14.Alive

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ZAYN'S POV

Ana scende le scale lentamente e le sue labbra piene rilasciano qualche sospiro. Si avvicina a noi e mantiene la distanza da entrambi. Ha paura, è ben leggibile negli zaffiri luminosi. Fa un sorriso tirato e si sistema i capelli velocemente. "Ciao Ana" Carter le si avvicina. "Ciao Sean" il viso si illumina del mio sorriso. La mia maglietta le scopre ogni cosa. "Ana" lei mi ignora e arrossisce alle cazzate sussurrate da lui nel orecchio. Comincia a baciarle il collo. Lei lo abbraccia e lo spinge su di sé afferrando i bicipiti. Lui le prende i fianchi e preme le labbra sulle sue. Lei ricambia e gli stringe i capelli in un pugno. "Ana cazzo" Io sono immobile, non riesco letteralmente a muovermi. Lancio pugni pesanti nell'aria. Lo ucciderei ora con le mie stesse mani: gli farei sbattere la sua testa di cazzo contro il parquet. Prenderei lei e la incatenerei al mio corpo, mentre quello stronzo sputerebbe il suo merdoso sangue per 5 mesi, se riuscisse a sopravvivere. Ora si stendono sulla poltrona reclinabile e iniziano a levarsi i vestiti. Lei gli sussurra: " Sono tua, mi fido di te" I piedi sono incollati alla stupida moquette a fiori, quando lui le apre le gambe e lei gode al suo tocco. Lui muove la lingua tra le sue cosce e lei grida il suo nome, tanto da rompermi i timpani. Sto morendo lentamente. Sono furioso, incazzato nero, vedrei la sua faccia merdosa spiaccicarsi sul pavimento. Urlo il suo nome, ma si scambiano un veloce "Ti amo", prima che lei scivoli in lui. Diana gli graffia la schiena, si lascia andare agli orgasmi, mentre lui ride guardandomi e divorandola maggiormente. "Chi è Zayn?" chiede lui. "Nessuno "dice la ragazza che mi fa impazzire, affondando nel piacere.

"O cazzo no!" grido in preda al panico. Sono zuppo, ho il respiro rotto e gli occhi dilatati. Sento la pelle morbida contro il mio corpo freddo, gelato. Ana ha avvolto le braccia intorno al mio petto e ha ancorato le gambe dietro le mie cosce. Mi stringe così forte, che la sento ansimare. Il suo orecchio è contro il mio cuore che non smette di fracassare le costole. Avvicina le meravigliose dita piccole e sposta i capelli sudati dalla fronte. Ha gli occhi ripieni di lacrime e il suo bellissimo viso è martoriato, è pieno del dolore che come sempre io le ho causato. Non importa come: riesco sempre a farla soffrire, volontariamente o involontariamente. "Ti prego, calmati" ha la voce roca. Starà piangendo da molto. Avrà tentato di svegliarmi, ma il mio essere cazzone nel fare incubi ha portato a questo. Era un incubo, un fottuto incubo. Carter non è mai venuto qui e Ana è contro il mio petto a sconfiggere i nostri demoni. La notte incombe ancora e quando do un veloce sguardo alla sveglia digitale sono le 3:48. Ana continua ad incastrare i nostri sguardi e non si muove dal mio corpo. Si avvicina al mio viso ed esplora i miei occhi. "Sono qui, Zayn. Proprio accanto a te e non potrebbe essere altrimenti" ho bisogno di queste parole ogni fottuto giorno della mia vita. Quando la mia mente smette di proiettare quelle fottute immagini, la avvolgo tra le mie braccia e la stringo ancora di più. Lei nasconde la testa nell'incavo del mio collo e lascia qualche bacio sulla scapola. Tocca il collo con le sue labbra piene, senza la passione di qualche ora fa, ma con una dolcezza tale da farmi quasi dimenticare Carter tra le sue gambe. Avvicina le nostre labbra ma rimane immobile e si limita ad incrociare gli sguardi. Mi accarezza i capelli e sono grato ad Eric per essere andato a quel convegno. "Mi hai sognata?" chiede cauta, labbra contro labbra. "Sì" sospiro, cominciando a muovere le mani tra i fili sottili caramello. "E' stato così infernale?" domanda con meno sicurezza nella voce e togliendo le ultime ciocche nere dalla fronte sudata. "Eri di un altro, era l'inferno." Strofina i nasi e chiude gli occhi, lasciando che le nostre guance si bagnino leggermente. "Lo sai che non è così" mi rassicura, gemendo quando le stringo un fianco. Capovolgo la situazione e lei è sotto di me con le mani a disegnare cerchi immaginari sul mio collo. La mia maglietta ad accarezzarle le forme piene e le gambe nude contro i miei fianchi stanno rendendo fastidiosi i boxer. Gli occhi straripano di desiderio e il labbro inizia ad essere torturato quando sposto il pollice sull'interno coscia. Trattiene a stento ansimi profondi quando la tocco con più decisione. Si sta contorcendo dal piacere, mentre le lascio un altro segno, che lei è fottutamente e interamente mia, da ogni punto di vista. Afferro la pelle con i denti e la spingo più vicina: sento che questo legame malato è la nostra salvezza e rovina, è la nostra possibilità di annientarci e di aggiustarci contemporaneamente. Questa catena che unisce un vestito crema, candido e dei capelli neri spettinati mi ha fatto capire che non saremo mai due amanti e litiganti eterni, due scopamici o una coppietta felice, ma solo noi stessi. Siamo diversi, ma so che lei si stancherà e correrà da qualcuno che potrà darle qualcosa di normale e io potrò al massimo accontentarmi di una Perrie o di una Maddie. Questi pensieri vengono eliminati da labbra piene che emettono in gemiti spezzati il mio nome. Quando mi allontano lascio un bacio sul segno viola che le segna la pelle. Spio nella mia maglietta e vedo che ne è ricoperta: è piena di me. I suoi occhi luccicano e mi attira più vicino al suo corpo minuto. "Dimmi che ti sei convinto" ansima ancora quando le bacio l'angolo della bocca. "Assolutamente" gemo nel suo orecchio quando indugia sulle V coperte dai boxer. Mi accarezza il petto e bacia dolcemente la mia guancia prima di poggiarsi al mio petto. Le circondo la vita con il braccio, di nuovo. "Siamo così incasinati" sospira Ana non smettendo di muovere le unghie curate sul mio collo. "Lo sap-" mi poggia un dito sulle labbra. "Ami scusarti sempre" si alza e illumina il mio mondo tormentato con quel sorriso, il sorriso di Norah che le disegna le labbra e la rende così felice, pura, il solito angelo. "Ci sono abituato con te e le mie solite merdate" le afferro le dita e le bacio la pelle, non smettendo di guardare gli zaffiri. Si acciglia e le guance si arrossano di rabbia. "Perché devi pensare questo?" mi chiede allontanandosi. In questo momento la bacerei fino a non farla più respirare solo per le sue sopracciglia arcuate leggermente aggrottate e per il suo essere fottutamente adorabile anche così. "Frustami per i miei cattivi comportamenti" dico riavvicinando il suo corpo caldo al mio in un attimo. Diventa bordeaux e mi dà uno schiaffo dolce sul petto e mi sorride, ancora. "Sei così..." è ancora rossa mentre lascia la frase in sospeso. "Così bello, perspicace, legato inevitabilmente a te?" domando sfiorandole le labbra. Ride leggermente e riprendiamo il solito gioco di toccarci appena. Ieri è stata un'eccezione, la migliore eccezione alle regole che avessi mai potuto fare. "No così perverso e dannatamente ossessionato dal sesso" le guance sono di nuovo accese di un profondo rosso quando mormora le ultime parole. Il mio petto si muove velocemente quando le nostre risate si disperdono nella stanza. "E' questa la parte migliore, piccola." Raccolgo con le dita i residui di lacrime ai lati degli occhi e continuo a sentirmi in colpa forse più di prima. Questo spinge in me qualcosa: la devo lasciare andare ma cambio idea quando la luce sottile della luna le disegna il viso. Le poggio una mano a coppa sulla guancia e mi giro completamente verso di lei, intrecciando le gambe. La accarezzo lentamente mentre mi godo questo momento a pieno. "Dimmi che non ti arrenderai a qualunque cosa siamo. Promettimelo" le sussurro. Non dice niente, rilega tutto al mio corpo: braccia, gambe, anima. "Promesso" mormora. Non so per quanto tempo restammo così, a guardarci, a sfiorarci, a volerci, non lo so davvero. So soltanto che avrei voluto che non finisse mai.

We are (not) just best friends||Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora