Capitolo 4

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Il mattino arrivò veloce.
Erano le 9 e i due viaggiatori già erano sui loro cavalli, pronti per partire.
Herobrine, dopo che erano passati per il portale "ufficiale" e arrivati ai margini della città, aveva fatto schiudere due uova di cavallo che teneva nell'inventario.
- Pronto ad andare? - gli chiese Jane.
Portava una fascia nera e fucsia che le teneva i capelli come una corona di fiori. I capelli erano ben pettinati in una coda di cavallo allentata, scintillavano sotto i raggi solari.
Il ragazzo guardò nei dintorni.
- Nessun creeper in vista, si può andare! - gioí.
- Allora... - il cavallo di Jane partì, correndo via come se non ci fosse un domani.
- MUOVITI! - gli gridò, ridendo gioiosamente.
Anche lui partì subito, ridendo.
La raggiunse in un nonnulla.
- Hai barato! Sleale! - si mise al suo fianco con il cavallo al trotto.
- Sono stata furba, mio caro. -.
Si guardarono negli occhi. Per un attimo, il tempo sembrò fermarsi. Ma poi, presero a ridere come dei matti.
- Va bene, vaaa bene, hai vinto tu.
Ma ora, andiamo. -.
La ragazza annuì.
Un'altra cosa che colpì Herobrine di Jane? La sua nonchalance. Non si era preoccupata minimamente delle formalità e di tutte quelle idiozie. Era andata dritto al punto. E adesso lo trattava come un amico, anche se era letteralmente l'amico più potente del mondo.
E ciò gli piaceva molto.
Cavalcarono verso Est per delle ore mentre Jane dava le indicazioni per il portale dell' End che distava diversi giorni di viaggio.
Verso sera, già erano nell'ambiente "Foresta".
- Bhe... Si è fatta sera. Dovremmo fermarci e costruire una casa o qualcosa. - propose Jane. Aveva delle profonde occhiaie e il viso piuttosto stanco.
- Hai ragione. - Herobrine smontò dal cavallo, prese le redini di entrambi gli animali e le legò a un albero. Prese dallo zaino una coperta e la passò alla ragazza; faceva piuttosto freschetto.
Lei lo guardò da sopra il suo cavallo.
Il Creatore si mise a costruire una casa cubica di legno scuro, prendendo il materiale dal suo inventario.
In pochi minuti, mise a terra i blocchi. Mise due letti singoli, uno su ogni lato.
- PRINCIPESSA, IL SUO LETTO È PRONTO! - la chiamò da dentro la casetta.
Jane entrò nel piccolo edificio e si buttò a peso morto sul letto.
Mugugnò un "grazie" e poi si addormentò profondamente.
Il giovane sorrise e si andò a coricare anche lui con la Luna che illuminava il cielo notturno.

- No... lasciatemi...non ho fatto nulla! L-lasciatemi in pace... - Herobrine si lamentava nel sonno, madido di sudore e non riuscendo a svegliarsi.
- N-no...no... NOOOO! -.
Egli si svegliò di botto con il cuore in gola. Respirava velocemente, mettendosi seduto per fare delle boccate d'aria più grandi.
Accanto a lui, a tenergli la mano, c'era Jane, estremamente preoccupata per lui date le sue grida notturne.
- Herobrine! Hey, hey... Va tutto bene! - gli prese il viso tra le mani, costringendolo a guardarla negli occhi violacei.
- Non è successo nulla, era soli un sogno. - lo rassicurò.
Il ragazzo rimase senza parole... si stava davvero preoccupando per lui?
Ella sbadigliò peggio d'un leone, appoggiandosi a lui.
Egli non poté che darle un piccolo abbraccio con un solo braccio, sorridendole e guardandola quasi innamorato.
- Grazie... Uh? - non si era nemmeno accorto che Jane si era appisolata sul suo petto, abbracciandolo alla vita.
Il giovane, intenerito, tentò di rimetterla nel suo letto, ma lei non intendeva staccarsi da lui.
Allora, con finta aria d'arresa, si ristese nel suo letto, tenendola tra le sue braccia in modo che non cadesse.
Continuava a guardarla, beato e graziato dalla sua bellezza: capelli lunghi e neri, fini come la sabbia; pelle ambrata che sembrava caramello, le labbra scure contratte in una smorfia divertente. Non poteva fare a meno di paragonarla a una bellissima principessa orientale.
Sorrise per tutto il tempo che rimase sveglio ad ammirarla, finché finalmente non si addormentò, non facendo più incubi per il resto della nottata.

Il mattino seguente, la ragazza si svegliò piano piano.
Si guardò attorno finché non notò le braccia forti di Herobrine che l'abbracciavano.
Il giovane stava ancora dormendo beato.
- Herobriiiine~ - sussurrò dolce per svegliarlo, scostando le sue mani per alzarsi in piedi.
- Mhmmm... -
- Heeey... sveeeegliaaa~ - riuscì a scivolare via alla presa di ferro del ragazzo. Gli smuoveva la spalla per attirare la sua attenzione.
- Lasciami dormire... - mugugnò luu dentro il cuscino, mettendosi a pancia in giù. Appena Jane riappoggiò la mano su di lui, Herobrine la tirò accanto a sé.
Chissà che stava sognando?
La ragazza, trattenendo il fiato, si immobilizzò: oer poco non le aveva stretto il seno.
Si misero su un fianco. Lui sorrise nel sonni mentre lei moriva d'imbarazzo.
Stava decisamente sognando di abbracciare un orsacchiotto o qualcosa del genere.
- H-herobrine... Dovremmo andare, sai? - la temperatura del suo corpo stava schizzando alle stelle.
Non le rispose: si mise comodo, abbracciandola per i fianchi.
" Ooookaaay, ora basta. "
Jane scappò via dalla sua presa ancora una volta, ma scivolando a terra.
- Mhm? - il ragazzo si svegliò per il rumore e si mise a sedere sul letto, guardando con la testa inclinata da un lato la principessa.
- Che... ci fai a terra? - le chiese stranito.
Lei sbuffò.
- Stavo fuggendo dalle tue...maaani. - ella indicò con lo sguardo le mani di Herobrine per poi alzarsi dal suolo, pulendosi maglia e pantaloni.
- Uhm...? - l'altro se le guardò.
Da assonato passò a super imbarazzato.
- ...OH CAZZ- - balzò giù dal letto, nascondendo le mani nei pantaloni e farneticando scuse.
- Woh woh woooh... Caaalma... Non mi hai mica violentata? Va tutto apposto. - gli rivolgeva un sorrisetto di cordiale imbarazzo.
- Ghaaaaa... scusa scusa scuuuuusaaaa...! Non volevo! -.
L'ambasciatrice era assai imbarazzata dalla reazione di colui che avrebbe dovuto far tremare la Terra dal terrore.
Jane tirò un sospiro tra l'esasperato e l'imbarazzato.
- Okay, okay, va bene così. Ti perdono...? - ridacchiò nervosa.
- Però adesso mi lasci un attimo sola così mi preparo? -
- Ahm, certo...! E scusami ancora. - Herobrine uscì alla svelta.
La ragazza ci mise poco e quando uscì, diede il cambio all'altro, anch'egli mettendoci poco a vestirsi con panni puliti. Fecero alla svelta la colazione per poi accingersi ad andare sui cavalli.
Herobrine slegò le redini dei cavalli e montó in sella. Stesso fece Jane.
- Dai, andiamo. - il ragazzo partì al trotto.
L'altra gli stava alle calcagna, persa nei suoi pensieri.

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