|22|•Il presunto trasferimento di Harry Potter

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Il presunto trasferimento di Harry Potter

"Il Marchio Nero scatena il panico.
Ancora una volta ha solcato il cielo quel terrificante marchio che vede uscire dalla bocca di un teschio un serpente. I Mangiamorte non si fermano davanti a nulla e non perdono tempo ad insinuarsi tra le genti e ad uccidere come se fosse tutto sotto al loro controllo. L'Ordine della Fenice sta provando da mesi a combattere le forze oscure, riusciranno a mettere pace nelle anime non solo dei babbani, ma anche dei maghi?"

"Non si parla d'altro, il nuovo Ministro della Magia, Rufus Scrimgeour, promette di assumersi le proprie responsabilità dando una svolta al Ministero, e soprattutto di potenziare ogni membro di esso per rassicurare il mondo in questi tempi oscuri. Dopo il licenziamento di Cornelius Caramell, ci aspettiamo tutti un risvolto positivo finalmente, in modo da liberarsi una volta per tutte della guerra e di coloro che si ribellano e si schierano dalla parte oscura"

Queste erano le uniche notizie che i giornali e le radio trasmettevano nelle ultime settimane. Di come la loro sicurezza facesse pensare che il bene avrebbe trionfato sempre, ma non era così. Non era come loro si aspettavano, non era come l'ultima volta...

Ore interminabili erano passate e tutti i Mangiamorte erano riuniti qui al Malfoy Manor. Lord Voldemort ci aveva convocati per stabilire come uccidere quello sfregiato di Harry Potter, e dopo aver atteso diverse mezz'ore, si presentò sulla soglia colui che il Signore Oscuro stava con ansia aspettando.

«Severus, cominciavo a temere che ti fossi perso. Vieni, c'è un posto per te», disse Lord Voldemort facendolo accomodare, «Porti novità confido»

«Avverrà sabato prossimo al calar della notte», annunciò il professor Piton.

«Ho sentito diversamente mio signore. Doris l'Auror si è lasciato sfuggire che il ragazzo Potter non sarà trasferito fino al trenta di questo mese, pochi giorni prima dei suoi diciassette anni», pronunciò il viscido Dolohov di fronte a me.

«Questa è una falsa pista!», lo interruppe bruscamente il professore, «Gli Auror non giocano più nessun ruolo nell'operazione di Harry Potter»

«Quelli vicini a lui credono che ci siamo infiltrati nel Ministero», disse invece Macnair seduto di fronte a mia madre.

«L'hanno capita giusta», rise Yaxley facendo sghignazzare amaramente tutti. Tutti tranne me. Non trovavo nulla di divertente in tutto questo.

«Che ne dici tu, Pius?», riprese la parola Voldemort.

«Si sentono molte cose mio signore, che tra queste ci sia la verità non è chiaro», rispose altezzosamente lasciando sfuggire una risata al Signore Oscuro.

«Parole di un vero politico. Credo che ti dimostrerai molto utile Pius», si guardò intorno, «Dove sarà portato il ragazzo?»

«In una casa più sicura, probabilmente la dimora di qualcuno dell'Ordine. Mi dicono che è fornita di ogni genere di protezione possibile. Una volta li, sarà poco pratico attaccarlo», lo informò Piton.

«Mio signore, mi offro volontaria per questo compito, voglio uccidere il ragazzo», esclamò Bellatrix con la sua isterica voce.

Sentendo dei lamenti di sottofondo, Lord Voldemort si spazientì alzando la voce e facendo sobbalzare la maggiorparte dei presenti.

«Codaliscia! Non ti avevo ordinato di tenere il nostro ospite in silenzio?!»

«Sì, mio signore, immediatamente, mio signore», balbettò tremante il povero Codaliscia.

«Per quanto ispirante trovi la tua sete di sangue Bellatrix, devo essere io a uccidere Harry Potter. Ma sono dinnanzi a una sfortunata complicazione. La mia bacchetta e quella di Potter condividono lo stesso nucleo, sono in qualche modo gemelle. Possiamo ferirci ma non nuocerci fatalmente l'un l'altro. Se devo ucciderlo, devo farlo con un'altra bacchetta», si mosse lentamente nella stanza aspettando un cenno da parte nostra, «Suvvia, sicuramente uno di voi ambirà a questo onore. Per esempio tu, Lucius», disse sgusciando accanto a mio padre.

«Mio signore», rispose semplicemente.

«Mio signore», ridacchiò lui in risposta, «Mi necessita la tua bacchetta», qualche secondo e mio padre la estrasse dalla sua custodia per poi porgergliela, «Percepisco dell'Olmo», disse osservandola.

«Sì, mio signore»

«E il nucleo...»

«Corda di cuore di drago, mio signore»

«Corda di cuore di drago...per coloro che non lo sanno, questa sera si unisce a noi la signorina Charity Burbage, che fino a poco fa insegnava alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Era specializzata in Babbanologia», si interruppe per compiacersi con una serie di risate, «La signorina Burbage ritiene che i babbani non siano così diversi da noi. Farebbe si, se fosse per lei, che noi ci accoppiassimo con loro», quella frase scatenò smorfie di disgusto tra tutti i presenti. «Per lei il miscuglio di sangue dei maghi e dei babbani non è abominevole, ma qualcosa da incoraggiare»

Il corpo rigido fluttuante nell'aria della professoressa emise dei suoni strozzati. Per la prima volta riuscì a dire una frase senza interrompersi rendendola incomprensibile. I suoi occhi, ancora in grado di muoversi, scrutarono il professor Piton.

«Severus...Severus ti prego...siamo amici», sussurrò leggermente.

«Avada Kedavra!», Voldemort pronunciò l'incantesimo mortale uccidendola in un istante.

La riunione si concluse e tutti tornano nei loro alloggi, io mi rinchiusi nella mia camera pensando a ciò che sarebbe potuto accadere. Avrei dannatamente voluto essere io ad uccidere Potter, per dimostrare di essere degno di questo incarico, degno di essere un Malfoy. Mio padre sarebbe stato fiero di me per la prima volta forse. Ma ahimè questo non era possibile.

I Doni Della Morte |Draco Malfoy|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora