"Michael cucina te stasera, è Mercoledì." Urlo a mio frtello dalla camera.
Quando abitavamo dai nonni il mercoledì era il giorno in cui cucinava lui e vedeva i suoi film preferiti e io facevo lo stesso il venerdì.
"Isabelle ci sei?" Ritorno al presente appena la mano dell mia migliore amica si muove davanti alla mia faccia.
"Sisi stavi dicendo?" Rispondo tornando guardare Bridgette che si sta mettendo lo smalto nero. È così fissata con la bellezza.
Alza lo sguardo quasi per cercare di cuocermi come se fossi un polletto.
"Mi stai dicendo che non hai ascoltato nulla di tutto quello che ti sto dicendo da..- osserva il polso anche se non ha un orologio-.. da mezz'ora."
Devo inventarmi una cosa da direle, magari stava parlando di borse? Scarpe? La nuova foto di Ed Sheeran? Forrest Gump?
Ci rinuncio, non so di cosa stava parlando.
"Di Luke?" è l'ultima spiaggia, speriamo di averci azzeccato.
"Oh mi stavi ascoltando, comunque.." Risponde ricominciando a tingersi le unghie.
Devo complimentarmi con me stessa per l'alto livello di fortuna che mi ritrovo ad avere.
Continua a blaterare qualcosa su Vans, "skynny jeans" come li chiama lei e piercing sexy.
Invece io continuo a pensare a quanto mi manca la mia vecchia vita, quando non avevo problemi, o comunque non influivano quasi per niente nella quotidianità.
Quando la nonna la mattina ci preparava il cappuccino e il nonno ci dava i soldi per andare a comprare il giornale e ci lasciava il resto per la merenda.
Quando la mamma ci chiamava per sapere come stavamo dopo l'incidente e io e Michael facevamo finta di stare ad una festa o al madre e chiudevamo spesso a causa dei finti rumori causati da un video su youtube o d'applicazione che simula il rumore delle onde.
"Non mi stai ascoltando di nuovo vero Isa?" oh, ultimamente sta diventando un po' troppo intelligente.
"No, Bri scusa, è che sono stanca." Non sono stanca, ma ora non ho proprio voglia di parlare quindi mi limito a dirle così.
"sicura?" Appena pronuncia queste parole Michael urla dall'altra stanza che è pronta la cena e che se non ci muoviamo mangia lui tutto.

Non so come ringraziare mio fratello per tutto quello che ci ha cucinato per cena, avevo proprio bisogno di mangiare cose buone senza che siano fritte o crude.
"Isabelle, dove credi di andare? Devi almeno lavare i piatti ora."
Spero scherzi.
Emetto una finta risata per esporre la mia idea e capisce al volo sbuffando. Gli lancio un bacino e lui, come quando eravamo piccoli, lo afferra e al posto di metterlo in tasca fa finta di buttarlo nel cestino della spazzatura accanto a lui.
"Io devo andare che non voglio prendere l'autobus di mezzanotte con i drogati, notte amori."
Fa finta di dare qualche sonoro bacio in aria ed esce dalla porta d'ingresso.
Prendo il telecomando della televisione e mi lancio sul grande divano grigio facendo zapping tra i canali, un programma di torte su RealTime mi attira.

Prima che mi butti addosso alla TV Michael mi precede e la spegne. Maledetti americani e maledette le loro fottutissime torte.
Mi alzo dal divano e dopo ave lasciato un leggero bacio sulla guancia e aver ricevuto un morso, sempre sulla guancia, da parte sua me ne vado a letto.
Mi sfilo i vestiti e senza indossare il pigiama mi metto sotto le coperte.

Un leggero rumore mi fa aprire gli occhi, con fatica. Rumori di passi provocati evidentemente da piedi scalzi. La coperta si alza e il materasso si abbassa.
Il tessuto di una maglietta e la morbidezza delle gambe scoperte.
Mi giro dall'altro lato del letto e c'è Michael, il mio Michael.
Ha gli occhi rossi e le guance bagnate.
Anche questa notte.
Io lo reggo, tutto questo peso, lui no. Non se lo merita neanche. Cazzo quanto sta male.
Mi avvicino al suo corpo e con calma, come quando ti avvicini ad un gattino e non vuoi spaventarlo, allaccio le braccia intorno al suo corpo e appoggio la tesa sul suo petto. Mi coccola la schiena nuda con le sue grandi mani.
È lui che sta coccolando me, lui mi consola, anche se non sono io a stare male, per lo meno non glielo do a vedere.
Sento una sua lacrima bagnarmi la fronte.
Non può vivere così, di giorno come se fosse una tigre forte e di notte si trasforma in tutt'altro.
Alzo lo sguardo verso la sua faccia.
"Michael" sussurro per non disturbare il leggero rumore dei suoi respiri corti ormai diventati continui.
"Isabelle" dice trattenendo il fiato per non scoppiare.
"Ce la farai, ce la faremo insieme. La nonna non vorrebbe queste lacrime, lo sai."
Subito richiude gli occhi strizzandoli per far uscire le ultime lacrime e insieme a loro sbuca un sorriso, uno di quelli sinceri. Uno di quei sorrisi venuti un po' male, ma perfetti.
Ce la farai fratellino. Devi farcela.

Sveglia del cazzo.
Stiamo scherzando? Avrò dormito si e no 6 ore.
Smuovo leggermente il braccio di mio fratello appoggiato sul mio stomaco, sto attenta a spostargli anche la testa appoggiata sulla mia spalla.
Mi avvicino al comodino e spengo la sveglia scorrendo il dito sullo schermo del telefono.
Mi sdraio di nuovo accanto a Mikey e appena mi metto comoda spalmata su di lui mugugna qualcosa di incomprensibile per le persone normali, non per me.
"07:30" rispondo e richiudo gli occhi accoccolandomi tra le sue braccia forti e leggermente tatuate.
Mi lascio cullare dal suo respiro regolare e mi riaddormento.

La luce del sole mi costringe ad aprire gli occhi.
Sento qualche rumore dall'altra stanza e visto che Michael non è più vicino a me presumo che sta preparando la colazione.
Prendo il telefono dal comodino e prima di tutto vedo le notifiche di twitter, alzo un po' lo sguardo e leggo l'orario.
07:53
Merda, devo muovermi.
Mi alzo di corsa e corro verso il salone e poi la cucina.
Noto qualcosa di nuovo, di diverso sul divano, ma non mi preoccupo troppo.
Devo ancora farec colazione, lavarmi e vestirmi.
Entro in cucina di corsa e mi siedo sul tavolo per bere il mio tazzone di latte e caffè già pronto. Michael è ancora di schiena che, credo, sta cucinando qualcosa tipo i pancake.
"Mikey sono in ritardissimo." Urlo a mio fratello prima di riavvicinare alla bocca la tazza.
Si gira e la prima cosa che osservo nel suo viso è impressione e poi divertimento.
Sono divertente? Mi guardo e sono ancora in reggiseno e mutandine.
Non è strano, mi ci ha già vista molteplici volte. Anche peggio. Alza lo la testa ancora con gli occhi spalancati più in alto di me, verso l'uscita della cucina.
Seguo il suo sguardo e con ancora il sorso di latte caldo in bocca mi giro dall'altro lato della stanza.
I miei occi si incontrano con un paio chiarissimi e pieni di gelo e divertimento.
O cazzo.
Cosa ci fa lui a casa nostra a quest'ora, ma più che altro cosa faccio ora. Sono in mutande e reggiseno.
Respira, Isabelle respira.
Sta sorridendo, mi sta fottutamente sorridendo e io sono ancora qua imbambolata a guardarlo molto probabilmente con una faccia scioccata.
Sento una mano fredda toccarmi il braccio e la riconosco come quella di mio fratello. Mi porge una sua maglietta che stava terra in cucina e velocemente me la infilo cercando di coprire anche le cosce.
Tanto ormai il danno è fatto.

Isabelle [lh]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora