"Un Cheesburger per me e un Chickenburger per lei"
Sapevo che non sarebbe stato un ristorante di lusso, ma che neanche il McDonald's.
Anche se sin da questa mattina avevo una voglia matta di patatine fritte.Mentre aspettiamo che la signorina con il cappellino dalla visiera gialla ci servi i panini ipercalorici stiamo in piedi uno di fianco all'altra senza dire una parola e ad osservare i movimenti meccanici dei commessi del fastfood.
"Ecco a voi, buon pranzo."
Con uno dei soliti sorrisetti falsi che porge a noi come ad ogni altro cliente che serve ci allontaniamo dalle casse e ci andiamo a sedere su un tavolino altissimo con degli sgabelli apparentemente scomodi data la mia altezza.
Luke senza sforzo riesce ad accomodarsi mentre io devo poggiare il vassoio sul tavolo di legno chiaro per non versarmi la coca cola addosso viste le manovre che devo fare per riuscire a sedermi sullo sgabello rosso.
Finalmente raggiungo la stessa altezza di Luke che mi sta osservando con un sorriso divertito stampato in volto e la cannuccia della bibita tra le labbra."Che hai?" Intanto apro lo scatolino del panino, prendo tra le mani il mio pranzo e sto attenta a non far colare dappertutto le salse.
"Sei buffa" continua a sorridermi e i suoi occhi sono molto più accesi e pieni di vita rispetto ad un'ora fa.
Ha un sorriso bello come quello che aveva mio nonno, anche al biondo sbucano due piccole fosse ai lati delle labbra che rendono lo sguardo dolce e rassicurante.
Come se la persona seduta qua di fronte non fosse lo stesso Luke Hemmings da me odiato qualche settimana fa.Torno a dedicare tutta la mia attenzione sul vassoio pieno di cibo appoggiato sul tavolo.
Finisco il panino e tenendo la scatola vuota aperta verso il ketchup e la maionese che la signorina mi aveva servito nelle scatolette di plastica.
Sfilo una patatina dalla bustina oleosa e la uso per mischiare le due salse ricoprendo tutto un lato della scatola.
Appena il colore della salsa è molto simile al rosa che attualmente ha in testa Michael sorrido compiaciuta guardando la mia opera e comincio ad inzuppare e mangiare le patatine fritte.Una soave e per niente soffocata risata mi fa tornare in Australia e alzo la testa dal mio appetitoso piatto e osservo il biondo guardarmi con ammirazione mista a divertimento.
"Fammi indovinare.. Sono buffa?" Non ci crederei se mi dicesse che non lo ha mai fatto lui.
Annuisce e due grandi fossette compaiono giusto in tempo per arricchire il meraviglioso sorriso che mi costringe ad abbassare lo sguardo per non cominciare a sbavare.
È sempre Luke Hemmings.
Ma perché è capitata a me la coscienza stronza?Senza dire altro continuiamo a mangiare e quando sto per alzarmi e andare a svuotare il vassoio nel grande secchio della spazzatura vicino alle casse il telefono che avevo appoggiato sul tavolino vibra e si muove.
Michael
Riappoggio ciò che avevo in mano e porto all'orecchio l'iphone dallo schermo leggermente rotto."Michael"
"Isa dove sei?"
"Sono con Bri"
Non ti conviene mentire.
Zitta.
"Okay, ricordati la tinta, voglio il parco davanti casa dei nonni."
"Okay tesoro, non ti deluderò."
Chiudo la chiamata e noto che Luke mi osserva curioso."Era mio fratello, ha detto che devo andare a comprare una tinta al supermercato, mi accompagneresti?"
Dico cercando di scendere il più normalmente possibile dallo alto sgabello.
" Okay ti accompagno, solo per sta volta però."
Sorrise e si alzò anche lui seguendomi verso il cestino e svuotandone il contenuto.
Presi la giacca e il telefono per poi aspettare il biondo davanti alla porta principale del FastFood.
Appena mi raggiunse si avvicinò così tanto che quasi mi mancò il respirò.
Non tardò a mancare quando il suo forte braccio cinse la mia vita.Mi mancava provare una sensazione simile e non avrei mai immaginato che a farmela riprovare dopo tanto sarebbe stato il BadBoy Hemmings.
Ripensando all'argomento 'BadBoy' credo che dopo tutte le fanfiction che ho letto sui miei cantanti preferiti Luke lo classificherei al primo posto nella top 10 dei ragazzi più trasgressivi e attraenti della storia insieme all'Harry Styles di After.
Camminiamo uno di fianco all'altra visto che non ha portato la sua moto e che io non l'ho l'auto.
Sei ancora minorenne ti ricorderei.
Oggi non si vuole proprio trattenere, anzi che non ho il ciclo.Il tragitto è abbastanza silenzioso solo quando arrivano al supermarket apro la bocca.
"Dichiaro iniziata la caccia alla nuova tinta per Michael."
Mi giro verso Luke che mi osserva con sfida e divertimento.
La grande mano del ragazzo lascia i miei fianchi e sempre vicini entriamo nel negozio.Senza osservare gli altri reparti arrivo a quello desiderato prima di Luke che si era fermato per sbirciare due ragazze alla cassa come se non me ne accorgessi.
Vuole il parco costruito davanti casa dei nonni.
Il che significa che si è stufato del rosso dei capelli della nonna e molto probabilmente vuole o il blu del laghetto o il verde del pratino.
Scruto le tinte di colori improponibili per persone normali e una scatola con il disegno di una macchia verde chiaro e acceso attira la mia attenzione."Luke, Luke guarda. -prendo in mano la scatola della tinta e gliela porgo- come ti sembra?"
Fa una faccia quasi indecifrabile e ghigna sotto i baffi.
"Solo un pazzo come tuo fratello se lo potrebbe fare sto colore."
Se solo sapesse il perchè della tinta.
Te lo avevo detto che è sempre lo stesso.
Vorrei tanto buttarti da qualche parte, ma purtroppo hai ragione e anche se forse ora siamo amici lui è sempre e comunque il BadBoy.Sorrido felice immaginandomi la faccia contenta di mio fratello quando si potrà dimenticare dei capelli rosa e i perenni cappelli che deve indossare per nasconderli.
Guardo un'ultima volta il biondo che sta continuando a cercare qualcosa tra le tante scatole e tubetti di coloranti.
"Tutto apposto?"
Ha una tinta bionda tendente all'arancione in mano e una faccia malinconica.
Non mi dire che anche lui prova malinconia attraverso delle tinte per capelli.
Ma solo a me ricordano la figlia ribelle della vicina di casa che ha certe mesce di colori improponibili?Riposa il colorante per capelli e torna a guardarmi con un piccolo sorriso in viso. Sembra quasi finto perchè le fossette sulle sue guance non si sono neanche sforzate di venir fuori.
Torna a mettere il braccio attorno al mio fianco e trovo la cosa ormai piacevole e credo che potrei abituarmici volentieri.
Potresti abituartici eh? Che sti sta succedendo Isabelle?
Vuoi che ti ripeto ancora che è Luke Hemmings?Scrollo la testa per cacciare la vocina impertinente che continua a importunarmi.
"Cos'hai?" È divertito dal vedermi lottare con il mio subconscio. Menomale che tutto ciò che mi dico non lo può sentire.
"Niente, sono distratta. Andiamo che mio fratello mi aspetta."
Annuisce facendo spuntare le fossette ai lati della bocca e sempre un po' troppo vicini arriviamo alla cassa del piccolo discount.
Spero solo che tutta questa confidenza non mi rovini."Non vedo l'ora di vedere tuo fratello con i capelli 'nuovi'" senza rendermene conto la distanza di sicurezza che avevo creato prima è diminuita e il suo fottutissimo profumo mi inonda tutto il cervello e faccio quasi fatica a riportare a galla i pensieri lucidamente.
"Oh, okay a domani Luke."
Apro finalmente la porta di casa ed entro senza però richiuderla, magari aspettando che il ragazzo biondo la smetta di fissarmi senza salutare.
"Ci vediamo Isabelle"
Non so se è una cosa che mi solleva o no vederlo andare verso la sua auto recuperata dopo aver comprato la tinta a mio fratello.
La Isabelle di qualche anno fa si sarebbe aspettata un bacio sulla guancia o un invito per un'altra uscita insieme, ma dopo aver conosciuto il vero Luke Hemmings so per certa che tutto quello che sta facendo è estremamente diverso e sdolcinato quanto una cena a lumi di candele fatta da un ragazzo qualsiasi.Appoggio la schiena sul legno scuro della porta d'ingresso e sospiro facendo scorrere velocemente le immagini di tutto quello che è successo a pomeriggio. Partendo dal comportamento misterioso e arrivando alla sensazione della sua mano intorno alla mia sottile vita.
Luke Hemmings mi sta trascinando nella sua trappola.
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Isabelle [lh]
FanfictionCi addormentammo così, uno abbracciato all'altra su un divano troppo piccolo per noi. Era la metafora perfetta delle nostre vite incastrate in una scomoda e stretta. Dopotutto non era un caso se io e Michael fossimo così diversi, ma con gli angoli p...