Capitolo 12 - 13 dicembre 1865

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A Puente Viejo oggi era arrivata la neve. Come sempre gli adulti erano infastiditi perché dovevano pulire le strade per arrivare in piazza con i carri, mentre per i loro figli significava che mancava poco a Natale. Francisca aspettava sempre con ansia questo periodo dell'anno, le piacevano la neve, i dolci, i regali, i canti, le decorazioni.. Insomma, tutto.

Erano vent'anni che la mattina del 13 dicembre appena si svegliava, correva alla finestra per vedere se c'era la neve. Quando era già bianco per terra significava che per lei sarebbe stato un Natale felice, se invece non c'era traccia di neve, presagiva brutti momenti. Oggi come sempre, si precipitò alla finestra e vide la neve. Per qualche momento rimase immobile a contemplare lo spettacolo poi capì cosa tutto ciò significasse: felicità.
Come poteva essere felice senza Raimundo? Come?
"Sicuramente starai sognando Francisca" - si disse - "Eppure so di essere sveglia, che senso ha tutto ciò? E se questa volta si fosse sbagliata e neve fosse sinonimo di tristezza? E se Raimundo tornasse?!" - gli occhi le si illuminarono al solo pensiero di riaverlo vicino ma poi si rese conto che non sarebbe cambiato niente se lui fosse tornato e non l'amasse più...

"Buongiorno padre..."

"Buongiorno figliola" - l'accolse lui con un bacio sulla guancia

"La tata dov'è?"

"In cucina Chiqui, tutto bene?" - non rispose e andò a cercarla. Possibile che quel Raimundo Ulloa la facesse soffrire tanto?! Sì, in fin dei conti era un Ulloa, e quel cognome non mentiva.

"Buongiorno tata..."

"Buongiorno Francisca! Cosa ci fai qui?" - nascose velocemente la lettera nella tasca del grembiule e si girò verso di lei - "Come mai quel faccino triste? È il 13 dicembre e c'è la neve!"

"Non riesco a capire perché ci sia, non può essere un Natale felice senza Rai..."

"E  chi ti dice che non tornerà?"

"Sai qualcosa?"

"Non ti dirò niente fino a che non ti sarai cambiata e avrai fatto colazione!"

"No tata! Dimmelo ti prego!!!"

"Se vuoi saperlo sai già cosa fare signorina!"

"Uff!" - sbuffò tornando in salone di corsa. Dopo dieci minuti Francisca stava già correndo in cucina con un biscotto in bocca  ancora da finire di masticare.

"Piccola peste!" - rise vedendola tutta indaffarata a ingoiarlo il prima possibile - "Non cambierai mai!"

"Allora???" - chiese appena riuscì a mandarlo giù - "Non hai più scuse tata dimmi tutto quello che sai"

"Ieri sera mi è arrivata una lettera di Raimundo.."

"Davvero?" - stava per mettersi a saltare dalla gioia ma si trattenne

"Si bambina! E c'è anche una lettera per te!"

"Pe-per me?"

"Si" - le confermò sorridendo - "Cosa aspetti? Forza, leggila" - la spronò tendendole la lettera. Francisca la prese tra le sue mani tremanti e a fatica iniziò a leggerla. Leonor la fissò attentamente mentre il suo viso passava dalla paura, alla rabbia, alla gelosia fino ad arrivare all'amore e alla felicità.

"MI AMAAAAAAA!" - urlò ridendo tra le lacrime, abbracciò Leonor, fece piroette per la cucina, iniziò a saltare, corse in camera per mettere al sicuro la lettera ed infine si precipitò fuori casa.

Appena uscita corse fino al loro platano, fece un respiro profondo ed urlò: TI AMOOO!

Dear Santa: I want himDove le storie prendono vita. Scoprilo ora