Drunk

6.7K 420 149
                                    

Dopo leggete la Nota d'autrice

4 dicembre - martedì

Nathan:
Luke, devo parlarti.
Dove sei?
Rispondimi, cazzo!

Sono rannicchiato tra le coperte del mio letto, è buio pesto e il cuscino è bagnato e sa di sale, non ho alcuna voglia di parlargli.

Nathan:
Fai il frocetto cagasotto?

Immediatamente, assalito da un moto di rabbia, do un pugno nel materasso e rispondo:

Tu:
Non chiamarmi così!
Se parlare con me significa sfottermi con nomignoli di merda o farmi un occhio nero perché sono frocio allora puoi anche andartene a fanculo!
Nathan:
Dove sei?
Tu:
Ma dove cazzo credi che sia, eh?! A dare il culo in giro con questo freddo?!
Nathan:
Arrivo, Luke.

Fanculo a tutti. Ora muoio!

-Luke!- mi chiama mia madre dopo un po', dal piano di sotto- Scendi!-
Esco veloce dalla camera e salto gli scalini delle scale che conducono di sopra, da quando Nathan mi ha inviato il messaggio con scritto che sarebbe arrivato a casa mia il mio cuore ha cessato di battere ed è ripartito solo ora- Cosa? Chi c'è? Hanno suonato?- grido quando raggiungo la cucina.
Mamma mi guarda con una faccia stranita, truccata e in ghingheri- Calmati, tesoro! Volevo dirti che sta sera esco con delle amiche e nel terzo ripiano del frigo c'è una teglia di lasagne, basta che le metti in forno per un po'.- si infila la giacca e mentre si gira la sciarpa di lana intorno al collo mi osserva- Ma aspetti qualcuno? Luke lo sai come sono fatta, devi dirmelo almeno un giorno prima quando ci sono ospiti.-
Allora sarà dura con Nathan e i suoi imprevisti.
-Cosa? No! E' solo che... CHE COS'E' QUEL COSO?!- grido indicando un cumulo di polvere accanto al tappeto d'entrata. Mi madre salta per lo spavento e si allontana dalla porta- Ah, mio Dio, è solo polvere.- traggo un finto sospiro di sollievo.
Apre la porta scuotendo la testa- Tu mi farai morire d'infarto, prima o poi.- e il piano di cambiare discorso è stato portato a termine con successo. Mamma mi da un bacio sulla fronte- Ci vediamo domani mattina, non fare tardi.-
-No, tranquilla. Divertiti.- le auguro e so che lo farà, la saluto con la mano mentre sale in macchina e poi chiudo la porta. Mi siedo sulla poltrona e sospiro, come se avessi appena scampato ad un pericolo.

Sento un rumore di sopra e subito balzo in piedi e, ancora scosso dall'improvvisa corsa di prima, salgo le scale come un fulmine, urlando insulti a caso per sfogarmi. Entro in camera mia e mi tranquillizzo quando vedo la camera deserta, esattamente come speravo che fosse, senza finestre aperte e persone che vogliono picchiarti per averle baciate.
Improvvisamente sento il materasso sotto la mia schiena, stordito mi accorgo che un serissimo Nathan Murphy mi tiene i polsi bloccati sopra la testa e le gambe ferme con le sue- Porca troia, Nathan!- sbotto- Sono quasi morto!-
-Te la saresti dovuta aspettare, la mia visita.-
-Okay, ma Cristo santo, mi sei saltato addosso!- grido e lui sembra infastidito dalla mia voce troppo alta quindi decide di tapparmi la bocca con una mano, mentre con l'altra tiene entrambi i polsi.
-E non volevi?- perché ora mi sembra che la sua voce sia cambiata? Ha uno sguardo languido e insolito.

Questa volta mi uccide.

Mi dimeno e riesco a liberarmi dalla sua mano che mi faceva stare zitto, gli occhi mi bruciano e cominciano ad accumulare le lacrime- Te lo giuro, non volevo baciarti! Non l'ho fatto apposta! Lasciami!- e tanti cari saluti al Luke che non si sottometteva mai a nessuno, ora è stato rimpiazzato da un cagasotto frignone. Trasalgo quando avverto il calore della mano di Nathan sulla mia guancia, forse è solo la mia immaginazione o sono in un sogno perché ora lui, Nathan Murphy, il giocatore di basket della squadra della scuola, un figo sovrannaturale, si è chinato sulla mia bocca e se n'è appropriato. Mi manca il respiro, letteralmente, non mi ha dato neanche il tempo di prepararmi a questo colpo al cuore che può essere chiamato anche bacio.
Mi libera il polsi ora le sue dita mi stringono i fianchi che combaciano con i suoi, d'istinto allaccio le braccia al suo collo e vorrei tanto mettergli le mani tra i capelli ma sono legati con il solito elastico nero dietro la testa. Credo abbia l'intenzione di schiacciarmi o di farmi sprofondare dentro al materasso perché il suo corpo potente preme sempre di più contro il mio, mandandomi fuori di testa- Ah!- gemo quando inizia a baciarmi il collo.
Sento le sue labbra umide sulla mia pelle, è difficile contenere ogni spasmo dovuto ai brividi che mi tramanda, si concentra su un punto sotto l'orecchio ora e inizia a succhiarlo: quando mamma domani mi chiederà perché improvvisamente inizierò a tenere sempre la sciarpa le risponderò che ho freddo, un problema risolto- Nathan.- lo chiamo, ad occhi chiusi, interrompendo il suo lavoro- Che stai facendo?-

Lui ride e appoggia la sua bocca sul mio orecchio- Questo, Luke, si chiama succhiotto.- la sua voce roca mi manda in confusione, dovrei riformulare la domanda.
-Pe... perché?- balbetto.
-Forse perché si forma un livido viola quando la pelle viene sssucchiata.- ovviamente non era quello che volevo che intendesse, ma quell'ultima parola mi fa stringere le gambe intorno alla sua vita, aumentando l'attrito tra le mie cosce- Mmh... ti piace la parola succhiare, Luke?- ridacchia spingendo il bacino tra le mie gambe.
-Cazzo.- grugnisco a quel contatto.
-Oh si, queste due parole possono andare nella stessa frase.- non ci trovo niente da ridere in questa situazione, per quanto possa piacermi questo bellissimo imprevisto il mio cervello mi dice che tutto sta degenerando.

Quando fa scivolare le mani sul bordo dei miei pantaloni mi spavento e non appena fa scontrare di nuovo le nostre labbra e io sento di nuovo la sua lingua nella mia bocca, questa volta avverto un sapore inizialmente dolce e poi acre.
Mi stacco immediatamente da lui- Nathan!- grido- Sei ubriaco?-
-No.- risponde con poca convinzione, ma almeno si è fermato- Forse. Si, si okay.-
Lo guardo scandalizzato, non è in se e non voglio assolutamente essere coinvolto in questa situazione se non è il suo cervello a parlare ma è l'alcool- Levati!- ordino e sguscio via dalla sua presa, lasciandolo offeso e scioccato sul letto- Vattene, non voglio fare niente del genere con te, o almeno non da ubriaco.- apro la porta e lui sembra aver capito, ma non appena abbasso la guardia quando sta per andarsene lui la chiude e mi sbatte contro essa. Il suo sguardo non è quello del Nathan che ha dormito con me con le cuffiette nelle orecchie, non del ragazzo che ha risposto seriamente al mio bacio alla palazzetto del ghiaccio, questo non è lo sguardo del ragazzo di cui mi sono innamorato: è più un sorriso sinistro e non uno dolce, quello che ha sulle labbra.
-Dai, Luke.- mi sprona facendo scontrare in modo violento i nostri bacini- Non è quello che vuoi, uhm?- passa le dita su ogni centimetro della mia pelle, in alcuni punti preme di più- Non è quello che ogni frocetto come te vorrebbe?- preme più forte e proprio sul punto marchiata dalla cicatrice di Kyle.
-Ah!- grido, cado a terra e mi stringo le braccia intorno al petto, nonostante sia passato molto tempo dalla ferita sento il dolore sotto la pelle. Nathan è in piedi e mi sta guardando, la sua espressione è mutate e non so se sia un bene o un male- Avevi detto che potevo fidarmi di te!- singhiozzo, tengo coperta la cicatrice con il palmo della mano- Non sono un giocattolo, Nathan! Non provare a toccarmi di nuovo, mi hai fatto male!- improvvisamente il telefono squilla e, per quanto possa muovermi velocemente ora, faccio uno scatto per afferrarlo da sopra la scrivania- Mamma! Dimmi!-

-Tesoro, mi sono dimenticata di dirti che domani dobbiamo tirare fuori le cose per addobbare la casa, l'otto non potremo farlo perché devo accompagnare tuo padre a Filadelfia, domani ti spiego meglio. Volevo solo avvisarti.-
Sono a tanto così dal mandarla a quel paese, mi ha chiamato per questa stronzata?!
-Okay, va bene. Buona notte, mamma.- spero non si sia accorta del nervosismo nella mia voce. Appoggio il telefono e scoppio in un pianto quasi disperato, come quello di un neonato, continuo anche quando le braccia di Nathan circondano i miei fianchi- No, vattene. Ora ti faccio pietà? Non voglio vederti! Sei come Kyle! Vaffanculo, Nathan, vaffanculo!- ma non sono abbastanza forte per lui.
Mi trascina verso il letto e io mi arrendo, mi tiene stretto a lui e alza delicatamente la mia maglia.
-Ssh.- dice quando temo il peggio. Si abbassa sulla mia pancia e mi bacia proprio il solco chiaro e morbido sotto al petto, una scarica elettrica parte da lì e si diffonde in tutto il corpo. Dopo avermi dato altri baci tutto intorno al segno torna disteso insieme a me e mi stringe a lui, io continuo a piangere.
-Sei solo uno stronzo che mi ha fatto innamorare.- lo insulto, si può definire un insulto questo?
Nathan è come se trattenesse il respiro per paura di lasciar andare fuori l'aria- Ssh.- ripete, accarezzandomi la testa.

Nota d'autrice: Salve lettori, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Non lascio sempre delle note alla fine dei capitoli, ma siccome non so se pubblicherò prima di Natale voglio augurarvi bune feste e buon Natale!
Vi ringrazio di cuore perché abbiamo superato i 1K lettori!
Vi ringrazio tanto anche per i voti, mi piacerebbe vedere qualche commento in più ma va bene lo stesso.
Grace

Little Wonders ||GayStory||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora