Capitolo 2 : Trasferimento

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Corro subito nella mia cameretta, sento mio padre urlare contro Jen
:" Chi ti ha detto di accettare quel lavoro, devi stare a casa, lavori solo per me!.."dice con un tono scontroso.
Jen rimane in silenzio, non sapendo cosa dire scoppia in lacrime. Corro subito nell'ingresso per consolarla, ma mio padre mi prende per il braccio e mi fa cadere bruscamente per terra. Scoppio in lacrime anch'io. Ad un certo punto si avvicina di nuovo, mi fa alzare , mi prende  e mi fa uscire fuori casa al freddo, ma per fortuna Bill non era in giro. Comincio a pensare a come sarebbe bello se le cose cambiassero , ma ad un certo punto qualcosa interrompe i miei pensieri e quel qualcosa sono le voci di Jen.
Che cosa stava succedendo?
Cerco di saltare vicino alla finestra per vedere ma non ci riesco, è troppo alta per me. Jen continua a piangere e ad urlare , mentre papá ripete in continuazione di stare ferma. Da lì ho capito subito: mio padre stava violentando Jen. Incomincioa tremare, voglio fare qualcosa, Jen non merita quest'uomo, lei vuole soltanto lavorare per permetterci qualcosa di meglio , ma lui, egoista e maligno, rifiuta ogni cosa buona che si cerca di fare. All'improvviso ritora il silenzio, mi alzo per entrare in casa e proseguo per la camera da letto, e vedo Jen dormire , i vestiti per terra , e senza accorgermene prima , sento mio padre piangere. 
Perché piange?
Forse si è reso conto di quello che ha fatto,
Forse  ha capito quello che è diventato dopo la morte di mia madre ,
Forse vuole cambiare,
forse ma dico , forse,
vuole quello che voglio io : la felicità .
Si alza , mi abbraccia, e mi chiede scusa. Scoppio a piangere, è la prima volta che ci abbracciamo , un abbraccio infinito, sento intorno me mille emozioni che se provassi a descriverle , non ne sarei in grado. Vorrei che in questo momento ci fosse anche mia madre, ma so che non è possibile. Ma poi qualcosa si gira intorno a me, è mia madre che ci abbraccia, mi sorride e dice :" Vedi , te l'ha avevo detto che presto la tua vita sarebbe cambiata".

Che ?
Ho sentito bene?

Ad un certo punto, mio padre si stacca, prende una borsa e mi sussurra nell'orecchio : " Scusami, non so cosa mi è successo, tu sei troppo piccola per capire , ma so che un giorno capirai, che...questa non è la tua vita. Scusami del male che ti ho fatto , so solo che non mi perdonerai mai, neanche Jen. Io ora devo scappare, prenditi cura di te stessa, piccolina mia" dice balbettando e strizzando gli occhi per non piangere . 
Non faccio in tempo nemmeno a salutarlo che se ne va .
Jen si sveglia, entra nell'ingresso e vede me a terra con il volto distrutto, si inginocchia e mi guarda cercando di chiedermi cosa fosse successo. Incomincio  a parlare , ma qualcuno bussa alla porta, mi alzo subito da terra pensando che papà è tornato , ma invece vedo due signori con un aria molto severa. Entrono e dicono :" Scusateci per l'orario , ma siamo qui per portare Alysha Baker in un posto migliore". La loro mano si avvicina lentamente verso di me, Jen sorride come già sapesse tutto quello che stava per succedere ed io , beh io non avevo una minima idea di tutto ciò , ma non penso ad altro che avvicinare la mia mano alla loro. Mi sorridono e Jen mi abbraccia dicendo:
:" Say Alysha , ho sempre creduto in te , anche se all'inizio ero cattiva nei tuoi confronti. Ora stai tranquilla, io starò bene , ora ho anche un lavoro , tuo padre non tornerà più e tu.., scoppio a piangere , e ricominciò a parlare : tu andrai in un posto dovrei avrai più attenzioni , andrai a scuola, imparerai a leggere e a scrivere, avrai nuovi amici, e presto anche una nuova famiglia", spiega asciugandosi le lacrime.
" Veramente"? Chiedo .
Sono senza parole, all'idea che potrò avere una famiglia..beh sono felicissima, ma non mi è chiaro il posto dove mi stavano per portare , e allora non esito a chiedere
:" Jen dov'è che mi porteranno questi due signori"? Domando incerta.
Lei rimane in silenzio per qualche minuto e poi risponde.
:" Alysha ti porteranno in un orfano trofio. " risponde guardando i signori.
Non esito a chiedere su cosa sarà questo orfano trofio , Jen cerca di rispondere ma viene interrotta dai due signori
:" Su è ora di andare".  Prendo lo zainetto con la mia maglietta preferita con paio di scarpette , saluto Jen e chiudo la porta.
All'improvviso tutta la tristezza e il mal umore che avevo in quella casa scompare dentro me , mi sento sollevata ma nello stesso tempo anche curiosa e un po spaventata su cosa potrà succedere in quel posto chiamato Orfanotr..., non mi ricordo nemmeno come si chiama. Entro in macchina, è bella spaziosa , mi metto comoda e chiudo gli occhi .
Mi sveglio di botto, per il finestrino si vede tutto quello che mi sono persa stando sempre in quella casa , la natura è sorprendente, ti può lasciare a bocca aperta. Volevo sentire l'aria fresca , così ho aperto il finestrino e ho cacciato le mie mani fuori ...ma qualcuno interrompe i miei pensieri. La signora che sta seduta vicino a me , comincia a parlare di quanto sarebbe bello buttarsi sopra quelle colline verdi, guardare il cielo azzurro e indovinare le forme che assumevano delle nuvole , io allora dico ad alta voce
:" Fermate la macchina, per favore ", l'autista si ferma, prendo la mano della signora e incominciamo a correre per la collina come se fosse la prima volta. Non faccio altro che girarmi intorno ad occhi chiusi , fino a cadere per terra , mi gira la testa , per non parlare della signora : si butta sull'erba e si mette in cerca di un quadrifoglio , ma dopo un po' si arrende e scoppia a ridere.
- :" Sai Alysha, non mi sono mai divertita così tanto in vita mia . Io non faccio altro che correre durante il giorno, tra la fretta e il caos che c'è nella città di Virnika, dimentico qualche commissione. " , dice guardando le nuvole.
- :" Ma allora è Virnika che ora mi porterete " ? Domando.
- :" No Alysha, tu andrai a Kutor , un posto vicino a Virnika. È più piccola e lì tutti si conoscono" risponde .
- : " Oh bene "! Esclamo .
Oh bene? Ma cosa dico! Ora vorrei andare via , scappare da qui, andare lontano, dove nessuno mi conosce e dove io possa essere libera, senza dover essere sempre osservata da tutti.
-:" Mi fa piacere che sei contenta, ti troverai benissimo , ah..comunque piacere , mi chiamo Elizabeth".
Gli accenno un sorriso e incominciamo a camminare.
Torniamo in macchina, le scarpe sono completamente macchiate di verde e la mia coda è rovinata per non parlare del vestitino rosa che indosso. Elizabeth , improvvisamente torna seria, come se non fosse successo nulla, quella donna sa il fatto suo.
                                ...........

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