ZAYN'S POV
"Zayn sei qui?" sussurra qualcuno. Sono in una stanza buia e la luce proviene solo dalla porta semiaperta. "Zayn" mi richiama entrando e la stanza ora si illumina completamente. Diana è lì davanti a me con dei disegni di enné a tracciarle le mani curate e un vestito orientale a metterle in risalto le curve morbide. Si avvicina a me lentamente e il modo in cui ondeggia i fianchi mi eccita ad ogni movimento terribilmente. Il velo che le nasconde i capelli lunghi e il rosso acceso delle sue unghie, la rendono fottutamente sensuale e ogni trasparenza del vestito fa aumentare i miei pensieri incredibilmente sporchi. Si poggia sulle mie gambe e mi sorride sulle labbra. "Sono bella, così?" mi chiede. "Sei la donna più bella che abbia mai visto, la mia donna" le dico. "Baciami" mormora. La avvicino meglio, ma degli occhi ghiaccio, sostituiscono il blu mare. "Allora cosa aspetti, Zay?" Perrie è su di me con un tubino nero di qualche taglia meno della sua. "Ana" dico confuso. "Sono Perrie, Perrie" ripete la ragazza sulle mie ginocchia. "Zayn" sento la voce piccola chiamarmi. Diana, ora è in intimo mentre il vestito è a terra fatto a pezzi. "Angelo, salvami" ripete mentre singhiozza rumorosamente. Vorrei correre da lei ma delle unghie viola mi tengono contro il letto. "Scopami, tigre" dice Perrie nel mio orecchio. "Zayn" cantilena Ana. "Diana" grido ma non riesco a muovermi mentre vedo che lei viene toccata dappertutto da un uomo incappucciato. "Non lasciarmi Zayn" continua a dire Ana mentre l'uomo infila la mano nelle sue mutandine. "So che sono l'unica" dice la bionda nuda su di me. "Io mi fidavo di te" sussurra infine la ragazza dai capelli caramello.
"Noooo!" urlo. Sono tutto sudato e respiro a fatica. Ho il battito a tremila e il lenzuolo è a terra. "Cazzo" dico strofinando le mani sulla fronte. Non riesco a smettere di pensare al viso terrorizzato di Diana e ai suoi occhi grandi a cercare i miei. La sveglia si illumina e segna le 6, ma non riuscirò sicuramente a riaddormentarmi con i pensieri affollati da labbra piene e unghie viola. Devo assicurarmi che sta bene, che si fida di me e che continui a volermi nonostante le mie merdate. Mi infilo velocemente una maglietta degli ACDC e corro verso la finestra della mia migliore amica. Quando entro, la figura piccola di Ana è intrappolata nel piumone caldo. Le ciocche castane sono sparse sul cuscino e le ciglia lunghe le accarezzano le guance. Mi avvicino lentamente e il mio desiderio di baciarla aumenta quando vedo il labbro inferiore sporgere. Adesso sono in pace con me stesso, so di poterla proteggere da tutti, di poterla fare mia in qualunque momento. Allungo la mano e le traccio le labbra torturate. E' inspiegabile quello che sto provando ora: una scopata non raggiungerà mai un angelo raggomitolato tra le coperte in un triste lunedì mattina. La mia mano si muove libera sul suo viso, ma la ritraggo quando si sveglia di scatto e inizia a tremare. Ha il respiro ansimante e l'espressione terrorizzata. Appena mi vede si tranquillizza e fa vagare gli occhi blu sul mio corpo per accettarsi che non fosse lo stronzo ad averla toccata, ma solo il suo migliore amico. "Dio, sei tu" dice liberandosi dal piumone e abbracciandomi di colpo. "Sono io, piccola" "Te lo ha appena detto" ride. "Allora mi stai prendendo in giro?" chiedo sotterrandola tra le lenzuola grigiastre e iniziando a farle il solletico sulla pancia. "Zayn no" squittisce cercando di non urlare. Vederla sorridere così non riesce a farmi ragionare. Cado su di lei e le copro con una mano la bocca, mentre il sorriso continua ad accarezzarmi la pelle. "Ci sentiranno" le dico. Leva la mano dalle sue labbra e si avvicina a me facendo scorrere le dita piccola sulla barba che non rado da due giorni. "Hai ragione" mormora. Poggio la mano sulla sua coscia e sento la pelle vibrare sulle mie dita: mi manda fuori di testa sapere che solo io la faccio sentire così. Ingoiamo insieme il groppo in gola. "Ti ho sognata" sussurro. "Cosa?" i suoi zaffiri luccicano nella stanza buia. "Eri bellissima" dico infilandomi tra le sue gambe e facendo sfregare i bacini. Ora le cosce nude sono sul mio addome e le caviglie legate dietro alla mia schiena. Le sfioro una guancia e vedo il desiderio accumularsi negli occhi a mandorla. "Ero bella?" chiede mentre un sorriso accennato compare sul volto. "Eri sexy" sussurro sfiorandole il labbro inferiore. "Ti voglio" dico deciso mentre ormai le labbra si toccano quasi. "Ehm..." balbetta. La sveglia inizia a lampeggiare e Ana si allontana di scatto correndo a spegnerla. "Sono le 6:30" arranca mentre vedo che tenta di spegnere l'affare infernale. I capelli le coprono parte del viso e l'espressione è corrucciata. Il labbro sporge e gli occhi-calamita sono concentrati. Potrei prenderla su questo letto anche ora. Mi avvicino lentamente e poggio le dita sulle sue guidandole nei movimenti e facendo cessare il rumore terribile. Vedo la mano tremare e le guance accaldarsi. "Fatto" mormoro facendola sedere sulle mie gambe. Mi rivolge un sorriso timido e si accoccola al mio petto, mentre le accarezzo il braccio e le lascio qualche bacio sul collo. "Dianaa" urla una voce e un rumore di passi si diffonde nel corridoio e nella stanza. "Cazzo, papà" dice, alzandosi mentre io inizio ad entrare nel panico. "Nasconditi, qui" mormora. Corro dietro l'armadio mentre la porta si apre. Vedo l'ombra di Eric sul pavimento mentre Ana è sul letto con le gambe incrociate. Piccola, se non ci fosse tuo padre, cosa non ti farei. "Papà" il nervosismo nella sua voce è evidente. "Dada" dice suo padre mentre io trattengo una risata e intravedo lei alzare gli occhi al cielo. "Sai che odio quel nome" sbuffa. "Lo so, Dada" sorride chiudendo la porta. Ana si sta torturando le mani e il respiro è diventato affannoso. "E' tutto ok?" chiede Smith, sedendosi sul letto. "Sì" si affretta a rispondere la mia migliore amica. "Volevo parlare con te" dice cingendole una spalla. "Dimmi, papà" "Ti vedo triste Ana. Sei distante con tuoi fratelli, con me. Sei fredda, quasi assente. Stai male per qualcosa, per qualcuno?" Il dolore al petto aumenta ad ogni parola. Ana è stata male, in questo periodo, per tutte le mie stronzate. La verità è che non riusciamo a capire cosa vogliamo essere. Siamo fratelli dalla nascita, ma la voglia, la gelosia reciproca cresce ogni minuto. "No papà, sto bene" Il suo tono è lo stesso di questa notte, quando mi ha distrutto ricordandomi che non ci sono stato per lei quando ne aveva più bisogno. "Sicura, tesoro?" dice Eric abbracciandola più forte. "Alla grande" L'espressione vuota corre nella stanza e incontra il mio sguardo. "Mia" mimo con le labbra. Lei abbassa immediatamente i diamanti e li riporta su suo padre. "Sto bene, sul serio" "Bene allora, parliamo di altro" Ana si stringendosi meglio al suo petto. "Devo partire per un convegno in questi giorni" la informa Eric. "Quindi probabilmente starete con Ryan" "Per quanto starai via?" "Due, tre giorni credo. Perché?" "Nulla mi mancherai." "Anche tu tesoro. Ma forza, veloce che è tardi, Dada" ridacchia l'uomo dagli occhi ghiaccio. "Sì papà, mi sbrigo" dice rivolgendogli un sorriso luminoso e mettendolo alla porta. "D'accordo, muoviti, però" dice mentre la voce profonda, si disperde tra le scale. Ana ciondola per la stanza con i piedi nudi e alla fine sussurra allungando una mano :" Esci" La solita bellezza pura e la maglia che le cade sulle gambe completamente nude riescono solo a farmi vedere le sue labbra piene toccarsi le dita. "E' stato divertente" ridacchia. La prendo per un fianco e l'avvicino a me. "Mi dispiace. Non vorrei mai farti del male." mormoro. Ha gli occhi lucidi, ma piega le labbra all'insù. "Non mi fai del male. E' il nostro rapporto che ci fa male" sussurra stringendo il mio braccio. "Ci fa male?" chiede confuso. "Troppo" risponde. "Bene dovremmo allontanarci allora" sputo spostandola bruscamente. "Io non intendevo quello. Io solo..." balbetta. "Volevi dire quello, Diana." Quando sento la voce morbida chiamarmi, sono già nel cortile di casa Malik. E' così difficile con te, piccola.
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We are (not) just best friends||Zayn Malik
Fanfiction" Sentivo ancora le labbra gonfie per l'ennesimo bacio proibito. Gli accarezzai il petto e lui ci avvolse nel lenzuolo. Si avvicinò in modo lento e la voce rauca penetrò le ossa. Mi aspettavo le solite due parole: stiamo sbagliando. Dovetti ricreder...