Capitolo 9

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Il Sole era sorto da un pezzo, ma i due innamorati stavano ancora dormendo.
Le loro dita erano saldamente intrecciate tra di loro. Sui loro volti risplendevano bellissimi sorrisi.
Un raggio, però, strappò Jane via dal mondo dei sogni. Si stropicció gli occhi e sbadiglió.
Strofinó la testa sotto il collo di Herobrine.
- Sveglia, è mattina... - gli annunciò con la bocca impastata dal sonno.
Ricevette per risposta solo una specie di miagolio.
- Hey, gatto pigrone! Dobbiamo andare, è tardi! - ridacchiò. Si allontanò da Herobrine e si mise a sedere, stiracchiando ossa e muscoli.
Herobrine aprì gli occhi con estrema lentezza.
- Perché hai accesso - sbadigliò peggio di un tirannosauro - la luce?- si coprì gli occhi col braccio, cercando di riaddormentarsi.
Jane gli spostò il braccio con uno sbuffo.
- Alzati, dormiglione! - lo richiamò.
Finalmente anche il ragazzo si mise a sedere, sbadigliando come un leone e stropicciandosi gli occhi.
- Buongiorno... -
- 'Giorno, caro. Dormito bene? -
- Mhm mh... e avrei anche continuato a dormire se non fosse stato per t- - la ragazza lo prese per le guance, impedendogli di parlare e schiacciandogli mezza faccia.
- Smettila di fare storie e muoviti! Il regno è a soli due giorni di cammino, ormai! - gioí.
- Davvero? -
- Sì, ricordo a memoria questa zona. -
- Ah, perfetto! - esclamò lui.
Si alzarono in piedi per sfranghirsi le gambe.
Herobrine prese Jane in braccio e volò giù dalla loro camera da letto naturale.
La mise per terra e poi scese lui.
- Se voliamo dovremmo arrivare al tuo regno in meno d'un giorno, ma avrei da fare continue soste per riposarmi. Se invece camminiamo, possiamo non fermarci, a parte per dormire.
Come vuoi fare? - le propose.
La ragazza si stava ancora riprendendo dalla discesa e, barcollando come un'ubriaca, rispose:
- Preferisco camminare! C-credo di soffrire di... mal di volo... - divenne verde in viso.
Herobrine le indicò un cespuglio, chiudendo gli occhi. L'altra precipitò a rivurgitare mentre il ragazzo si metteva una mano alla fronte.
Dopo poco, tornò.
- Stai meglio ora? -.
Annuì ancora frastornata.
- Allora procediamo. -
Si fecero strada insieme, aiutandosi quando ce n'era bisogno,  tra le foglie e le piante di quella fitta giungla.
La principessa si sentiva a sicuro con il suo cavaliere dagli occhi di Luna proteggerla da tutto e tutti. Ma non le sarebbe dispiaciuto essere Lady Oscar corvina.
Lavoravano in sincronia, nulla era cambiato dalla dichiarazione d'amore della sera prima: adesso erano solo coscienti dei sentimenti che provavano.
Verso le due del pomeriggio, riuscirono finalmente ad uscire dalla giungla.
- Bhe... io avrei un po' di fame. Tu? - domandò Herobrine.
L'altra mise una mano sulla pancia che brontoló. Lo guardò, annuendo.
- La prossima città è piuttosto distante da qui... - commentò il ragazzo.
Jane stava morendo di fame. Continuava a gemere a bassa voce, quasi sebrava un micio triste.
- Eddai! Non fare così! - la prese in braccio a mo' di bebè.
- Ahm, Hero? -
- Chiudi gli occhi, madame. -
- Perch- EEEEEEEEEEE!? -.
Il Creatore aveva spiccato il volo, deciso ad arrivare in un qualche posto dove ci fosse una tavola calda.
La ragazza squittiva dalla paura con gli occhi super chiusi.
- Questa me la paghiiiiiii! - non riusciva a non gridare!
Il giovane se la rideva, con il tasso di bastardaggine salito al massimo.
Dopo soli dieci minuti arrivarono a una piccola città, la loro destinazione. Il ragazzo atterró con cautela.
Nascosti da tutti, lasciò andare l'amata che cadde col sedere per terra.
Si mise una mano in testa e con l'altra si teneva in equilibrio sul terreno.
- Sei la persona più bastarda che abbia mai incontrato! -
- Mi scusi, madame. Ma quando ho fame, non ragiono. - fece spallucce ridacchiando.
- Ha-ha, molto divertente. Sappi che mi vendicherò! - Jane si alzò e gli diede le spalle.
- Va bene, va bene. Però, la vendetta dopo il pranzo. - si portò dei cuffi sul viso per coprire gli occhi.
- Ci sto. -.
Andarono alla ricerca di un qualche ristorante o roba del genere, passando tra la gente come se nulla fosse.
Non ci misero molto a trovare un bel posto in cui mangiare.
Vollero fare una cosa veloce, perciò presero un trancio di pizza per uno.
Herobrine ne andava pazzo, ma Jane... non l'aveva mai mangiata.
La sangue blu guardava diffidente la pasta cotta con salame e formaggio.
- Perché la guardi male quella povera pizza? Che ti ha fatto? - ridacchió ironico Herobrine, continuando a mangiare.
I due stavano camminando sulla strada che portava verso nord.
- Io non l'ho mai... mangiata... - ammise imbarazzata.
- Oh cappero, sei seria? Capisco che sei di sangue nobile, ma anche i reali mangiano questa - alzò in aria il trancio come se fosse una corona imperiale.
- Delizia~ - gli si illuminarono gli occhi.
- Wow. - la ragazza fece un passo indietro.
- Ehm ehm. - il dio si ricompose.
- Comunque vale la pena provarla. - tagliò corto.
Allora lei la avvicinò alla bocca che aprì di poco. Fece un lungo respiro e poi diede un morsetto.
Nel masticare le brillarono gli occhi come per dire " EUREKA! ".
- È... è... - balbettava.
Herobrine la mangiava con lo sguardo aspettando con ansia la sua risposta.
- ... BUONISSIMA! - gridò di gioia.
- Visto? Che ti avevo detto? - le diede una pacca sulla spalla.
L'altra gustava con tutti i sensi la pietanza più buona dell'Universo.
Passò così un altro giorno.
A notte fonda, i due si rifugiarono in una torretta abbandonata vicino al deserto. La notte era fredda, ma loro si riscaldarono abbracciandosi.
Il mattino seguente, si alzarono alla buon'ora e si misero subito in cammino.
Sul confine tra la pianura e il deserto, però, si fermarono.
- Dobbiamo attraversarlo...? - domandò esitante il ragazzo.
- Purtroppo sì, ma non preoccuparti! A qualche ora da qui si trova la caverna dove sta il portale dell'End. - gli rispose fiduciosa.
- Allora ci conviene volar fin lì e poi scendere giù nella caverna. Se facciamo a piedi questo tratto moriremo di caldo... - spostò lo sguardo altrove.
Di certo non voleva far la fine d'un ghiacciolo sotto il Sole d'agosto!
- Però io... - la ragazza mise una mano sulla pancia e poi cercò lo sguardo dell'altro.
- Preferisci camminare sotto il Sole cocente per tre ore e quindi morire nel peggiore dei modi, o volare per neanche dieci minuti tra le nuvole e l'aria fresca? -.
Per come la mise lui, conveniva mille volte di più volare.
Jane sospirò.
- E va bene, ma questa sarà l'ultima volta che voleremo!- imbronciò.
- Come vuole lei, principessina. - le sorrise beffardo.
La prese a mo' di sposa.
- Pronta? -
- A morire? N- OOO! -
Fece un balzo e spiccó il volo, con la ragazza attaccata a lui con gli occhi chiusi.
- Fifona~ - la prese in giro.
- Taci e vola! - gli ordinò tremante di paura. L'altro rise.
Appena furono nella zona della caverna, la principessa gli tirò un po' la maglia per avvisarlo.
- Siamo arrivati... ? - le chiese.
Lei annuì.
Al cenno, il Creatore scese a terra. Con delicatezza, come al suo solito, la appoggió sulla sabbia bollente.
Entrambi erano di fronte all'entrata della enorme grotta. Si guardarono e si intesero, inoltrandosi poi nella grotta.

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