2 dicembre - sabato
Al mio risveglio ho freddo.
La finestra è semi chiusa.
Non ci sono le braccia di Nathan ad avvolgermi.5 dicembre - martedì
Non riesco a prestare attenzione al tris che sto facendo con Matthew, figuriamoci se riesco a sorbirmi una noiosa lezione di storia. Che emozione la guerra di troia! Non sono mai stato attirato dalla storia, come per la letteratura e la poesia. Le uniche cose che so sull'argomento le ho imparate grazie ai film, e in questo caso apprezzo Troy solamente perché c'è quel figo di Brad Pitt mezzo nudo.
Scuoto la testa. Evitiamo di avere un'erezione in classe, Luke, mi sgrido mentalmente e segno una X al centro del tris, iniziando una nuova partita.
Matt segna un cerchio alla destra del mio segno, io menso attentamente alla prossima mossa, come se la mia vita dipendesse da questa partita. Mi rigiro la penna tra le dita e storco la bocca, dovrei ascoltare la lezione seriamente. Ma chissene frega, segno un'altra X sotto il cerchio di Matt.
-Andiamo a pattinare, oggi?- propongo, annoiato.
-Ti ricordo che dopodomani c'è la verifica di biochimica. Non dovremmo cominciare a studiare?-
Alzo le spalle- Oh, andiamo. Non ci vuole molto a ripassare, sono cose che abbiamo già studiato.-
Matthew ridacchia silenziosamente- Senti, se tu sei il più bravo della classe in queste cose non significa che lo sia pure io, genio. Perciò oggi non devo distrarmi, anzi, mi vieni ad aiutare tu?-
-No.- rispondo.
Aggrotta le sopracciglia- Non aiuti un amico? Bravo, Taller.-
-No, oggi non ho voglia di studiare tutto il giorno, ho bisogno di distrarmi un po'.- impossibile negare che sto facendo riferimento anche al fatto che Nathan mi abbia lasciato solo al mio risveglio, due giorni fa, senza neanche farsi più sentire- Se tu e gli altri avete voglia di fare qualcosa fatemelo sapere altrimenti ciao.-
-Dio, Luke!- cerca di mantenere un tono basso- Si può sapere perché sei così scontroso? Quando Richard ci ha invitato a casa sua a cena, sabato sera, ci hai liquidato come se non ci conoscessimo neanche. Sei arrabbiato con noi? Con me?-
Sbuffo e d'impulso scarabocchio il foglio delle nostre partite, anche se stavo vincendo- Oh, smettila Matthew. Non avevo semplicemente voglia, non sono mica costretto a passare tutto il mio tempo libero con voi.-
Lui mi fissa con un sopracciglio alzato- No, hai ragione, siamo solo gli unici amici che hai. E quindi con chi passeresti il tempo, scusa?-
-Non sono affari tuoi, Matt.- alzo la mano e chiedo al professore:- Posso andare in bagno? Non mi sento bene.- lui annuisce controvoglia.
Prima che possa alzarmi sento Matthew borbottarmi:- Sarai anche intelligente, ma sei proprio uno stronzetto, Luke.-
-Fanculo.- rispondo. Velocemente esco dalla classe e mi dirigo in bagno, i pugni stretti.
Sono così arrabbiato, vorrei prendere a pugni il muro dove sono fissati i lavandini. Devo sfogarmi, voglio andare a correre a Central Park, non voglio stare qui. Mi rinchiudo dentro ad un bagno e mi siedo per terra, ignorando il pavimento umido e lercio. Abbraccio le ginocchia e vi ci appoggi il mento, tiro fuori il cellulare dalla tasca ed entro su Whatsapp.Nathan: 1 messaggio.
Apro la chat.
Nathan:
Sei in bagno vero?
Tu:
Come fai a saperlo?
Nathan:
A scuola sei online solo quando vai in bagno o quando pranziamo.
In che corridoio sei?Cazzo...
Tu:
Quello che porta all'auditorium.
Perché?
Nathan:
Secondo te, genio?Sto per rispondere, ma lui esce e compare il suo ultimo accesso. Non voglio che venga qui, tutto ma non questo. Aspetta, forse è uscito perché la prof gli ha ritirato il cellulare in classe e quindi non può rispondere. Si, deve essere così.
Ma allora perché mi ha chiesto in che corridoio è il bagno in cui sono?
Sarà solo una curios...I miei pensieri vengono interrotti dal bussare nella porta- Occupato.- rispondo scontroso.
-E' occupato anche per me?-
Cazzo...
E' lui.
-Si.- rispondo, ma non riesco a nascondere un sorriso. Perché sto sorridendo anche se non può vedermi? Che stupido- Cosa vuoi?-
-Mi fai entrare?-
Cosa?!
Allungo una mano verso la maniglia e giro la serratura, non mi importa se mi vede depresso e seduto su un bagno umidiccio e sporco. Non oso comunque alzare lo sguardo, lui apre la porta ed entra, poi la richiude a chiave. Con mia sorpresa si siede anche lui per terra davanti a me, con le gambe incrociate- Che succede?- mi chiede Nathan, fissandomi.
Appoggio una guancia sulle mie ginocchia e fisso il legno della porta- Niente.- biascico.-
-Okay, però adesso dammi la risposta vera.-
-Perché mi hai lasciato solo, l'altra mattina?- non ce la facevo più a tenermi questa domanda dentro.
Lo sento sospirare- Non volevo svegliarti, perciò sono andato via poco dopo che ti sei addormentato: ronfavi.- ride. E io che pensavo fosse rimasto tutta la notte ad abbracciarmi- Sono rimasto poco più di un'ora.-
Vaffanculo, Murphy!-Ho le tue cuffiette, a casa.- lo informo.
-Lo so.
-Te le riporto domani.-
-Oppure se ti sta più comodo posso venire a casa tua o possiamo vederci da qualche parte, non lo so.-
Sbaglio o sta cercando di "autoinvitarsi", non malignamente, a casa mia... di nuovo?
-Come ti pare.- sbuffo, vorrei che se ne andasse ma che allo stesso tempo mi stesse vicino- Perché non mi hai più scritto?- no, la tipica domanda da ragazzina con il cuore spezzato no.
-Ho avuto degli... impegni.-
-Risparmiameli.- la mia voce non è mai stata così velenosa con lui, ma non voglio che inizi a inventarsi qualche patetica scusa a cui dovrei far finta di credere per non metterlo a disagio.Decido di alzarmi e uscire dal bagno, quando cammino lungo il corridoio per tornare in classe lui mi ferma afferrandomi per un braccio. E' la terza volta che ci fa.
-Scusa.- dice.
-Per co...-
-Lo sai perché.- mi interrompe. Lo so?- Io non so cosa... non...- sbuffa, sta balbettando- E' difficile e devo cercare di non dare di matto per una cosa.-
Rido amaramente- Si può sapere di cosa stai parlando?-
-Voglio vederti oggi pomeriggio.- decide. Io ormai non ci faccio più caso a queste iniziative che prende, non chiede neanche se va bene o se ho da fare: per lui è deciso così e si fa. Un gesto un po' egoista, ma non lo fa apposta.
-Io sarei dovuto andare alla pista di pattinaggio, ha riaperto a novembre, ma i miei amici ma mi hanno dato buca.-
-Che stupidi.- sorride- E' da tanto che non pattino sul ghiaccio, mi è venuta una certa voglia. Strano, eh?-
Scuoto la testa e gli do un leggero pugno sul braccio, non so perché lo faccio ma è un gesto che mi fa sentire più legato a Nathan- Strano.- concordo.Poi rientro in classe.
-Perché sorridi come uno scemo?- mi distrae Matthew dalla lezione. Io alzo la testa dal banco e lo fisso con disprezzo, non rispondo alla sua domanda- Ecco, sei incazzato.- sbuffa e torna a guardare il professore che disegna un grafico alla lavagna.
E' vero, sono incazzato con Matt, odio quando la nostra amicizia diventa un modo per approfittarsi di me e della mia bravura a scuola. A volte vorrei sul serio prenderlo a pugni, la stessa cosa con Jason e Richard. Quello di cui mi fido di meno è Jason, se venisse a sapere che mi piacciono i maschi darebbe di matto, è altamente omofobo e gli disgusta qualsiasi cosa diversa dal normale. Per Richard invece sono indifferente, non si fa molti problemi con gli altri, è simpatico e intelligente ma ha comunque una bocca larga. L'unico a cui vorrei dire veramente la verità è Matt, ma ormai ho quasi perso la fiducia anche in lui.E ora sembra che io possa fidarmi solo di Nathan Murphy.
STAI LEGGENDO
Little Wonders ||GayStory||
Storie d'amoreLuke Taller ha 17 anni, è un ragazzo intelligente e profondo ed è sessualmente confuso. A sconvolgere ancora di più la sua situazione è Nathan Murphy, un ragazzo dell'ultimo anno che gioca a basket. Impareranno a conoscersi in quel poco tempo gli p...