Capitolo 7

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Arrivò la mattina del secondo giorno e, all'orizzonte, si poteva scorgere qualche abitazione.
- C-ci siamo... q-quasi... dai, un ultimo sfor- - cadde a terra.
Era addosso al cadavere di Jane, che stranamente non emanava nessun cattivo odore, era come se stesse solo dormendo. Forse era dato dal fatto che fosse per metà Enderman.
Tentò di alzarsi, ma le braccia non reggevano lo sforzo e perciò crollava col mento sullo stomaco della ragazza.
- D-devo...alzarmi! - provò con tutto se stesso, ma come risultato svenne.
Dopo svariate ore, il ragazzo aprì gli occhi. Era girato sulla schiena con il viso rivolto verso il cielo. Accanto a lui c'era la principessa. Il Sole era coperto da una testa, i cui occhi fissavano preoccuparti quelli di Herobrine.
- Hey, tutto bene? - chiese la figura.
A Herobrine girava vorticosamente la testa, non riusciva a capire nulla.
- Dove...sono? - sospirò di dolore.
- Jane... ! - fu l'unica cosa che il suo cervello riuscì a processare e si mise subito a sedere, si voltò verso di lei.
Era ancora pallida come la Luna, con il viso contratto in una specie di smorfia e dagli arti rigidi e di ghiaccio.
L'altro fece dei passi indietro.
- Tutto bene... ? - chiese nuovamente. Dalla voce, doveva essere un ragazzo della stessa età di Herobrine.
Il Creatore neanche registrava la presenza dell'altro giovane: pensava solo a Jane. Esitò a toccarle il viso per scostarle dei capelli. Sospirò, sconfitto.
- Uh?... Ahm... sì, sì sto bene... - rispose vago, finalmente notando il ragazzo dalla maglia azzurra come la sua.
- Non sembri tanto in forma... e neanche la tua amica... - commentò con un velo di preoccupazione nella voce.
Li guardò meglio.
Quando notò il colore degli occhi di Herobrine, gli si geló il sangue nelle vene. Deglutí il nodo improvviso che gli si era formato alla gola.
" È-è lui... " pensò spaventato.
Iniziò ad indietreggiare: no, non poteva affrontarlo, non doveva. Sarebbe morto.
Anche Herobrine studiò meglio il ragazzo: era uguale a lui, ma aveva gli occhi marroni. Sgranò gli occhi per la sorpresa.
" Steve...".
Ma non aveva né forza né voglia di duellare contro di lui. E non gli interessava più.
Gli diede le spalle, stavolta riuscendo a prendere Jane in braccio e a tenerla forte a sé.
- Non voglio guai, perciò dimmi solo quanto ci vuole per arrivare al villaggio e basta. - gli ordinò con la voce simile ad un tuono estivo. Lo fulminò con lo sguardo.
Steve inghiottì uno altro nodo di terrore.
- Q-quattro ore di cammino... - tremava.
Herobrine alzò la testa, spostando i ciuffi dagli occhi. Iniziò a camminare, senza salutarlo o ringraziarlo.
" Lo attacco? Lo attacco?! " Steve batteva il piede a terra, nervoso ed indeciso; non sapeva che fare.
Valeva la pena provare il tutto e per tutto?
Prese dall'inventario la sua spada di ferro. Fece un respiro profondo e avanzò, cercando di raggiungere il "gemello".
" Lui mi ha sempre perseguitato e ha sempre voluto uccidermi... ora è il mio turno di vendicarmi! Meglio approfittare di questo suo stato di debolezza. " con una corsetta, arrivò alle spalle del suo arcinemico, ma egli scomparve davanti ai suoi occhi.
- Cazzo. -.
Herobrine ricomparve davanti a lui, senza Jane tra le braccia, con una spada tra le mani.
- Cosa vuoi, umano? Ti avevo detto che non volevo guai! - la voce potente di Herobrine parlò, i suoi occhi erano come illuminati.
Si sentiva l'elettricità nell'aria, i capelli di Steve erano già scompigliati.
- Ucciderti... - esitò il giovane, stringendo le nocche intorno all'elsa. Una goccia di sudore gli scese dalla tempia.
Herobrine digrignò i denti.
- Non puoi uccidere... il tuo Creatore. - affermò altezzoso. Fece un passo verso di lui e gli puntò la spada contro, la punta rivolta al cuore dell'umano.
- Ultima possibilità: gira i tacchi e vattene via. Usa quella testolina e sopravvivi. - ordinò.
Steve era deciso ad ucciderlo, però. Lo guardò con aria di sfida.
- L'hai voluta tu... - sorrise beffardo.
Il suo mostro interiore si era liberato.
- MUORI! - Steve gli corse incontro, ma l'altro lo schivó.
- Mi fai pena. Davvero non capisco perché voi umani siate così ingenui e stupidi! - lo ferí da dietro e lo fece cadere a terra.
Stava attento a non ferirlo a morte: voleva uno scontro, uno scontro avrebbe avuto.
- TACI, MOSTRO! TU NON SAI NULLA DEGLI UMANI! - ansimò con un grido. Si alzò, pronto a contrattacare.
- Mostro? Io? Pff, ma fammi il piacere. Non ti sei mai guardato allo specchio? Sei tu il vero mostro, qui.
Mi stai attaccando tu del resto, mentre sono debole ed indifeso... Mhm, sì, sei vigliacco. - il suo corpo si alzò da terra.
Notch lo avrebbe rintracciato? Probabilmente.
Gli conveniva tutta quella scenata? Non proprio.
Si sarebbe dato una calmata? Neanche per sogno.
- Non è vero! - Steve balzó all'insù per acchiapparlo, ma inutile. Atterrando, si fece male alla caviglia.
Herobrine sghignazzò. Era veloce quanto un baleno e saettava da un lato all'altro, colpendo molteplici volte il ragazzo.
Steve era arrivato al punto che aveva tutti i vestiti lacerati dai tagli e sporco di sangue.
Saltò di nuovo, stavolta prendendo Herobrine per la maglia e buttandolo a terra.
Lo trafisse alla spalla, ma il Creatore gli sorrise come un bastardo: era impossibile fargli del male. Solo Notch poteva.
- Mi hai proprio stancato. È ora di finirla qui. - sentetizzò.
Una forza invisibile alzò l'umano da terra e iniziò a farlo girare vorticosamente su se stesso.
Herobrine, col solo gesto delle dita, lo fece scagliare al cielo, facendogli toccare le nuvole. Poi lo fece schiantare al suolo, con un forte tonfo.
Il Creatore rideva di gusto mentre Steve provava a rimettersi in piedi, tra gemiti e lamenti.
La differenza tra "male" e "bene",tra "divino" e "umano" era fin troppo ovvia in quel momento: niente poteva esser all'altezza d'un dio.
- Herobrine, ti prego... - boccheggiava. Si mise in ginocchio sotto lo sguardo divertito del dio.
- Perdonami... Non uccidermi, ti prego... - la sua voce era così flebile che poteva esser soffiata via dal venticello. - - Risparmiarti? Desideri che io ti risparmi la vita? - gli domandò sarcastico.
- Mhm, vediamo... No. - lo alzò nuovamente da terra e lo fece sbattere con la faccia per svariate volte finché poi non lo immobilizzò.
Steve tossí del sangue.
- Ti prego... T-ti scongiuro...! -
Il Creatore si mise davanti a lui, guardandolo con lo sguardo illuminato dalla follia.
Una palla di fuoco, di quelle sputare dai Ghast, si materializzarono allo schiocco di dita di Herobrine.
- Addio, Steve. -.

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