"E quanti pianti?
Quanti?
Quanti massacranti istanti?
Quanti cazzo di problemi hai?
C'hai 17 anni."— Salmo.
❄️❄️
Alice aveva sempre amato la letteratura, specialmente i classici inglesi.
Pride and Prejudice di Jane Austen, era uno dei classici per eccellenza ed uno dei libri preferiti della ragazza.
Il compito per lei fu una passeggiata e nonostante il professore inizialmente si fosse trovato in disappunto per poterle permettere di fare il compito, alla fine l'aveva vinta lei, come al solito.- Le farò fare il compito ad una sola condizione - le aveva detto l'uomo.
- Quale? - aveva domandato pur sapendo che avrebbe accettato.
- Le domande saranno diverse rispetto a quelle che ho dato ai suoi compagni. Io non posso sapere se lei è mancata perché era impreparata e vuole fare il compito oggi solo perché qualche suo compagno ha avuto la brillante idea di passarle le domande.-
- Me le può dettare anche adesso.- aveva risposto sicura lei.
Infatti, quaranta minuti dopo, sotto gli occhi sbalorditi di tutti i presenti, professore compreso, poggiò sulla cattedra il test svolto.
Mr. Hills aveva attaccato un banco alla cattedra e l'aveva fatta sedere lì, al suo fianco, per essere sicuro che non potesse copiare in alcun modo.
Ma Alice non aveva bisogno di copiare.- Sono sbalordito.- ammise dopo aver letto le risposte.
Una grande "A+" in rosso era stata posta all'angolo del foglio. Fiera di se stessa, la ragazza andò a riprendere posto accanto a Lily, davanti aveva Hemmings, e si era ripromessa che quel giorno neanche lui le avrebbe rovinato l'umore. Rare volte accadeva che Alice lo fosse, non felice ma non-triste e non-arrabbiata e non-andate-tutti-fottutamente-a-fanculo.
Quando la campanella suonò segnando così la fine della lezione, Lily si congratulò con lei. Le regalò un sorriso ed entrambe andarono in mensa.
Era la prima volta, in un mese che era in quella scuola, che vedeva la mensa.
Era grandissima e c'era un buon profumo nell'aria, cosa alquanto strana, per le mense. Ma dopotutto, la Green era una scuola privata dove a poco avrebbero fatto pagare anche l'aria che si respirava e del buon cibo allora, era il minimo che il preside potesse garantire agli studenti e ai loro genitori che sborsavano somme esorbitanti per poter mantenere i figli in quella prestigiosa scuola.Lily la scongiurò di andare a sedersi insieme a lei, Calum e gli amici del ragazzo.
Ma ciò nella mente di Alice significava una sola cosa: condividere il suo spazio vitale con Luke Hemmings.Alzando gli occhi al cielo, accettò e così presero posto. Luke era davanti a lei. Lo ignorò per tutto il tempo, nonostante a volte si sentisse i suoi occhi addosso, e si concentrò perlopiù su Michael ed Ashton.
Michael e lei sarebbero diventati ottimi amici, era stata la prima cosa che aveva pensato non appena aveva visto i suoi capelli sbarazzini.
- Anch'io pensavo di tingerli, il castano mi ha seccata.- disse al ragazzo.
- Non osare rovinarti i capelli!-Alice alzò lo sguardo guardando Luke in modo torvo, in suo sopracciglio non poté fare a meno di alzarsi - Non ricordavo di aver chiesto la tua opinione, Hemmings - sbottò.
Luke ricambiò la sua occhiata con altrettanto odio. Fece strisciare la sedia sul pavimento, creando un rumore fastidioso tanto quanto un moscerino in un occhio, si alzò e uscì per andare a fumare probabilmente. Alice non poté farne a meno, seguì la sua sagoma finché non riuscì più a vederlo o a distinguerlo dalla massa di studenti.
Non riuscì a mangiare.
❄️❄️
- Sono a casa! - urlò una volta sorpassata l'entrata.
Nessuno le rispose, ma la luce della cucina era aperta, segno che comunque sua madre c'era, oppure che dei ladri, essendosi stancati, avessero deciso di farsi un bel caffè.
- Mamma? - tentò nuovamente.
Quando non ebbe, ancora, nessuna risposta, si avviò verso la cucina. Sua madre era seduta sul pavimento, era priva di sensi e una bottiglia di vino oramai vuota, era adagiata al suo fianco.
Doveva essere successo qualcosa, per forza. Qualcosa doveva averla turbata tanto da farla cedere nuovamente all'alcool. Sembrava andare tutto bene nella sua vita, a parte la figlia ovviamente, non beveva da mesi.
Si affrettò ad affiancarla. La scosse un po'. Sua madre aprì gli occhi piccoli e castani, erano intrisi di sangue. - Mi dispiace - farfugliò, mentre Alice cercava di alzarla per poter andare in salotto e farla stendere sul divano.
Non aveva mai apprezzato quella donna. L'aveva sempre ritenuta debole da un punto di vista psicologico.
Si sedette accanto a lei, sua madre continuava a farfugliare frasi senza alcun nesso logico.
Suonarono al campanello, non andò a rispondere sperando che chiunque fosse, se ne sarebbe andato pensando che non ci fosse nessuno in casa nonostante la macchina parcheggiata fuori.
La persona però, era parecchio insistente, tanto che dopo aver coperto Ellen con un plaid, andò ad aprire.- Che diavolo ci fai qui? - disse socchiudendo il portone di casa ora alle sue spalle.
- Sembra che tu ce l'abbia con me.-
Luke Hemmings stava davanti ai suoi occhi in tutta la sua altezza e bellezza. La fronte corrugata, le labbra perennemente screpolate, la pelle pallida e fredda. Una volta era arrivata a sognare che fosse un vampiro, poi si era ricordata di essersi addormentata leggendo un libro fantasy ed aveva accartocciato l'idea.
- Hemmings, non è il momento di parlarmi delle tue sensazioni del cazzo ho altro a cui pensare.- sbottò scocciata.
Fece per rientrare e chiudere la porta, ma Luke mise il suo dannato piede di mezzo impedendoglielo.
- Ti stavo parlando cazzo. - asserì il biondo.
Si sentì un tonfo proveniente da dentro. Sicuramente Ellen era caduta dal divano.
- Ed io ti ho detto che ho cose più importanti da sbrigare - cercò di chiudere nuovamente la porta, inutilmente.
- Che cos'è stato? - domandò Luke avanzando e cercando di guardare oltre la sagoma della ragazza.
- Niente che ti riguardi. Ora devo proprio andare, quindi togli questo fottuto piede da qui ed usalo insieme all'altro per andartene.-
Luke fece come chiesto, tolse il piede. Sembrava incazzato, ma Alice aveva seriamente cose più importanti a cui pensare.
- 'Fanculo Parker.- disse per poi andare via sul serio.Alice chiuse la porta e andò a cercare sua madre, nuovamente a terra, letteralmente in una pozza di vomito.
Dovette portarla in bagno, farle una doccia fredda, cambiarla e metterla a letto.
La casa puzzava di vomito, perciò dovette affrettarsi a pulire per bene il salotto.
Preparò ad Ellen un tè caldo, glielo lasciò sul comodino, poco prima di chiudere la porta della camera udì la frase che sapeva sarebbe uscita dalle sue labbra prima o poi.
- Ha chiamato tuo padre, vorrebbe vederti.-Alice chiuse la porta della camera della madre e si rintanò nella sua, al buio, senza mangiare.
❄️❄️
Autrice
Salve, ecco che iniziamo a scoprire pian piano dei particolari della vita dalla protagonista.
Andando avanti scoprirete sempre di più le motivazioni che spingono Alice ad avere questo pensiero sulla madre, cosa la spinge a provare astio nei suoi confronti.Un bacio,
Sara x.
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Pure Heroin ~ L.H
FanfikceEravamo davvero troppo giovani per essere così tristi. Eravamo tutto ciò che la società disprezzava, eravamo il rifiuto della società. Eravamo figli della notte, del buio, delle tenebre. Indossavamo le nostre giacche di pelle, i jeans strappati e...