Un foglietto accartocciato viene posato sul mio quaderno degli appunti di geografia dalla mano curatissima della mia compagna di banco, e migliore amica. Alzo lo sguardo e lo incrocio con il suo, lei neanche sa chi lo ha mandato. Non le faccio domande in caso quella pazza della professoressa si accorga che non me la sto cagando di pezzo. Riporto l'attenzione sul pezzetto di carta e lo apro con cura. La scrittura disordinata mi colpisce subito.
Aspettami alle 12:05 al quarto piano nell'aula 38.
LukeLuke? Devo aspettarlo? Al quarto piano?
Premettendo che io ho paura di lui e che al quarto piano non possiamo andarci credo che invierò un altro foglietto accartocciato con scritto no come si faceva in quinta elementare.
Passo da brava amica il biglietto alla mia compagna di banco che subito si elettrizza all'idea si trasgredire le regole per quel troglodita vestito con i pantacollant neri.
"Non ti permettere a dirgli di no. Cioè, Luke Hemmings ti ha chiesto di aspettarlo, vuol dire che ti vuole parlare, vuol dire che oggi si è accorto di te, vuol dire che se si è accorto di te si è accorto anche di me perchè sono accanto a te, vuol dire che mi ama"
Mi ero dimenticata la sua ossessione per il finto ragazzaccio biondo che per quello che gira su di lui so che si diverta molto.
Continuo ad osservare la grande aula e quasi mi casca la mascella appena vedo che Luke mi sta guardando. Cerco di fulminarlo con lo sguardo, ma appena se ne accorge mi lancia un sorrisetto malizioso. Quanto vorrei spaccargli quella faccia a furia di capocciate.
La campanella suona e ho 3 minuti di tempo prima di incontrare Hemmings nell'aula 38. Appena esco una mano mi blocca trattenendomi dallo zaino. "Isa" magari vuole solo ripetermi ciò che mi ha detto prima in classe. "Bri" la richiamo mentre mi giro per averla di fronte. "Ricordati di tirarti un po' su la felpa così ti si vede meglio il fondoschiena amore" evito di scoppiare a riderle in faccia. Le lascio un veloce bacio sulla guancia e mi dirigo dalla parte opposta del corridoio per raggiungere prima l'armadietto per posare lo zaino e poi il quarto piano.Arrivo nel piano abbandonato della scuola e vedo le finestre tutte aperte nel corridoio. L'aria di Ottobre entra e mi fa venire i brividi sulle caviglie scoperte. Maledizione a me e alla lavanderia sotto casa che ci mette tre giorni a lavarmi le calze lunghe. Continuo a camminare contando i numeri su ogni aula vuota. Mi suona il telefono in tasca e lo prendo per vedere chi mi ha scritto.
Bridgette:
Odoralo così mi dici che profumo usa.Spero che sta scherzano. Come fa ad essere così ossessionata con quel cretino? Lei è sempre stata così, io conoscevo i ragazzi e lei se li scopava. Sin dalle medie lei era quella estroversa. Occhi verdi e capelli neri lunghissimi, non c'è un ragazzo che la resiste. Finalmente arrivo all'ultima classe prima dei bagni nel corridoio.
Aula 38
La porta è chiusa, busso? No dai. La apro con difficoltà provocando un fastidiosissimo rumore stridulo. La classe è grandissima e piena di luce. Ha 4 finestre aperte e tante file di banchi pieni di polvere, non ha la lavagna e neanche la cattedra.
"Non va più di moda bussare amorino?"
Oh, dimenticavo il caratteraccio del ragazzo per cui sono qua.
"Luke."
Dico scocciata prima di richiudere la porta alle mie spalle e raggiungerlo. È seduto su un banco con lo sguardo rivolto verso la finestra.
"Isa"
Io ricordo perfettamente di aver precisato che 'Isa' mi ci possono chiamare solo gli amici e fino a prova contraria lui non è un mio amico.
"Isabelle.-lo correggo sedendo anch'io su un banco di fianco al suo, meglio che si sbrighi a parlare potrei perdere la poca pazienza che ho.- Che vuoi?"
Tira su le gambe che precedentemente aveva a penzoloni dal banco e le incrocia sul legno polveroso.
Gira leggermente il busto per guardarmi meglio. Riesco a intravedere un ghigno sulle sue labbra.
Apre la bocca per cominciare a parlare, ma la porta si spalanca ed entra una delle persone con cui lo vedo sempre fuori scuola. Si avvicina con passi lunghi. Si accorge della mia presenza solo dopo e spalanca gli occhi quasi terrorizzato. Ma che faccio paura? Saluta con un cenno Luke.
"Che vuoi Calum? Non vedi che sto parlando io con Isa?"
Ancora ha intenzione di chiamarmi Isa? Giuro che ha 4 minuti di tempo dopodiché me ne andrò a casa a pranzare.
Comincio a fissare il mio piccolo Casio argentato sul polso per sperare che il tempo in qualche modo passasse più veloce. Niente.
"Scusate, non per disturbare il vostro discorso sul culo di Rihanna nella foto che ha pubblicato su instagram, ma io ho da fare e non so ancora perchè sono qua."
Mi complimento con me stessa per il mio discorso che ho appena sputato di fronte al biondo e al ragazzo dai capelli neri come quelli di Bri senza svenire per la paura. A Luke scappa una risata che viene bloccata da un cazzotto sul petto da Calum. Ritorna subito serio.
Ma guardandomi così crede che mi sto zitta e continuo a sentirli parlare?
Riprendo lo zaino che avevo messo a terra e mi allontano da loro deviando i grandi banchi.
Apro con forza la porta e solo quando si sente il rumore quel montato e il ragazzo che ha paura anche di parlarmi si ricordano della mia esistenza e Luke mi richiama.
"Isabelle, vieni oggi da me così ti aiuto con latino."
Sbuffo e senza rispondere esco dall'aula.
Voglio una pizza."Bri vieni a pranzo da me e porti due pizze?"
"Ti stavo per chiamare io, arrivo amore"
Chiudo la telefonata e mi lancio sul letto aprendo 'Wattpad' e ricominciando a leggere la fanfiction su Ed Sheeran che avevo iniziato ieri. Mi lascio trasportare da quella maledetta ragazza che racconta di vite che solo sul telefono e nella mia malata mente trovi.
Il campanello suona e ritorno a Sydney, pizza! Lancio il telefono sul tappeto peloso accanto al letto e vado ad aprire la porta alla salvatrice della mia vita. Ma perchè mi sono comprata una casa con la cucina se mangio cinese, pizza e McDonald's tutti i giorni?Spazio autrice
Non so che dire.
Umh inizio dicendo che è una fanfiction su Luke e finisco dicendo che spero che vi piaccia e se è così lasciate una stellina.
(Che bel discorso Virginia, le hai convinte di sicuro)

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Isabelle [lh]
Fiksi PenggemarCi addormentammo così, uno abbracciato all'altra su un divano troppo piccolo per noi. Era la metafora perfetta delle nostre vite incastrate in una scomoda e stretta. Dopotutto non era un caso se io e Michael fossimo così diversi, ma con gli angoli p...