8 capitolo.

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|| Ci tengo davvero tanto al fatto che leggiate questo capitolo con la canzone qui sopra, io l'ho scritto mentre la ascoltavo. Mi raccomando, mettetela a bassissimo volume e leggete. Spero vi piaccia!:)||

Alzo il viso per guardarlo, siamo vicini, troppo vicini. Il suo sguardo è intenso ma come sempre indecifrabile. Respira così pesantemente che vedo il suo petto alzarsi e abbassarsi notevolmente. Anche io sono tesa quanto lui, faccio fatica ad inghiottire il groppo che ho in gola. Vuole baciarmi, ma non posso. Siamo entrambi ubriachi.

- Sì, hai fallito. Non ti darei mai un bacio da ubriaca.- in fondo sono sincera, ma devo dire che mi sto impegnando parecchio per evitare di fiondarmi sulle sue labbra.

- Ho sbagliato strategia allora.- poi ci pensa un po' su..- Aspetta, non me lo daresti mai da ubriaca, hai detto, quindi da sobria sì?- chiede sorridendo leggermente.

Quel sorriso mi fa impazzire, ancor più della vicinanza.

- Non si sa, dipende.- sono ubriaca e fare la difficile mi diverte un sacco.

- Da cosa dipende?- chiede lui guardandomi insistentemente le labbra che sono a pochi centimetri dalle sue.

- Domanda troppo complicata.- scoppio a ridere. E lui con me.

- Devo tornare a casa adesso.- dico sperando di far prima dei miei amici.

- Ti accompagno, dai.- dice lui dolce.

Provo ad alzarmi ma non riesco a reggermi in piedi, ho addirittura i tacchi. Lui mi sostiene e si gira a guardarmi.

- Tu così a casa non ci puoi arrivare, sali sulle mie spalle.- mi dice quasi rimproverandomi.

- Heii, ti ricordo che sei stato tu a farmi ubriacare caro il mio signor Butch.- dico con una voce che non riconosco come la mia.

- L'ho fatto per una buona causa.- ride mentre mi aiuta a salire sulle sue spalle.

- Coglione. Che poi non ho ancora capito che vuol dire Butch.- stringo le mie gambe attorno la sua vita e porto le braccia attorno il suo collo per evitare di cadere.

- Te l'ho già detto, non vuol dire niente.- comincia a camminare ed io gli indico la strada da fare.

Tra una risata e l'altra arriviamo davanti l'appartamento, fortunatamente tutte le luci sono spente, segno che nessuno è ancora rientrato. Tiro infatti un sospiro di sollievo.

Genn mi poggia delicatamente per terra e si volta verso di me.

- Grazie.- sussurro.

Lui sospira e fa un cenno con il capo, come se volesse dire 'di nulla'.

Mi dirigo verso la porta e dopo qualche tentativo riesco ad inserire la chiave nella serratura, fortunatamente ognuno ha la sua copia. Nel momento in cui sto per entrare, Genn mi afferra la mano e mi attira a sé. E' sul punto di baciarmi quando mi volto in modo da scansare le sue labbra. Non voglio davvero che accada mentre non siamo lucidi.

- No, eh?- chiede lui in un sussurro abbassando il capo, mortificato.

- No.- dico con un filo di voce.

Lui mi lascia un dolce bacio sulla guancia e con altrettanta delicatezza mi sussurra all'orecchio..-Buonanotte, piccola.-

Io sorrido silenziosamente ed entro in casa, lasciando la sua mano. Le avevamo tenute incrociate fino a quel momento.

Ho il tempo di cambiarmi e mettermi a letto che sento i miei amici rientrare. Decido di far finta di dormire. Sento entrare qualcuno nella mia stanza, ma non è Elena, i passi sono più pesanti. Cazzo, Edoardo. Mi aveva avvertita che avrebbe dormito qua stanotte. Lui si sistema e poi si distende sul letto accanto il mio.
Io non riesco a prendere sonno, penso a Gennaro, a questa serata. Ma soprattutto alle sue parole, cosa devo aspettarmi da lui? Se fosse un ragazzo normale, come tutti gli altri, direi che è interessato a me. Ma lui è strano, non saprei dire cosa gli passa per la testa. E' particolare, diverso ed interessante allo stesso tempo. I suoi occhi blu spesso mi fanno paura, insieme a quelle occhiaie. Non penso siano dovute al poco riposo. Mi guarda così intensamente che sembra mi stia spogliando, di tutte le mie difese; di tutti i muri che mi costruisco intorno per evitare di essere delusa. Lui li sta buttando giù, uno ad uno. Senza chiedermi il permesso. Ed è per questo che mi fa paura, sta calpestando le mie sicurezze, rendendomi debole, vulnerabile. Ma allo stesso tempo mi sta risollevando, sta ponendo egli stesso come una sicurezza per me. Eppure non lo è, non può esserlo. E' un enorme punto interrogativo, un ragazzo totalmente inaffidabile. Ma ciò nonostante io mi affido sempre a lui, mi lascio guidare dalla sua incoscienza e mi abbandono alle sue proposte. Cosa vuole da me? Ma soprattutto gli permetterò di prendersi ciò che vuole? Una voce interrompe i miei pensieri, forse dovrei esserle grata..o forse no.

- Dormi, piccolina?- è strano sentirmi chiamare in quel modo, lui lo ha sempre fatto, ma in questo momento non può che ricordarmi Genn, la sua buonanotte.

- No.- dico piano.

- Mi ospiti per un po' nel tuo letto?- chiede speranzoso.

- Certo, vieni.- dico facendogli spazio.

Lui si distende accanto a me, poi ci mettiamo entrambi su un fianco in modo da poterci guardare. I suoi occhi sono belli come sempre, ma mi osservano in modo strano. Così decido di parlare.

- Che c'è?- chiedo gentile.

- Com'è andata con il biondino?- sussurra accarezzandomi dolcemente il viso e portando una ciocca di capelli, che mi era ricaduta sul viso, dietro il mio orecchio.



|| So che è molto corto, perdonatemi. Ah, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e della scelta di "allegarvi" la canzone con la quale l'ho scritto. Ci tengo:).


-Che vuol dire Butch? -Niente.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora