Non puoi salvare le persone.
Puoi solo amarle.~ Friedrich Nietzsche.
***
A volte, Alice, aveva creduto di essere veramente pazza. I medici continuavano a parlare con sua madre, li poteva vedere dal vetro che rendeva la stanza insonorizzata. Ellen portava il suo sguardo sulla figlia e la sua espressione non prometteva niente di buono.
Erano dovute tornare al Sydney Mental Institution per effettuare una visita di controllo.Ad Alice i medici avevano riferito che avrebbe potuto tornare a casa, ma doveva sottostare ad alcune regole. Doveva prendere sempre i farmaci alle ore indicatole per il disturbo della personalità che le era stato affibbiato con forte dissenso, non poteva bere alcolici o assumere droghe e, ovviamente, almeno una volta a settimana doveva tenere una seduta con lo psicologo. La dottoressa Sullivan era andata via, al suo posto era subentrato il dottor Williams.
Era strano e ad Alice non piaceva per niente, con i suoi stupidi occhiali alla Harry Potter e i suoi capelli ricci, sempre crespi e disordinati e la sua barba troppo folta.
Non si fidava di lui.Alice continuava ad osservare il dottor Williams e sua madre discutere. Non capiva cose stesse accadendo, ma era quasi del tutto sicura che stesse raccontando ad Ellen delle grandissime idiozie.
Circa dieci minuti dopo, erano in macchina dirette verso casa. Ellen non aveva proferito alcuna parola e la cosa era alquanto preoccupante.
- Cosa ti ha detto il dottor Williams? - Domandò.
Ellen strette le mani intorno al volante, deglutì. - Ha detto che forse dovranno aumentarti i farmaci. -
- Gli hai detto che sto bene? Che sto rispondendo bene alle cure? -
Ellen però non rispose. Stette in silenzio finché non arrivarono a casa. Alice non capiva cosa stesse succedendo, non capiva perché volessero aumentarle i farmaci. Si sentiva bene, aveva recuperato a scuola - anche se era stato veramente difficile - e probabilmente sarebbe riuscita ad arrivare al suo ultimo anno senza dover fare i corsi estivi.
Stava seguendo le regole che le erano state imposte alla lettera, dovendo spesso, evitare di uscire con i suoi amici per non rischiare di farsi trascinare e mischiare allora alcool con i farmaci.
Tutto quello per cosa? Per rischiare di diventare una persona perennemente sedata?Alice seguì la madre dentro casa.
- Perché permetti loro di farmi questo? Io sto bene! - Ribadì.
Quando Ellen si voltò, i suoi occhi erano colmi di lacrime al che Alice si tirò indietro, confusa. Perché stava piangendo sua madre? Non ci stava capendo niente.- Mi puoi dire cosa sta succedendo? - Sbottò preoccupata.
Ellen sospirò. - Ieri è venuta a trovarti Lily, ricordi? -La ragazza annuì. Il giorno prima lei e Lily avevano guardato un film insieme e poi aveva accompagnato a casa la ragazza poiché, stranamente, si era presentata da lei senza alcun preavviso e aveva detto di esser venuta a piedi.
- Sono salita in camera tua per portarvi i biscotti e quando ho aperto la porta eri da sola, tesoro. Però ti comportavi come se Lily fosse lì con te. Anche in macchina eri da sola. Puoi chiamarla, io l'ho fatto e ti dirà di essere stata tutto il tempo dal suo ragazzo. -
Impossibile, pensò Alice. Non poteva essersi immaginata tutto. Lei ricordava perfettamente tutto quello che si erano dette, i film che avevano guardato insieme e ricordava che una volta riaccompagnata a casa, Lily si era voltata verso di lei, con il suo solito sorriso e le aveva detto: "Sii prudente, mi raccomando. Mandami un messaggio appena torni a casa."
E lei lo aveva fatto.
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Pure Heroin ~ L.H
FanfictionEravamo davvero troppo giovani per essere così tristi. Eravamo tutto ciò che la società disprezzava, eravamo il rifiuto della società. Eravamo figli della notte, del buio, delle tenebre. Indossavamo le nostre giacche di pelle, i jeans strappati e...