Caro diario,
Persi il controllo. La rabbia si stava divulgando come un fuoco con la benzina. Riuscivo solo a pensare al fatto di aver dato il mio primo bacio a un emerito deficente subdolo doppiogiochista fannullone.
La tempesta infuriò dentro di me. Non riuscì a contenere il sentimento di rabbia e frustrazione. Stava andando tutto storto. Hiccup, Astrid, Merida e... Jack, quanto mi mancava!
La tempesta interna fuoriuscì dalle mie mani.
-Sparisci!- urlai contro Hans. A quelle parole punte di ghiaccio si crearono davanti a lui per farlo indietreggiare. Ero infuriata. Il gelo avvolse tutti e quattro. Sentivo le urla di Hiccup e Astrid, mi dicevano di calmarmi, ma non ci riuscivo. Tutto quello che avevo provato in quella lunga e intensa settimana era scoppiato mostrando ciò che veramente provavo: rabbia, risentimento, dispiacere, rimpianto. Tutto in una enorme tempesta di neve.
Caddi a terra piangendo. Vidi Hiccup correre verso la casa in cerca di aiuto, ma ormai non sarebbe servito a niente. Il mostro era stato liberato e solo una persona poteva placarlo, ma purtroppo non era venuta alla festa.
Il vento soffiava e si scatenava sulle rose rosse come il sangue. Ogni singolo germoglio del giardino era congelato, le rose volavano via trasportate dal vento impetuoso, le siepi e gli alberi combattevano per restare ancorati al terreno. Vidi qualche arbusto volare via. Hans era seduto e indiettreggiava con la mano davanti alla faccia per proteggersi dalla neve.
-Elsa calmati! Mi dispiace! Non volevo- disse il ragazzo dai capelli rossi
-Stai zitto! Tu non sai cosa si prova a essere soli, senza nessuno che ti capisca. Vedere il tuo grande amore morire per colpa di se stessi, vedere il sentimento di una tua amica spegnersi nei suoi occhi! Sei solo un verme che si crede migliore degli altri solo perchè spezza i cuori delle ragazze stupide. Mi dispiace ammettere che io ero tra queste. Ma ti posso giurare che se spezzerai un altro cuore, io ti distruggerò l'esistenza, perchè il dolore fisico non serve a niente con gli invertebrati come te- mi sfogai. La tempesta si stava calmando abbastanza da far dissolvere la nebbia.
-Elsa! Guardami!- la voce di Jack rieccheggiò alle mie spalle mi voltai, "Forse tutto si sarebbe aggiustato!" pensai mentre mi voltavo. Mi sbagliavo di tanto, Jack stava baciando Biancaneve. Ero morta tre volte quella sera: una volta per Merida, una volta per me stessa e una volta per Jack.
-Ah, giusto, questo è tuo, sappi che ora l'odio é ricambiato- Jack mi lanciò un anello, lo guardai meglio il mio anello -Salutami il tuo nuovo fidanzato- mi disse con un sorriso maligno in volto. Non riuscii a parlare ero troppo sbalordita. Non piangevo nemmeno, ero troppo sbigottita per farlo. Li guardavo baciarsi con dietro Hiccup che appena vide la scena li separò.
-Sei impazzito!?- gli domandò il migliore amico di Jack. Non volli ascoltare altro. Tornai dentro il castello.
-Elsa stai bene?- mi chiese gentilmente Isabelle, aveva gli occhi gonfi come se avesse pianto.
-S-sto alla grande- mentii.
Presi la carrozza e mi diressi nel mio castello di ghiaccio, lasciando una scia di ghiaccio per tutto il sentiero.
STAI LEGGENDO
Il diario segreto di Jelsa 2
Fanfic*piccola premessa: ero un'undicenne impazzita per i jelsa quando ho scritto questa fanfiction, perciò abbiate pietà. In ogni caso sono molto affezionata ad essa e non intendo cancellarla perché comunque ero ancora un piccolo folletto pieno di sogni...