Raimundo, con la ferita al braccio che faceva ancora male, un livido che gli copriva metà viso e un altro nell'addome, resisteva da vari giorni in quella stanza d'albergo sempre sorvegliato da Aldo; ogni tanto gli portavano un po' d'acqua e del cibo ma sempre troppo poco per le sue condizioni. Per controllarlo meglio gli avevano legato i polsi dietro la schiena ed, ulteriormente, ad una colonna nella stanza.
Dopo quattro giorni di viaggio, a causa dei controlli, della sua età e degli scarsi mezzi a sua disposizione per andare a Toledo senza farsi notare, era finalmente arrivato.
Anche lui, come il figlio, aveva capito che per entrare in città senza dare troppo nell'occhio, avrebbe dovuto mettersi dei vestiti rovinati e tenere i soldi nella giacca e non nella valigetta. Lasciò i suoi pochi bagagli in una pensione all'entrata della città e a piedi si diresse verso la piazza principale dove aveva scoperto fossero avvenuti tutti gli scontri.
Arrivato vide l'albergo e decise di entrare, senza avvisare la Guardia Civile. Dopo aver girato alcune stanze finalmente trovò quella dove era tenuto Raimundo e bussò:"Chi è?" - chiese Aldo
"Sono il padre del ragazzo che tenete in ostaggio!" - affermò con voce sicura. Era certo di poter negoziare con loro e ottenere la libertà di suo figlio. Aldo guardò Raimundo con un sorriso malefico e lui ricambiò con uno sguardo misto a stupore e rabbia. Il sequestratore andò ad aprire la porta e fece passare Ramón.
"Bene... Quindi voi sareste suo padre..." - mentre diceva questo, padre e figlio si scambiarono uno sguardo d'affetto e preoccupazione - "Che ti hanno fatto figliolo? Come ti senti?" - fece per avvicinarsi a lui ma arrivarono anche gli altri due malviventi e gli puntarono una pistola alla schiena - "Non muovetevi o vi sparo!" - Ramón rimase immobile - "Che cosa volete?"
"Sono venuto a trattare con voi"
"Potete girarvi" - obbedì agli ordini e si voltò - "Cosa siete venuto a proporci?"
"Ho con me tremila pesetas e sono disposto a darvele se lasciate libero mio figlio"
"Secondo voi noi ci accontentiamo di una cifra così bassa? Ma avanti, datemi questo denaro!"
"Prima voglio che liberiate mio figlio!"
"Qui non date ordini, capito?" - gli disse avvicinando la sua pistola alla gola - "Non ci piace chi comanda..."
"Non è un ordine ma un accordo"
"Datemi i soldi ho detto!" - lentamente Ramón li tirò fuori dalla giacca e Alonso li contò.
"Bene... Non mentiva! Potete slegare l'ostaggio ma non è ancora abbastanza per lasciarlo andare"
"Mi metto io al posto suo! Prendete me!"
"No padre!!"
"Raimundo, non posso permettere che ti uccidano! Ti ho già fatto soffrire troppo in questi anni..."
"Che scena vomitevole... Sono allergico a tutta questa dolcezza!"
"Liberate mio figlio vi prego!"
"Aldo, lascialo andare! Cosa ce ne facciamo noi di un ragazzo quando possiamo avere un signore?" - lasciò andare Raimundo che rimase immobile per qualche istante - "Corri Raimundo!!" - lo incitò suo padre - "Vai che io ti raggiungo! Non ti preoccupare" - Raimundo corse via il più veloce possibile date le sue condizioni, lo fece per Francisca, perché il destino gli dava un'altra possibilità per stare insieme.
Appena se ne fu andato la Guardia Civile entrò di nuovo nella stanza e aprì il fuoco trovando impreparati i sequestratori ma essi non tardarono in rispondere al fuoco e, in uno di questi colpi di pistola, Ramón rimase ferito e dopo pochi minuti morì.
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Dear Santa: I want him
FanficDicembre 1865 Francisca e Raimundo vivono felici la loro storia d'amore quando un giorno un evento li separa.. Per sempre?