Cuore infranto-Elsa

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Caro diario,
Stavo aspettando la risposta di Jack. Non ero arrabbiata per il fatto che lui mi avesse mentito, ma perchè aveva infranto la nostra promessa.
-Elsa...- bisbigliò Jack. Sapevo cosa significava quel bisbiglio ma non volevo crederci, mi cadde il mondo addosso. Avevo esagerato! Non dovevo dire nulla! Mi ero pentita di tutto! L'anno scorso dovevo stare a casa mia non dovevo venire in questa maledetta scuola!
-Dimmi che non è vero...- lo pregai, guardai nei suoi occhi blu come il ghiaccio che probabilmente avrei odiato dopo quel giorno.
-Elsa... non farmelo dire ti prego... non voglio dirti che è finita...- mi disse con gli occhi lucidi il mio ormai ex-ragazzo
-Hans aveva ragione! Su tutti voi! Soprattutto su di te Jack!- urlai, mi aveva avvolta una rabbia accecante, e così anche degli aghi di ghiaccio appuntiti si stavano creando attorno a noi.
-Elsa stai calma...- disse Jack avvicinandosi a me con una mano
-Non toccarmi!- gridai e un muro di ghiaccio ci divise. Ero distrutta affranta e sola, non volevo vedere o sentire nessuno, volevo solo stare sola. Scappai via lasciando una scia di ghiaccio, volevo andarmene, avevo fatto una cavolata.
Corsi verso la mia stanza ma una voce mi bloccò
-Avevo ragione, dovevi fidarti Elsa- disse Hans sorridendo
-Stai zitto!- gli urlai scagliandogli un mattone di ghiaccio, che schivò facendolo infrangere nel muro.
-Oh giusto! Stai attraversando gli stadi. Ora sei al secondo: la rabbia-
-Non sono a nessuno stadio, ma se continui a parlare ti faccio arrivare io allo stadio-
-Uuh siamo aggressive. Vuoi un abbraccio?-
-Vai a quel paese!- e gli chiusi la porta in faccia. Per quanto lo potessi odiare aveva ragione, mi avevano mentito e ora mi costringevano a mentire.
-Ciao Els... Cosa è successo?- chiese preoccupata mia sorella lanciandosi verso il mio letto e abbracciandomi, ne avevo bisogno.
-Grazie-
-Mi dici cosa ti è capitato?-
-Non...ci riesco e... non posso- bisbigliai tra i singhiozzi
-Vieni al ballo? Magari con Jack ti passa tutto!- mi venne un groppo alla gola e ripresi a piangere più forte.
-P-potresti lasciarmi d-da s-sola?- le dissi tra le lacrime
-Certo! Prendo il vestito e vado- mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò.
Presi le mie cuffie, misi il volume al massimo, volevo che la musica superasse i miei pensieri. Era doloroso come un pugnale invisibile nel cuore.
Era passato un anno dal nostro fidanzamento! Perchè doveva capitare tutto il giorno del mio compleanno!?
Piansi per tutta la serata ripensando ai bei momenti passati con lui, ma dovevo smetterla! Lui ha fatto la sua scelta! Io farò la mia! Ogni volta che mi innamoro finisce male! Da domani le freccie di cupido non mi avrebbero più toccata!

Il diario segreto di Jelsa 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora