2 capitolo.

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Fa un primo lungo tiro, si allontana e si gira per andare via senza dire nulla. Così dico ad alta voce mentre lui è di spalle:

- Prego, eh?

- Ci si vede ragazza- dice alzando la mano destra come per salutarmi, ma non si degna neanche di voltarsi.

Io finisco di fumare la mia sigaretta proprio nel momento in cui mi raggiungono i miei amici, scegliamo un posto isolato della spiaggia per goderci un po' di tranquillità. Odio quando sono distesa al sole e la gente accanto a me urla o schiamazza. Claudio si avvicina per chiedermi di fare un bagno ed io acconsento. Sarà il primo bagno di questa estate.

- Clà ma che corri?- dico alzando un po' la voce per farmi sentire da lui che stava già un po' di metri più avanti.

- La sabbia scotta e se permetti ci tengo a non ustionarmi la pianta dei piedi stronza.- mi risponde facendomi notare che lui a differenza mia è senza ciabatte.

Io le lascio vicino la riva, non penso che qualcuno le prenderà, anche perché proprio lì vicino sono sedute Elena e Giorgia. Gli daranno un occhio loro.

Nell'istante in cui l'acqua gelida mi investe sento un brivido percorrermi tutta la spina dorsale, ma non è per il freddo. E' come una sensazione di libertà, mi rilasso immediatamente lasciandomi galleggiare ma il mio momento di tranquillità svanisce subito. Claudio si getta su di me cercando scherzosamente di farmi annegare, rido così tanto che non ho il tempo di prendere aria quei pochi secondi che mi permette di risalire su a galla. Mi lascia andare solamente perché arriva Edoardo in mio aiuto, un altro nostro amico. Io e lui abbiamo avuto qualche storia in passato ma nonostante quei sentimenti leggermente più intensi che ci hanno legati, siamo comunque riusciti a restare veri amici. Comincia a schizzare con l'acqua Claudio in modo da permettermi di allontanarmi e sfuggirgli, sembriamo dei bambini in questo momento. Devo dire che però non mi dispiace, quest'anno abbiamo dovuto affrontare situazioni molto pesanti e un po' di sano divertimento ci sta. Ci sono stati dei momenti in cui ho creduto che fosse impossibile che dei diciottenni come noi si fossero trovati ad affrontare problemi così enormi e delicati, ma pian piano ne stiamo uscendo.. insieme, come sempre.

-Grazie Edo, gli salto addosso stringendo le mie gambe attorno ai suoi fianchi.

- Per te questo e altro Annù.- risponde lui. Mi chiama così da quando ci siamo conosciuti sette anni fa.

-La smetterai mai di chiamarmi Annuccia? Non sono più così piccola.- decido di dare voce ai miei pensieri.

- No, non smetterò mai. Tu resterai sempre la mia piccola.- mi sussurra all'orecchio.

Non posso fare a meno di sorridere nel sentire quelle parole; passiamo decisamente un bel pomeriggio e arrivate le sette di sera decidiamo di rientrare in casa in modo da avere il tempo di prepararci per la serata. Non sappiamo ancora di preciso cosa faremo ma di sicuro non resteremo a letto.

-Elena ma che ti stai facendo nuova? Spicciati che devo lavarmi anche io!- urlo bussando contro la porta del bagno che è occupato da Elena da ormai mezz'ora.

A quel punto sento la chiave girare nella serratura e da una nuvola di vapore spunta la mia amica avvolta in un accappatoio completamente rosa.

-Ah, bello. Non sapevo ti piacesse il rosa.- le dico scoppiando a ridere, so che lei odia quel colore.

-Mia madre ha sbagliato a fare la lavatrice e questo è ciò che ne è uscito fuori.- risponde fingendosi più seccata di quel che realmente è.

Mi limito a ridere e mi precipito dentro la doccia, ho estremamente bisogno di scrollarmi di dosso tutta questa sabbia e anche qualche pensiero di troppo.

-Che vuol dire Butch? -Niente.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora