Capitolo 18 - 19 dicembre 1865

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A Puente Viejo, la segnalazione della guerra civile che era scoppiata a Toledo, era giunta solo il giorno dopo rispetto a Madrid.
Enrique stava leggendo il giornale come ogni giorno, commentando le notizie di politica ed economia, quando, leggendo un articolo laterale, gli cadde l'occhio su un ritratto che veniva riportato.

La stessa cosa capitò a Catalina, che sfogliando il giornale, riconobbe Raimundo.

Leonor scese le scale con il vassoio della colazione e vide appoggiato su di esso il giornale con il ritratto ben in vista, in un primo momento non ci fece troppo caso, ma quando ragionò e lesse la notizia, il vassoio le cadde a terra rompendo tutto ciò che conteneva.

"Povera la mia bambina!" - una lacrima le rigò la guancia - "Nostro Signore, fate che il signorino Raimundo riesca a tornare a casa sano e salvo, non permettete che questi due ragazzi soffrano ancora". Anche Catalina pregò per lui, ancora e ancora. Nel frattempo i suoi signori vennero a conoscenza dell'accaduto a Toledo e preoccupati iniziarono a discutere sul da farsi.

"Non può essere!" - esclamò Enrique: «Sono molte le persone prese in ostaggio dai ribelli, tra queste il ragazzo che vedete nel ritratto».

"Spero soltanto che Francisca non ne sia a conoscenza, povera bambina... Quel ragazzo non si merita una fine del genere, ora mi rendo conto che aveva ragione Francisca, che forse lui è l'unica persona a posto della sua famiglia: educato, gentile, corretto, simpatico" - così dicendo uscì di casa per controllare le condizioni dei campi e delle attrezzerie dopo la nevicata di questi giorni.

"Don Enrique!" - lo fermò Pablo, il ragazzo addetto a portare la posta a La VIlla

"Pablo, hai qualcosa per me?"

"Sì signore, un telegramma da Madrid" - glielo porse - "Grazie puoi andare".

Torno domani. Raimundo in pericolo. Francisca.

La sua bambina era al corrente di tutto, avrebbe voluto starle vicino in questi momenti difficili ma purtroppo erano distanti.

A La Traba si potevano sentire solo urla e preghiere - "Ramón, ti ho detto che non penso di rimanere qui a fare niente mentre mio figlio è nelle mani di quei farabutti!"

"Non posso consentire che tu venga con me, è una situazione molto pericolosa e tu potresti rimanerne pregiudicata oppure Raimundo stesso. Andrò io da solo, tu rimarrai qui insieme a Catalina che ti farà compagnia." - prese dei soldi dalla cassaforte e uscì dallo studio dando per conclusa la conversazione.

"Ramón!!" - tentò lei in vano di fermarlo, lui non l'ascoltò e proseguì.

Isabel, triste, si sedette su di una poltrona. Da quando aveva saputo la notizia, aveva sempre cercato di fare finta che non la preoccupasse più di tanto ma era pur sempre suo figlio, sangue del suo sangue...

Ramón, arrabbiato, fece velocemente i suoi bagagli, sapeva che non aveva un minuto da perdere, ogni secondo era prezioso per salvare la vita di suo figlio.

"Se solo non si fosse innamorato di quella stupida ragazzina! È tutta colpa sua se mio figlio ora è in pericolo, altrimenti ora sarebbe qui con me. Questa me la pagherai Francisca Montenegro! Appena avrò salvato mio figlio faremo i conti."

Dear Santa: I want himDove le storie prendono vita. Scoprilo ora