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Eccoci, avevo appuntamento con te giusto? Certo che si, ormai è il 12esimo che ci diamo, non ti sei stancato di vedere i miei capelli arruffati e il mio incedere ondulante?
Tutti me lo dicono, ma io cammino così!
A parte i miei problemi di postura ed equilibrio, di cosa parliamo stasera?
Abbiamo affrontato il tema della casualità, necessaria per uscire dalla monotonia, ma al tempo stesso non è così "casuale", ma è essa stessa parte integrante del progetto di vita, abbiamo discusso sul tema dell' amore, forza superiore a qualsiasi altra, scuola, abitudini, amicizia..
Per completare il mio identikit abbiamo bisogno di una parte essenziale della mia vita: la musica.
Tutto parte da un desiderio, un desiderio profondo, la necessità di uscire dal proprio guscio, di essere ascoltato, di esprimersi in qualche modo.
C'è chi scrive, chi dipinge, chi scolpisce, chi " imbratta" i muri (il murales è una forma d'arte, prima o poi ne parlerò) e poi c'è chi canta.
In molti se lo sono chiesto:"Perché nel mio paese ci sono più "rapper" che gelaterie?" No, non perché nessuno mangi gelato, ma perché il genere pare ai più il più accessibile, il più raggiungibile senza troppa fatica ed impegno, ma non è affatto così; sfatiamo in partenza il mito: nel cosiddetto Rap non c'è meno impegno, meno lavoro, meno ricerca stilistica, meno elevatezza di linguaggio rispetto a qualsiasi altro genere; è comunque musica, musica è espressione, musica è saper suscitare emozioni, saper raccontare a parole ciò che di solito ci racconta il cuore.
Non basta saper imbastire quattro strofe in rima baciata, non basta ripetere le stesse parole dando intonazione diversa per creare un ritornello, non basta una base e non basta nemmeno una vita per imparare esattamente come si faccia.
La musica è cultura, la musica deve essere frutto della ricerca dell'autore delle parole esatte per esprimere un concetto, anche banale, ma ogni parola, ogni singola sillaba deve essere scelta al meglio. Non è fisica, ma ogni parola ha il suo peso, se si carica di troppo significato una parola di basso stile lessicale è inevitabile che essa ceda.
Poi ci deve essere motivazione, voglia vera di esprimersi, non è per "moda" che si canta, non accostiamo sacro e profano.
Il 90% della musica si fa così: carta, penna e mente aperta, soltanto così le idee sono libere di sfogarsi, trovano libero accesso all'espressione, ed è così che deve essere. Sotto il controllo del "logos" della mente vengono messe in relazione, intersecate, sovrapposte, eliminate, recuperate, messe in strutture logiche di causa ed effetto, non perché "fa rima", ma perché ha un significato precursorio, antecedente alla scelta della rima.
La parola è al nostro servizio, possiamo maneggiarla, manipolarla, piegarla al nostro volere, possiamo formare qualsiasi cosa con essa, a patto che abbia senso.
Io tendo sempre all'introspezione e non vado mai a fare critica, altrimenti sarei un critico, e il mio scopo principale è l'espressione, non la critica, in questo momento sto descrivendo cosa è per me la musica, poi se qualcuno ha un'idea diversa ben venga, è dal confronto che nasce la crescita e lo sviluppo, comunque sia il lavoro di ragionamento è complesso e quasi interminabile, non posso permettermi di " pubblicare " pezzi contenenti parole imperfette, non completamente rifinite, è necessario riprendere minimo 100 volte un'unica rima prima di considerarla perfetta.
Secondo punto, la musica non è competizione, a che serve mettersi in competizione se il tuo obbiettivo è esprimerti? Non lo comprendo, è molto distante da ciò che penso io, se io mi voglio esprimere in un certo qual modo, non devo essere vincolato da nulla, se in un pezzo dico A potrei benissimo dire Z in quello dopo, tutto proviene dall'interno, tutto ciò che ci influenza deve essere distaccato da quello che vogliamo esprimere, il pensiero non deve essere intaccato dalla dimensione della materialità.
Non per esigenza, non per moda, non per brama di potere o popolarità si deve scrivere e poi cantare, ma per proprio piacere, per poter dire a tutti " senti io la penso in questo modo".
È davvero brutto da dire, ma far musica non è obbligatorio, non tutti ne sono capaci, ma sono certo che abbiano tante altre possibilità di sbocco queste persone, ma forse la musica no, forse nemmeno io sono idoneo.
Io stesso mi sto buttando, nella speranza di trovare mille mani aperte al mio arrivo sul fondo, ma fino a quando non dico cosa ho in testa nessuno mi verrà a prendere, nemmeno io stesso.
Scrivere è un modo per scavarsi dentro, è strumento di comprensione delle proprie esperienze, la musica ti fa porre domande, a cui rispondi cantando.
Ed ecco qui 2016, il "rap" non è la pecora nera della musica, dovrebbe essere la punta di diamante perché è uno dei generi più espliciti, l'autore è a stretto contatto con il pubblico: enorme vantaggio per la comprensione della morale.

Non mi considero un cantante, ma soltanto un folle con tante cose da dire, questo è quanto.

Buonanotte 2016!

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2016 - 366 PagesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora