui mi aiuta a scendere dalla macchina. Siamo appoggiati sullo sportello e io mi sto letteralmente reggendo a lui, stringendo con la mano piccola il bicipite del braccio destro ben evidente. "Bé allora..." prova lui. "Allora" ripeto io con lo sguardo offuscato. Lui continua ad avvicinarsi e alla fine mi ribacia con la stessa intensità di qualche minuto prima. Sono persa nel bacio, quando Sean viene staccato da me brutalmente e viene violentemente sbattuto sul cofano della BMW. Inizialmente non riesco ad individuare la figura anche se per l'altezza mi azzerderei a pensare che fosse Ryan. Poi degli inconfonbili capelli neri mi fanno intuire tutto: Zayn tiene tra i pugni così stretti da far risultare le nocche bianche, la camicia di Sean e lo sta fissando con occhi scuri, neri di rabbia e con la mascella scolpita contratta. Sta sovrastando il ragazzo dagli occhi verdone con la sua imponente figura. "Chi cazzo sei tu e cosa vuoi da lei?" chiede tra i denti. "Zayn lascialo, ti prego" lo imploro balbettando ancora leggermente brilla. "Rispondi" ringhia il moro. "Amico non è proprietà privata" afferma Sean con un sorrisetto di sfida che sparisce quando Zayn lo sbatte più violentemente sulla macchina grigiastra. "Zayn ti prego" dico nel panico. "Non voglio fracassarti quella testa di cazzo quindi gira alla larga o berrai il tuo merdoso sangue" ringhia il mio migliore amico con un tono ancora più agghiacciante. Carter è impassibile, ma si libera dalla strerta ferrea e dice un "Sono fidanzato, ci stavamo solo divertendo" afferma Sean. Dio mio che stupida, ma come incolparlo o biasimarlo se sono stata io la prima a baciarlo per cancellare o perlomeno archiviare le scene, i baci del moro e della Edwards. "Non me ne frega un cazzo, levati dalle palle" sbraita Zayn fuori di se. Si sta per riavvicinare, ma lo blocco posandogli una mano sul petto. " Va' via Sean" dico guardandolo. "Ciao Diana. Sei una ragazza meravigliosa e ti auguro di trovare qualcuno che sia alla tua altezza" annuncia infine Sean lanciando un'ultima occhiata al moro prima di sgommare e scomparire tra i vicoli bui londinesi. Zayn respira affannosamente, il cuore è a tremila ma il mio tocco lo sta rilassando e l'affano sta diminuendo. Allontano la mano dal suo petto, ricordandomi di unghie viola che toccano vogliose i suoi tatuaggi. "Perché non mi hai aspettato?" chiede in tono serio. " Ho pensato che fossi impegnato." dico voltandomi e riprendendo a camminare, ma il moro sovrasta la mia piccola figura parandosi davanti a me. "Lo sai che se hai bisogno di me basta chiamarmi e corro da te. Tutto per la mia piccola Diana." mormora prendendo la mia mano abbandonata su un fianco e sfiorando con le dita callose che tanto bramo le nocche screpolate, che poi allontano bruscamente. Non può sempre fare così, non può averla sempre vinta così. "Non la pensi così quando ti scopi selvaggiamente la Edwards" dico tra i denti. "E cosa pretendi che me ne stia a guardare o che non ne approfitti di stare con la ragazza che mi piace?" urla guardandomi dritta negli occhi. "Oh e fammi capire. Tu puoi fare sesso sfrenato con la Edwards e io non posso baciare un ragazzo che mi ha considerata, che non mi ha lasciata e che non è sparito tra la folla" urlo ancora più forte. O è l'alcol o è questa fiamma che mi sta infuocando il petto. Siamo faccia a faccia ma la rabbia che prima c'era sul viso di Zayn si trasforma in quello che mi sembra pentimento. "Quel tipo era fidanzato" dice il moro. Rilascio un urlo di frustrazione. "Primo, Non ti intromettere mai più nella mia vita. Secondo, la tua amata starà già a troieggiare con qualcun altro e a ripetergli 'Sei mio, urla mio nome, voglio sentirti' o merdate del genere" Non mi sono mai lasciata trasportare dalle emozioni in questo modo ma ammetto che l'alcol mi ha aiutata. "Sai cosa penso? Che tu sia una bambina viziata che vuole tenere tutto sotto controllo, che vuole essere la paladina di tutti , quando poi si dimostra l'eroina di nessuno. Smettila di giocare alla piccola orfanella indifesa, vittima di un mondo troppo crudele." sputa rabbioso. Lo guardo con la bocca spalncata e gli occhi sgranati: sono sull'orlo di una crisi di nervi e di pianto, ma ricaccio le lacrime, non lascerò che la sua furia mi affondi. Rendendosi conto delle sue ultime parole, Zayn spalanca i pozzi ambrati e mi guarda divorato dal senso di colpa. "Giuro che non volevo dirlo" dice con la voce piena di delusione verso se stesso. "Mi dispiace solo di essermi fidata di te".Corro verso casa mentre il mio nome lascia le sue labbra piene fluttuando nell'aria. Entro velocemente in casa e richiudo il più silenziosamente possibile la porta alle mie spalle. Salgo in camera, mentre le lacrime rigano incessantemente il mio viso e abbandono il cumulo di vestiti sulla sedia girevole della mia camera. Mi sotterro sotto il piumone e la rabbia, il rimorso per le parole dette e non, il fastidio per quelle dannate unghie porpora sui suoi addominali scolpiti, sgorgano dai miei occhi ancora più violentemente e senza accennare a volersi fermare. Sono accumulate lì, nell'azzurro intenso dei miei occhi tutte le emozioni, tutto ciò che ho provato oggi. Cerco di soffocare i singhiozzi e riesco a malapena a respirare, il dolore che provo mi sta esplodendo nel petto, mi sta schiacciando, è come se fosse un infarto dell'anima: ti lacera lentamente, ti distrugge e ti spezza e quei cocci rotti li possono raccogliere e riunire solo le sue calde labbra sulla tua fronte che ti ripetono cantilenanti va tutto bene piccola. Mio dio Zayn...
***
Sento un rumore alla finestra e un fruscio di vento gelido mi sfiora. Dagli occhi socchiusi posso vedere he sono le 2:42. Sento delle braccia calde che mi avvolgono e delle labbra piene che mormorano al mio orecchio: "Perdonami piccola, non ero in me. Diana sono sempre stato incapace di prendermi cura di me stesso da solo. Non penso ad una fottuta parola di quelle che ti ho detto. Sei la calma nella tempesta, tutto ciò di cui ho bisogno. Io e te non vogliamo essere come il resto, noi ce la faremo fino alla fine. Niente si può mettere tra di noi, neanche gli dei possono separarci, niente si può mettere tra me e te" e mi lasciai soffocare dalla sua stretta e mi lasciai mangiare dai suoi baci fingendo che tutto questo sia solo un bellissimo sogno.
*SPAZIO AUTRICE*
Ehi bellezze come va? Ecco il nuovo capitolo! Spero che vi piaccia♥ Ma Zayn quanto è tenero alla fine del capitolo:sclera ma poi si fa sempre pedonare ma ne vedrete delle belle nel prossimo...
Ora mi dileguo
Xoxo
Silvia
PS: Grazie mille per le visualizzazioni, vi ano! Ma se vi piace votate e commentate!♥♥♥

We are (not) just best friends||Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora