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"Buongiorno ragazze"
Oh buongiorno anche a te.
"Posso portartela via Brianna?" Brianna?
"Te la avrei lasciata se solo avessi azzeccato il mio nome Hemmings."
Risponde a tono Bridgette, è sempre stata brava a non far trasparire le emozioni negative e a gestire il fastidio che prova verso le persone.
È diretta con gli altri soprattutto con quelli che la istigano, vorrei anche io essere come lei a volte.
Ricordo quando al primo anno era così arrabbiata con mio fratello perché aveva dato del gay ad Adam Levine che gli tagliò un ciuffo di capelli al posto di rimanere a dormire con me durante un pigiama party.

Luke sembra indifferente e mi offre una mano per tirarmi su. Davvero devo andarmene? Mi stavo divertendo con Bri e magari saremmo andate a a mangiare le patatine del McDonald al parco. Magari saremmo tornate come prima. Avevo bisogno di ri-instaurare un rapporto con la mia migliore amica, se posso chiamarla ancora così.

Ha capito che sono intenzionata a non andare con lui e addolcisce lo sguardo continuando a viaggiare per tutto il mio viso con gli occhi. E a tendermi la mano. Non so se essere imbarazzata dalla situazione o essere onorata perché Luke Hemmings mi implora quasi di andare con lui.

È davvero fastidioso e eccitante immaginare che in qualche modo vuole stare con me ora. Per di più voglio sapere qualcosa su di lui visto che lui sembra conoscere ogni mio particolare.

Mi ha convinta, anzi, mi sono convinta.

Sussurro uno scusa alla mia amica che rimane seduta a terra e aiutata dalla grande mano di Luke sulla mia lo seguo verso il parcheggio dove di sicuro c'è la sua moto lucida pronta a sfrecciare per Sydney e soprattutto quella sottospecie di pentola che aspetta i miei capelli lisci.
Ci ho messo tanto questa mattina a sistemarmeli con la piastra e ora quel maledetto coso li rovinerà e Luke penserà che curo i miei capelli tanto quanto il barbone sotto il ponte davanti casa fa.

A proposito di capelli, Michael mi aveva detto che sarei dovuta passare al supermercato vicino scuola per comprargli un'altra tinta perché il rosso attuale è tendente al rosa della gonna di una Barbie.

Mi distraggo dai pensieri appena la mano di Luke si stringe di più senza lasciarmi e supera il grande cancello dell' istituto.
Niente moto oggi?

Aumenta il passo quasi trascinandomi dietro di lui.
Dove stiamo andando?
Devo farlo fermare.
Come posso ogni volta fidarmi di lui e rischiare sottoponendomi a questi suoi attacchi improvvisi.
"Luke" "Luke rallenta."

È sempre più veloce e neanche mi ascolta.
La presa si intensifica e  mi comincia a far male.
Devo di riacquistare la sua attenzione.
Ho paura di quello che può fare se lo strattono.
Se avessi saputo che era falso l'atteggiamento di prima e che mi aveva solo convinta per soddisfare un suo bisogno non avrei accettato.
O forse si.
Non è questo il momento di pensarci Isabelle, Luke Hemmings ti sta trascinando per delle vie quasi sconosciute di Sydney e ti preoccupi di cosa avresti dovuto fare?

Devo assolutamente sapere dove mi vuole portare e perchè.
Strattono la sua mano nonostante il terrore di una presunta reazione e mi fermo costringendolo a degnarmi almeno di uno sguardo.
Si gira e vede che sono impaurita dal suo atteggiamento, abbassa lo sguardo verso le nostre mani e allenta la presa.
La pieghetta tra le sue sopracciglia si rilassa appena gli sorrido per fargli capire di non aver dato troppo peso alla situazione, mentendo.

Ho il polso completamente rosso e appena fa scivolare la mano intrecciando le nostre dita delicatamente un pizzico di sollievo allevia il dolore.
Avvicina il dorso della mia mano alla sua bocca e lascia un leggero e asciutto bacio continuando a guardarmi negli occhi.
"Mi dispiace, è solo che sapevo che non saresti voluta venire con me e che se non ti avessi trascinato tu non.. Ecco non mi avresti ascoltato e.. Ho davvero bisogno di stare un po' con te, ma non volevo essere cattivo.. Non volevo farti del male.. Il punto è ch-"
"È tutto apposto Luke, non mi hai fatto male" oh si che mi ha fatto male e mi ha anche spaventato, ma evidentemente non è il momento adatto per rinfacciargli la sua meschinità, se vuole parlarmi di qualcosa vuol dire che è pronto ad aprirsi e per qualche stupido motivo credo che sia meglio che io rimanga zitta.

Ora camminiamo uno di fianco all'altra con le mani intrecciate.
Non riesco a capire perchè ho sempre pensato che lui sia una persona orribile, ho sempre dato retta a me stessa immaginandomelo rude e cinico.
Forse mi sbagliavo.

"Dove stiamo andando Luke" devo alzare lo sguardo per cercare i suoi occhi.
"Non ti preoccupare"
Ecco, normalmente non mi sarei preoccupata e avrei cominciato a fantasticare sul luogo segreto, ma detto da lui non suona allo stesso modo.

Non voglio osservare i palazzi per 'godermi la sorpresa' se così posso chiamarla e guardando il cemento luccicante sotto i nostri piedi.

"Tadaa" Luke mi lascia la mano per riuscire ad allargare le braccia.
Una fitta al cuore mi fa risalire tutta la colazione.

Menomale che non era cinico.
Zitta coscienza. È solo che non lo sa ancora.

Rimane così ad osservarmi con un grandissimo sorriso in faccia aspettandosi una reazione diversa da quella che ho avuto io. Non posso fare di meglio che cercare di sorridergli senza far incrociare i nostri sguardi. Potrebbe capire tutto.
Sono più di 4 anni che non torno in questo posto per dimenticare e ora mi ha portato lui.
"Tutto apposto Isa?"
È tutto apposto?
Non posso crollare davanti a lui.
"Si, andiamo."
Ci sfiliamo tutti e due le scarpe senza slacciarle e mentre le teniamo in una mano intrecciamo le dita dell'altra.

Mano nella mano faccio il primo passo e appena il piede scalzo entra in contatto con la sabbia fredda un'altra fitta al cuore mi fa fermare. Giro la testa verso il biondo che continua a sorridere osservando le onde che provocano un suono di sottofondo continuo e angosciante.
In qualche modo credo che io gli debba questa passeggiata, devo ingoiare tutto il passato e continuare a camminare insieme a Luke.

Ingoio rumorosamente e riprendo a camminare cercando di guardare il meno possibile il panorama e di concentrarmi su Luke.
È così tranquillo e neanche mi ero resa conto del suo cappello bordò con la visiera al contrario e la maglietta nera che si appoggia sulle sue forti spalle.
Gli Skinny neri che contrastano con i bianchi piedi sottostanti.
E pensare che io prima di oggi li chiamavo pantacollant.

Lascia la mia mano e si siede su un grande scoglio sporgente vicino alla riva e anche io faccio lo stesso.

Le onde che salgono e scendono bagnando il terreno sono estremamente angoscianti e non vedo l'ora di andarmene da questo posto.

"Ti piace?" Il suo sguardo che cerca il mio, ancora non sa che cercherò di tenere distanti i nostri occhi per non far trasparire niente.

"Non ho mai amato tanto il mare, ecco. Perchè mi hai portata qui?"
Pongo subito una domanda per cambiare discorso e riuscire ad ottenere qualcosa da parte sua.

"Volevo solamente stare un po' con te e magari conoscerci meglio. Cominciando dal dirti che il mare è il mio posto preferito e che ci andavo spesso anche a Sale, dove abitavo prima di trasferirmi qua."
Questi piccoli dettagli su di lui innescano in me una sfrenata voglia di conoscerlo e quasi dimentico della sabbia bagnata e dei gabbiani in aria.

"Io invece amavo il mare da piccola, poi sono stata indotta da me stessa ad odiarlo, ho sempre vissuto qui a Sydney e ho un gemello."
Appena cambio il discorso per cercare di sapere di più sulla sua famiglia parlando della mia sbarra gli occhi e ritorna ad osservarmi.

Cosa ho detto? Cosa non sta dicendo lui?
Voglio sapere di più su Luke Hemmings.

"Luke"
"Isa" ormai neanche lo rimprovero più e lo lascio chiamarmi così.
"Io ho fame" dico arrossendo subito per la sua risata melodica che ricevo come risposta.
"Conosco un posto qua vicino, andiamo."
Mi porge la mano e dopo esserci ri-infilati le scarpe andiamo a mangiare finalmente.

Devo complimentarmi con me stessa per essere riuscita a non crollare.

Isabelle [lh]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora