"Calum ti muovi a portare quella fottuta coperta che sta tremando"
Come mai oggi tutta questa compassione?
Mi ritrovo sotto le lenzuola del letto di Luke con una tazza di the fumante in mano e Calum che corre da una stanza all'altra per soddisfare i bisogni che secondo Luke ho.
È una scena estremamente sdolcinata, lui seduto sul bordo del letto che mi osserva con i capelli gonfi e una sua felpa addosso.
Mi ha costretta ad andare a casa sua dopo avergli pianto su tutto il giacchetto di pelle e aver salutato mia nonna prima del previsto.
La testa mi fa un po' male per tutto quello che è successo e visto che continuano a litigare quei due è meglio se chiudo gli occhi, dopotutto mi hanno offerto un letto e ciò significa che posso dormire.
Luke stende le mani e mi prende la tazza appena vede che mi guardo intorno per cercare un luogo piano dove poggiarla. Scendo un po' con la schiena per sdraiarmi meglio e mi accuccio sotto le coperte. Con la sua grande mano libera alza le coperte e mi copre meglio sussurrando qualcosa come sei la prima a dormire sul mio letto.
La luce della camera si spegne e la porta si chiude dietro di lui.
Come niente mi addormento pensando a come possa essere così incuriosito dalla mia situazione per poter fare tutto questo per me.
È tutto così strano.
Vedo meno compassione nei suoi occhi, è stata rimpiazzata da preoccupazione credo.
È solo preoccupato di fare il gentiluomo.
E Calum? Calum anche se non mi conosce è stato disponibile, mi ha preparato la bevanda calda e mi ha riempita di biscotti al cioccolato e coperte. Qualcun altro al posto suo non lo avrebbe mai fatto.
Stacco un'attimo la mente e cerco di trovarla. Eccola, mi osserva insieme al nonno.
È così attenta a memorizzare ogni momento che vivo per poterlo vivere con me, lo vedo dai suoi occhi stanchi e contornati dalle rughe.Nonna,
Lo hai visto?
Hai visto quello che sta succedendo?
Michael non migliora a nascondere i sentimenti, ma io lo so che prima o poi troverà chi lo farà sbloccare. Io no nonna, io sono solo una che soffre come lui, ma lo reprime meglio per fare la sorella che resiste e che ha vinto la paura dell'oceano e la voglia matta di venirti a trovare.
Poi c'è Luke. Le prime volte che facevo latino con lui era tutto teso e silenzioso, senza emozioni. Tranne le mie, tranne la terribile paura del suo passato e del suo presente.
Ora la mia insufficienza è passata in secondo piano e al primo ci siamo noi.
C'è un insieme di emozioni contraddittorie tra di loro.
Poi oggi è piovuto, è la prima pioggia del mese e io sono venuta da te, mi ha seguita e ora sono dentro una sua felpa sotto le coperte del suo letto e non posso pensare ad altro se non al fatto che mi è entrato dentro.
Con fatica, ma ora sta qua.Il rumore di una suoneria mi fa spalancare gli occhi e vedo sul letto dall'altro lato della stanza è illuminato e una canzone a me sconosciuta dei Coldplay suona a volume altissimo.
"Cazzo Calum, il tuo fottuto telefono sta squillando e se ha svegliato Isabelle te lo lancio dalla finestra"
La voce di Luke è sempre più vicina e il rumore della porta e la luce del corridoio entrano in stanza.
Chiudo istintivamente gli occhi per non far finire male il cellulare di Calum, dopotutto è anche la sua stanza e può lasciare il telefono dove vuole.
I passi di Luke sono sempre più vicini al mio corpo e il telefono ha smesso di squillare.
Sento il suo forte odore di fumo che si avvicina.
Apro leggermente un occhio per vedere che sta facendo ed è con il viso di fronte al mio, chinato al bordo del letto.
" Ecco, è sveglia, devo buttarti il telefono ora."
Urla a Calum in modo che lo sente anche dall'altra stanza.
"Calum non ti preoccupare non mi sono svegliata per colpa del tuo telefono è stato lui"
Urlo anche io in risposta indicando la faccia vicinissima del biondo.
Scoppia in una sonora risata ed è quasi meglio di una canzone di Ed in Live.
Gli faccio una linguaccia e lui si rimette in piedi permettendomi di sedere comoda con le gambe intrecciate sotto le lenzuola grigie.
"Se vuoi ti riaccompagno a casa con la macchina di Calum"
Dice gentilmente. Un po' troppo.
"Tranquillo, dove sono i miei vestiti?"
Appena mi sarò rivestita tornerò a casa con l'autobus come sempre.
"Li ho messi ad asciugare, ma sono ancora bagnati, puoi tenerti questi se vuoi."
Osserva la sua grande felpa nera e i pantaloncini grigi della tuta. Non avrei mai pensato di vederlo in pantaloncini corti se non nei suoi soliti pantaloni striminziti.
Alzo le braccia e mi lego i capelli in modo da stare più comoda e mi alzo dal letto evitandolo per poi chiudermi in bagno.
Apro l'acqua del lavandino e mi sciacquo il viso con ancora il mascara colato dal lungo pianto e dalla pioggia.
Continuo ad osservarmi allo specchio con le goccioline di acqua gelida che scorrono sul viso.
Magari anche tutti i problemi inutili che mi pongo e gli intoppi che trovo per la via scivolino via come queste goccioline fanno sul mio viso.
Il rumore forte delle nocche sul legno liscio della porta del bagno rimbombano.
"Isabelle, il telefono ti squilla."
Mi asciugo di fretta la faccia sul primo asciugamano che trovo e apro la porta trovandomi di fronte Calum con il mio telefono in mano e un piccolo sorriso sulle labbra.
Gli mimo un grazie con le labbra e mentre porto il telefono con la telefonata attivata all'orecchio richiudo la porta del bagno.
Mi siedo sulla tavoletta del water chiusa e richiamo mil fratello."Michael"
"Isabelle, dove sei finita"
Ha quasi il fiatone.
"Sono a casa di Luke"
So che si arrabbierà.
"Isabelle, potevi almeno dirmelo cazzo, fai sempre quello che vuoi."
È vero, è come se fosse solo un coinquilino per me. Sembrerebbe.
"Ero andata dalla nonna e poi mi hanno portata a casa loro."
Qualche secondo di silenzio e finalmente un suono quasi di sorpresa.
"Oh, pioveva. Sono stato tutto il pomeriggio a scuola e neanche mi sono ricordato. Dici che mi perdonerà se ci andrò domani?"
Dei rumori mi riportano alla normalità e voglio proprio sapere che cosa hanno combinato quei due ora.
"Certo, ora vado a prendere le mie cose e con il primo autobus che passa torno a casa. Prendi il Sushi al ritorno tesoro."
Non ho pranzato ora che ci penso se tralasciamo i biscottini che mi ha portato Cal prima di addormentarmi.
Chiudo la telefonata e torno in camera. Infilo le scarpe e sbatto qualche volta il piede sul pavimento per sistemare il tessuto sul tallone.
Tocco i vestiti sul termosifone e mi rendo conto che sono per davvero ancora bagnati. Li lascio lì e vestita così vado in salotto per ringraziarli e salutarli prima di tornare a casa.
Entro e vedo Calum intento a cercare qualcosa nel frigo e Luke davanti ai fornelli a girare qualcosa dentro una padella.
So quanto può essere pericoloso Hemmingsmasterchef in cucina e se mi invitassero a cena lo farei solo per del cibo takeaway.
Mi avvicino ancora di più.
"Grazie ragazzi di tutto, ora vado, Luke ti riporto i vestiti domani a scuola." Li saluto con la mano e dopo aver rifiutato più volte il passaggio di Luke scendo con l'ascensore e fortunatamente arriva subito l'autobus che mi riporterà a casa.
Percorro il piccolo corridoio tra i sedili e tutti squadrano i miei vestiti.
Mai vista un ragazza in pantaloncini ad ottobre? C'è sempre una prima volta.
Mi siedo accanto al finestrino e comincio a vedere tutti i palazzi che corrono via.Nonna, sono felice.
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Isabelle [lh]
FanfictionCi addormentammo così, uno abbracciato all'altra su un divano troppo piccolo per noi. Era la metafora perfetta delle nostre vite incastrate in una scomoda e stretta. Dopotutto non era un caso se io e Michael fossimo così diversi, ma con gli angoli p...