Capitolo X ~ Tu mi appartieni.

3.3K 198 12
                                    

[Continuo a 20 voti e 5 commenti]                       

"Ad un certo punto non sarai più in grado di capire se quello che provi potrà farti più bene o più male, ma gli appartieni interamente."

— Massimo Bisotti.

❄️❄️

Alice continuava a guardarsi intorno nella camera del biondo. Non appena quel pomeriggio l'aveva visto lo aveva maledetto, e aveva maledetto anche se stessa e sua madre. Non voleva che Luke domandasse o sapesse. Non voleva parlare con nessuno di ciò che succedeva dentro le mura di casa sua.

Il ragazzo fece rientro nella camera, si diresse verso l'armadio ed estrasse una maglia con su scritto: "YOU COMPLETE MEss", gliela porse.

«Puoi usare questa per dormire», la informò. 

Alice afferrò la maglia e la fissò a lungo. Quel giorno non le andava proprio di parlare, aveva solo voglia delle sue marlboro rosse, del suo letto e della sua musica. «Grazie», disse. Ma fu appena udibile. 

  «Comunque la cena è pronta.»

  «Non ho fame.»

Luke corrugò la fronte e le regalò un quasi-sorriso.  «Il cibo è una delle cose più belle del mondo, Ice. Tu ora scenderai al piano di sotto e cenerai, fine della discussione.»

La prese per il polso ossuto e la trascinò al piano di sotto. Non aveva neanche la forza di protestare, si sentiva come se le avessero risucchiato tutta l'energia dal corpo. Neanche il suo cervello funzionava come al solito. Infatti, quando il ragazzo le mise davanti un sostanzioso piatto di spaghetti al sugo, il suo pensiero non andò subito a quanti esercizi avrebbe dovuto fare, a quanti chilometri avrebbe dovuto correre per smaltire il tutto. Semplicemente, stette in silenzio e mangiò. 

Ogni boccone, però, veniva masticato almeno venti volte. Infatti, quando Luke aveva finito già da un pezzo, Alice era a mala pena a metà. 

Il biondo continuava ad osservarla. Alice aveva capito che stava morendo dalla voglia di domandarle cosa fosse successo. Sapeva che non le aveva creduto, anche se ci aveva sperato. 

Una volta finita metà della pasta, Alice si era rifiutata di ingerire un altro boccone e Luke si era offerto volontario, finendo tutta la pasta rimanente. 

«Lavo io i piatti», si propose la ragazza.

«Oh, no. Non dire stupidaggini, c'è Bertha per questo.»

«Chi?» 

«La domestica.» 

Giusto, Alice dimenticava sempre che Hemmings era ricco da far schifo. Più volte si era domandata se al posto della carta igienica usassero i rotoli di banconote in quella casa. Il campanello suonò,  Luke si irrigidì immediatamente. Forse si vergognava di aver portato una comune mortale neanche benestante a casa sua, ed uno dei suoi avrebbe benissimo potuto darle l'importanza di un barbone. Non che la cosa le importasse, comunque.

Il ragazzo andò ad aprire al portone principale, quando tornò in cucina, con lui comparve quella che Alice suppose fosse la madre. Era una donna veramente bella, alta e dalla figura slanciata. Era vestita di tutto punto e sembrava star pregando il figlio di partecipare a qualche strano evento.

«Smettila, non ci vengo.»

«Ti prego, tuo padre ci tiene tantissimo, ci sarà anche Jack.», continuava a pregarlo in modo lagnoso.

Pure Heroin ~ L.H Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora