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"Bri sei la mia salvatricee" Urlo per la ventesima volta alla mia amica che ha portato il pranzo prima di chiudere la porta dell'appartamentino al centro di Sydney. Butto i cartoni delle pizze e mi metto sotto le coperte con il pacco dei biscotti al cioccolato e le calze pelose. Comincio a leggere la mia fanfiction preferita su Ed Sheeran anche se so che ho i compiti da fare per domani. Mi perdo nelle parole per quasi due ore prima che entra mio fratello in casa urlando qualcosa tipo "Isa perchè oggi hai mangiato la pizza e neanche me ne hai lasciata un po'?Io ora che mangio"
Ma non si ricorda quante volte mi ha lasciata senza cibo?
"Ti arrangi." Urlo per poi tornare con gli occhi fissi sullo schermo del telefono.
La porta della mia stanza si spalanca e non ho il tempo di salutare che il gemello peggiore che io possa aver avuto si lancia sopra di me a letto cominciando a farmi il solletico dappertutto.
"Okay okay." Dico cercando di svincolarmi dalla sua presa forte.
"Quindi hai intensione di cedermi i biscotti al cioccolato o di preparare la pasta al tuo caro fratellino?" Sta dicendo che dovrei alzarmi da questo letto per andare a cucinare? Per lui? Se lo scorda.
"Assolutamente niente pasta, se proprio vuoi ti do i biscotti." Dico avvicinandogli il pacco quasi vuoto.
"Mi accontento solo perché sei te, Isa" mi lascia un leggero bacio sulla guancia e io gli scombino i capelli rosso fuoco.
"E io ti cedo i miei biscotti preferiti solo perché sei te, Mikey" Si alza di scatto e si lancia davanti allo specchio sull'anta dell'armadio per risistemarsi il ciuffo tinto.
Sorrido per quanto è divertente e fissato con i suoi capelli. Esce dalla camera con uno sbuffo e il pacco dei biscotti in mano.
Finalmente posso continuare a leggere. Appena sto per mettere via il telefono vedo l'orario.
15:38
Luke. Oddio Luke mi ha detto che sarei dovuta andare a casa sua stamattina.
So quanto Luke si arrabbia quando qualcuno gli da buca o non fa quello che dice lui.
È da quasi due mesi che mi costringe a stare con lui il pomeriggio così mi aiuta con latino poiché stranamente è più bravo di me. Spesso capitava che andassi a casa sua e lo trovavo nudo con qualche puttanella a letto e mi sentivo estremamente imbarazzata.
Tornando a oggi. Non ho proprio voglia di andare a casa di quel montato e ricordo quando la nonna mi diceva che avrei dovuto seguire il mio cuore. Dopotutto è maleducato non ascoltarla, quindi credo proprio che non ci andrò. Me lo dice il cuore.

"Michael" Urlo dalla mia stanza per chiamare mio fratello che come ogni dannato pomeriggio sta facendo casino con la sua amatissima chitarra.
La musica si ferma e sento i passi sempre più forti.
"Isabelle che è successo?" dice facendo finta di non sapere che l'ho chiamato perché con tutte le cuffiette sento il suono della sua musica.
"Lo sai che cos'è successo." Dico stringendo gli occhi in una riga cercando di spaventarlo in qualche modo.
Scoppia in una rumorosa risata.
"Vuoi farmi paura tesoro?" Dice cercando di fermarsi premendo la mano sullo stomaco.
Predo il cuscino che ho sotto la testa e glielo tiro colpendolo in piena faccia.
"Ma sei matta? Mi si scompigliano i capellii" Urla riparandosi con le mani il viso. Ridicolo. Ridicolamente tenero.
Decido di chiudere definitivamente Wattpad e andare in salone.
"Facciamo un patto, tu la smetti di suonare e io non dirò a tutta la scuola che il tuo secondo nome è Gordon"
Lo ricatto con un sorrisetto che mi ricorda tanto quello di Luke.
L'ho minacciato spesso di farlo e non mi ci vuole niente a twittarlo e lui lo sa.
"Maledizione Isa, ti odio." Sbuffa per poi lasciarmi passare e seguirmi fino al nostro piccolo salotto con solo due divani e una tv.
Mi butto a peso morto sul divano e lo stesso fa lui.
Appena provo a rilassarmi nel silenzio per niente teso sento il campanello suonare. Non ho voglia di alzarmi e andare ad aprire. Blocco con la mano Michael che lo sta facendo al posto mio.
So chi è ed è molto meglio se non entra.
Smette di suonare e comincio a sentire il rumore delle sue nocche sul legno liscio della porta d'ingresso.
Mi alzo e faccio segno a Michael di aprire dopo avergli sussurrato di dire al ragazzo dietro alla porta che sono in ospedale a trovare un prozio quasi morto.
Mi chiudo in camera e provo a sentire attraverso la porta quello che si stanno dicendo.
"Dov'è Isabelle?" "Oh ciao Luke, entra pure." "Ti ho chiesto dov'è tua sorella." "Umh.. In camera sua."
Povero fratellino, almeno ci ha provato e non è svenuto davanti all'imponenza di Luke.
I passi sono sempre più forti e faccio in tempo a sedermi sul letto e fare finta di mandare un messaggio quando la porta si spalanca e vedo un Luke vestito con i suoi soliti pantacollant neri strappati e un maglione grigio insolitamente grande.
"Buon pomeriggio." Dico facendo un finto sorriso. Avanza verso il letto con grandi passi e appena è piegato verso di me parla.
"Perché non sei venuta da me? Ho sprecato un pomeriggio, dove potevo scoparmi due ragazze a aspettarti. Spero che tu abbia una valida scusa."
Oh beh diciamo che ti odio e che ho paura di te più o meno.
"Non volevo e basta."
O ma che cazzo dici Isabelle ora quello ti spacca la faccia.
"Ah non volevi eh? Peccato che io non ti avevo chiesto se volevi venire, ma ti avevo solo detto che saresti dovuta venire."
Si siede accanto a me e io mi tiro indietro incrociando le gambe sul copriletto bianco ormai tutto spiegazzato.
Tira fuori dei fogli e una fotocopia tutta scritta.
"Che cos'è?" chiedo alzando i fogli in aria.
"Latino." Risponde come se fosse esplicito. Si alza dal letto e dalla mia scrivania mi lancia una bic blu che naturalmente non prendo al volo e quasi mi vergogno per i miei ottimi riflessi.
Lo osservo aprire la finestra di casa mia e tirare fuori un pacchetto di Chesterfield blu e un accendino nero. Si appoggia al davanzale e comincia e fare lunghi tiri alla sigaretta mentre mi osserva fare quella versione. Ma perché ho scelto l'unica università in tutta l'Australia con Latino?
"Belli i calzini comunque" Dice, me lo sento che sta sorridendo.
Non alzo lo sguardo dai fogli, ma sventolo in aria il dito medio della mano che non sta scrivendo. In effetti proprio oggi dovevo mettermi i calzini pelosi con il simbolo di Superman?

Isabelle [lh]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora