contract to Modest?

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Chapter  Thirteen

Contract to Modest?

"Oh ma tranquillo non sei per nulla inquietante.." dissi io ironicamente. La sua bocca si curvò in un sorriso e alzò gli occhi al cielo teatralmente.

"Perché hai pianto ieri sera?" mi domandò di nuovo e cercai di tenere il mio solito sorriso sperando che la disperazione e l'angoscia non mi si leggessero in faccia.

"Non stavo piangendo, ad una mia pupilla gli si erano rotte le acque, ma adesso è tutto okey." dissi per poi ridacchiare insieme a lui.

Harry entrò dentro le coperte ed appoggiò la sua testa sulla mia spalla lasciandoci piccoli baci, potevo sentire il suo respiro irregolare, e la mia pelle d'oca.

Imbarazzata gli detti le spalle, chiudendo gli occhi e lui mi cinse la vita con le sue braccia tatuate

"Taylor non è gelosa?"

No, ti prego, dimmi che non gle l'hai fottutamente chiesto.

...

No, te sei veramente cogliona! Ma guarda te che imbecille!

"Sicuramente, peccato che a me non me ne fotta" disse girandomi, così che potesse avere un contatto visivo con me.

Al suono di quella frase un piccolo sorriso apparve nella mia bocca, ed il mio stomaco faceva i salti mortali. Mi morsi il labbro per trattenere un sorriso.

Ti prego Claire non fare più domande!

Mi supplicó il mio subconscio, ma non l'ascoltai.

"come mai?" Chiesi innocentemente e lui fece un ghignio.

"Perché la odio, è una troia." Rispose semplicemente, ma non fece che aumentare la confusione e la curiosità dentro di me.

'Perché ci stava insieme se la odiava e se pensava che fosse troia?'

"Ma allora perché ci stai insieme?" Domandai ancora una volta ma lui non rispose, si limitò a guardarmi negli occhi.

Eravamo ancora abbracciati, ad un millimetro di distanza, e lui si stava avvicinando un po' troppo, e se avrebbe continuato saremmo finiti per baciarci, e, stranamente, era proprio quello il mio più grande desiderio in quel momento.

Allontanati subito!

Ancora una volta non diedi ascolto al mio subconscio e mi limitai a chiudere gli occhi, mentre lui continuava ad avvicinarsi con una velocità di una lumaca.

Ma muoviti un po' urlai dentro di me, ma l'unica cosa che si sentì in quella stanza fu il suono del suo telefono.

Farfuglió qualcosa di incomprensibile prima di tirarlo fuori dalla tasca e sbuffare alla vista del nome su display che per mia sfortuna non riuscii a vedere

"Scusa, devo rispondere"

Si alzò dal mio letto e uscì dalla stanza, chiudendo la porta.

Chi era?

Mi misi ad origliare e qualcosa capii.

A casa--cosa ne so-- sarà in camera sua-- ma secondo te-- no--ciao--sisi anch'io.

Riaprí la porta e me la sbattè in capo, dal momento in qui la stavo 'abbracciando'

"Dove è andata quella stupida?" Lo sentii sussurrare e io feci una specie di verso con la gola che lo fece voltare verso la mia direzione e scoppiò a ridere.

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