Leggete la nota d'autrice dopo.
10 gennaio – giovedì
Cammino a testa bassa per i corridoi della scuola, le persone mi guardano passare ma io non ho neanche il coraggio di alzare lo sguardo e salutare chi conosco. Sono preoccupato da morire, Luke non mi risponde, non c'è nessuno a casa sua e non gli parlo dall'ultimo dell'anno. Non sarei dovuto andare quei cinque giorni in vacanza da mia madre, sentivo il bisogno di vederla dopo tanto tempo lontano da lei, ma ora mi pento di aver lasciato Luke qui senza neanche dargli la conferma che sarei partito. Mi sto odiando per questo.
-Nathan?- mi chiama qualcuno, sospiro e alzo la testa.
-Dimmi, Josh.- dico. Non mi ricordo da quanto cammina al mio fianco, ma mi piace avere la sua compagnia ogni tanto. Forse lui è uno di quei pochi di cui io possa fidarmi, anche se non siamo veri e propri amici: diciamo che il nostro rapporto è più un sostenerci a vicenda tra le partite e i compiti, è piacevole chiacchierarci. E ora che ci penso mi dispiace davvero di non essere andato alla sua festa di compleanno, è immaturo ragionarci sopra solo ora, ma solo ora mi accorgo di quanto sia stato stupido non andarci. Ma volevo stare con Luke...
-La mensa è dall'altra parte.- indica dietro di me ridendo. Io scuoto la testa rassegnato, ho davvero la testa altrove, Luke avrà i suoi motivi per non rispondermi... No. Deve essergli successo qualcosa.
-Dio, scusa. Non so proprio dove ho la testa.- mi do dei piccoli schiaffi sulle guance, Josh mi mette un braccio nelle spalle e sfrega le sue mani sui miei capelli- Dai smettila.- rido.
-E' l'ora di pranzo e tu hai ancora la testa nel cuscino, dovrò pur trovare un modo per svegliarti, no?- mi lascia e insieme ci dirigiamo a mensa.
Mangio controvoglia il mio pranzo, non so neanche cos'ho mangiato, non ci ho fatto caso. Ora rimane solo il mio piatto vuoto sul vassoio blu, identico a tutti quelli che hanno i miei compagni di squadra che siedono al mio stesso tavolo. Ognuno di loro sembra guardarmi in un modo strano, diverso dal solito, come se non riuscissero a digerire o il proprio piatto o qualcosa che hanno saputo.
Poi i miei occhi incontrano quelli di Jason, al tavolo con Matthew Gardner e Richard, il suo piatto è pieno e le sue braccia sono incrociate come se si stesse rifiutando di mangiare. Loro sono i suoi migliori amici, devono sapere che fine ha fatto- Nathan?- la voce di Gabe Jacobsen mi distrae.
-Uhm... eh?-
Josh sospira- Stavamo parlando del campionato scolastico, perché oggi sei così assente?-
Mi strofino le dita sugli occhi- Sono solo stanco, okay? Mi state mettendo sottopressione.- mi alzo dal tavolo con il vassoio in mano e lo vado a riportare nel bancone insieme agli altri vassoi sporchi. Non vado al tavolo della mia squadra, tento di non dare troppo nell'occhio quando mi siedo accanto a Matthew Gardner- Ciao, ragazzi.-
-Ehi.- dice Matthew. Tutti e tre non mi guardano negli occhi.
-Ciao, Nathan.- tenta Richard, con gli occhi fissi sul suo libro di anatomia- Come mai qui?-
Jason resta in silenzio.
-Oh, niente, volevo solo sapere se avete sentito Luke in questi giorni.- comincio- E' da quando c'è stata la festa dell'ultimo dell'anno che non lo vedo, non so, voi?-
-In effetti mi sono accorto anche io,- dice Matthew, accigliato. E' davvero sorpreso- ho provato a chiamarlo ma il telefono è spento. Uguale con quello di casa, non risponde nessuno. Non può essere partito senza avermi detto niente.-
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Little Wonders ||GayStory||
RomanceLuke Taller ha 17 anni, è un ragazzo intelligente e profondo ed è sessualmente confuso. A sconvolgere ancora di più la sua situazione è Nathan Murphy, un ragazzo dell'ultimo anno che gioca a basket. Impareranno a conoscersi in quel poco tempo gli p...