Mattina di un nuovo giorno, un giorno triste visto che era separato dalla donna che amava per colpa dei suoi genitori; controvoglia si alzò dal letto per cambiarsi ed iniziare un'altra giornata impegnativa. Sapeva di dover svolgere bene questo compito e non deludere i suoi genitori, ovviamente perché sennò ci sarebbero state delle conseguenze per Francisca, in realtà a lui non gliene importava nulla dei suoi genitori. Erano due persone egoiste e che non provavano il minimo affetto per lui, pensavano solo al fratello maggiore, quindi se creava problemi si arrabbiavano ancora di più. Era solo un giorno che si trovava a Toledo ma aveva già notato la bellezza dela città. Era tutta decorata con ghirlande, rametti di abete e piccoli dolcetti per i più piccoli. In ogni piazza c'era un coro di bambini che cantava le canzoni natalizie e qualche spettacolo di magia.
Finì di vestirsi e si diresse al primo appuntamento della giornata. Oggi avrebbe dovuto: incontrare i signori García, Moreno e Torres per discutere di proprietà da acquistare, andare a pranzo dalla famiglia Serrano e, nel pomeriggio, controllare due proprietà che suo padre aveva dato in affitto; poi finalmente avrebbe potuto trovare il tempo per pensare solo ed esclusivamente a lei.
Tutto era andato bene, la mattina era quasi conclusa, mancava solo la famiglia Torres, si sistemò la giacca e bussò alla porta.
"Buongiorno, sono Raimundo Ulloa, ho un appuntamento con il signor Pedro Torres"
"Venga signor Ulloa, don Pedro la riceverà fra pochi istanti"
"Grazie" - si accomodò su una poltrona del grande salone e rimase in attesa.
"Eccomi don Raimundo, che piacere incontrarvi"
"Piacere mio don Pedro"
"Come mai non è venuto vostro padre?"
"Purtroppo aveva impegni urgenti da sbrigare e ha mandato me, spero che questo non vi incomodi..."
"Certo che no, anzi, ne approfitto per presentarvi mia figlia Angela" - fece chiamare la ragazza da una domestica, questa si presentò a Raimundo, la salutò con garbo e rimase qualche minuto a far loro compagnia.
"Se mi scusate signori mi ritiro nella mia stanza..."
"Non vi preoccupate signorina, è stato un piacere conoscervi"
"Anche per me don Raimundo" - e detto questo se ne andò. Loro rimasero a discutere di affari per circa due ore poi fu libero di andarsene.
Non ne poteva più di rimanere in quella casa, non era per colpa loro, ma non si sentiva a suo agio, continuava a pensare a Francisca e nessuna ragazza poteva essere come lei; anche se suo padre aveva insistito affinché i suoi amici gli presentassero le loro figlie, a lui non interessava la loro compagnia.
9 ore più tardi...
Era riuscito a tornare nella sua camera d'albergo e le uniche due cose che desiderava erano: farsi un bagno caldo e mettersi a letto per pensare a Francisca. In realtà aveva pensato a lei tutto il giorno, ogni secondo, ma adesso aveva la possibilità di ripensare a qualche loro incontro, per sentirla più vicina, per amarla a distanza... Si sdraiò nella vasca, l'acqua calda lo rilassava e il profumo di lavanda gli faceva pensare a lei, ogni singolo centimetro di lei profumava di lavanda... Ispirato dal dolce profumo, iniziò a leggere una pagina del suo diario che aveva portato con sé:
Aprile 1847, ero seduto su un ramo e guardavo in lontananza il sole tiepido che si stava alzando in cielo e, come ogni mattina aspettavo il mio migliore amico Miguel. Lui aveva una sorellina di nome Francisca, era molto bella anche se aveva solo due anni, noi eravamo poco più grandi di lei. Quasi ogni giorno la prendevo in braccio e giocavo con lei, mi faceva tenerezza e aveva due occhi grandi che mi ipnotizzavano. Ricordo ogni corsa che faceva per venire a giocare con noi, all'inizio era molto piccola e sua madre la rincorreva per portarla a casa, ma col passare del tempo le aveva permesso di giocare con noi ed era diventata una compagna di gioco fantastica. Una mattina di maggio di tredici anni dopo, quegli stessi occhi che da piccolo mi ipnotizzavano, mi fecero innamorare perdutamente. Ero solito vederla con i pantaloni e le trecce ma quel giorno si era presentata con un vestito bellissimo color carta da zucchero, i capelli sciolti e un profumo alla lavanda che l'avvolgeva completamente. Camminavano mano nella mano, è sempre stata molto legata a suo fratello e non perdeva occasione per stare con lui, guardarono nella mia direzione e Francisca mi rivolse uno dei suoi splendidi sorrisi - "Ciao Raimundo"
"Ciao Francisca, sei splendida oggi..." - dissi un po' imbarazzato
"Cosa insinui? Che di solito sono brutta?"
"Assolutamente no! È la sorpresa di vederti con un vestito..." - non mi ero ancora abituato alle sue frecciatine, al suo carattere e mi imbarazzavo con niente mentre lei ne approfittava per prendersi gioco di me. Però non riuscivo ad arrabbiarmi con lei, perché aveva il dono di sapersi far perdonare: sempre! Che fosse con uno sguardo, un sorriso, una stretta di mano, un abbraccio, un bacio... Trovava sempre il modo.
"Sto scherzando Raimundo" - mi diede un bacio sulla guancia e guardandomi negli occhi mi regalò un semplice grazie, cosa che mi fece capire che ero innamorato di lei.
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Dear Santa: I want him
FanficDicembre 1865 Francisca e Raimundo vivono felici la loro storia d'amore quando un giorno un evento li separa.. Per sempre?