Capitolo 22 - 23 dicembre 1865

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Isabel, che era già arrivata nel paese di sua sorella per vivere con lei, venne informata della morte del marito - "Scusatemi signora, ho qui un biglietto per voi!"

"Ci rammarica comunicarvi la morte di vostro marito Ramón Ulloa durante un nostro intervento per catturare i sequestratori di vostro figlio, le nostre più sincere condoglianze. Tutto il corpo della Guardia Civile"

"Stai bene sorella? Che vi succede?" - Isabel la guardò sconvolta e le tese il biglietto senza riuscire a proferir parola, Bianca lo lesse e le rispose abbracciandola. Aveva sempre amato suo marito, nonostante lui fosse innamorato di un'altra e non l'avesse mai resa felice.

Raimundo continuava la sua "corsa" verso il confine della città ma gli mancavano le forze, la ferita dallo sforzo aveva ripreso a sanguinare e lui aveva molta fame. Rallentò il passo cercando di riprendere fiato quando decise di appoggiarsi per qualche momento al tronco di un albero. Lì, pochi minuti dopo, passò la signora Rita, quella alla quale, pochi giorni prima aveva salvato la figlia, e vedendolo richiamò la sua attenzione - "Figliolo!"

"Signora!"

"Come state ragazzo? Che vi è successo?"

"I rivoluzionari mi hanno tenuto in ostaggio da quando sono andato via da qui ed ora hanno mio padre"

"Oh Santo cielo! Venite con me, lasciate  che vi ospiti almeno per pranzo, scommetto che non vi avranno dato molto cibo" - Raimundo scosse la testa e Rita lo aiutò ad alzarsi prendendolo dal braccio - "Ahhhh!"

"Scusate non volevo farvi del male!"

"Non vi preoccupate, non potevate sapere che mi avevano ferito"

"Povero ragazzo, forza venite con me che ci penso io a voi" - gli sorrise e si diressero verso casa.

Lì c'era Clara che stava preparando la tavola per aiutare sua madre e quando li vide entrare lo riconobbe e sorridendogli esclamò - "Voi!"

"Clara!" - rispose lui - "Come stai?"

"Grazie a voi bene! Mi avete salvato la vita, posso abbracciarvi?"

"Sì ma piano!" - si lanciò verso di lui e lo abbracciò forte, Raimundo ricambiò anche se sentiva male ma cosa poteva esserci di più bello di un affetto sincero? Nel separarsi Clara si accorse del sangue fresco sulla sua camicia e gli chiese spiegazioni - "Vi hanno fatto del male?"

"Sì, un proiettile mi ha colpito di striscio il braccio"

"Lasciatemi aiutarvi a curare la ferita del signorino, madre!"

"E va bene figliola, vai a prendere dei panni puliti e dell'acqua calda" - Clara obbedì e Rita aiutò Raimundo a sedersi e togliersi la camicia. Quando la signora vide il livido sul suo petto si spaventò molto - "Ma ragazzo..."

"Diciamo che non sono stai molto gentili con me..."

"Non vi preoccupate che qui vi tratteremo come un re!"

Insieme, madre e figlia, si presero cura di lui con la stessa dedizione che aveva usato Raimundo nel loro confronti qualche giorno prima. Gli sparsero un unguento sul petto e sul volto per far riassorbire i lividi e gli disinfettarono la ferita suturandola in modo corretto. Pranzarono insieme e nel pomeriggio Clara chiese a Raimundo - "Posso chiedervi una cosa?"

"Certo Clara, dimmi"

"Potete leggermi una storia prima di fare la siesta?"

"Figliola non ti sembra di aver già importunato abbastanza il nostro ospite chiedendogli di imboccarti?" - la bambina arrossì ma Raimundo prontamente la tolse dall'imbarazzo

"Non è un disturbo signora, lo faccio con molto piacere! Vostra figlia è una bambina adorabile" - le sorrise e andarono nella stanza di Clara. Dopo alcuni minuti era già addormentata e Raimundo ne approfittò per andare a riposarsi dopo giorni di mancato riposo.

Dear Santa: I want himDove le storie prendono vita. Scoprilo ora