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Tutta la scuola si affaccia alle finestre o si raduna nel piccolo cortile. Che cazzo avete da guardare ficcanaso. È stato concesso solo a pochi amici salire sull'ambulanza: io non ne ho il coraggio, non dopo quello che ho appena passato. Mi faccio promettere da Francesca che qualsiasi cosa accada, di riferirmelo. Sale e il veicolo parte diretto a chissà quale ospedale. L'avrei raggiunta il prima possibile.

Francesca's POV

Siamo in sala d'attesa da più di cinque o sei ore, ho addirittura perso il conto. Non ho contattato Luigi per il semplice fatto che non ci hanno ancora riferito niente.

La mamma di Alessia si è precipitata qui un po' scompigliata per il semplice fatto che stava lavorando quando ha ricevuto la chiamata.

Perché l'ha fatto? C'è qualcosa che mi sta nascondendo? Cos'è successo tra lei ed Aaron?

Milioni di domande mi frullano per la testa.

Poco dopo esce il medico, scattiamo subito in piedi con la speranza di ricevere buone notizie.

"Dottore come sta?" Chiede Giorgia con la voce rotta dal pianto.

"È ancora molto grave. Si è autolesionata gravemente qualsiasi parte del corpo, il che ha portato ad un'enorme fuoriuscita di sangue. Non sappiamo se sopravviverà"

Mi si gela il sangue a quelle parole.

Lei ce l'avrebbe fatta. Ce la deve fare. Il dottore viene richiamato e ci congeda con uno sbrigativo 'scusate'. Mi accascio sulla fredda e triste sedia d'ospedale. Prendo il telefono e mando un messaggio a Luigi.

'Dovresti venire. È molto grave'

Luigi's POV

Oramai è più di un mese che quei bellissimi occhi color nocciola non si aprono.

In questo mese ho visto davvero un sacco di persone venirla a trovare, ma da quanto ne so suo padre non si è mai presentato.

Prendo coraggio e mi reco verso sua madre, che in questo arco di tempo scopro si chiama Paola, per chiederle di suo padre.

"Io non posso dirti niente, sarà lei a dirti tutto. Se sei una persona a cui tiene molto e si fida, te ne parlerà sicuramente" sorride.

* * *

Passano i giorni e Alessia non accenna nessun risveglio. Sto perdendo le speranze.

Oggi mi trovo come sempre, vicino al suo letto per raccontarle le novità e pettegolezzi. È un po' pettegola, ma a me piace così. Appena finito mi sporgo e le bacio la fronte dolcemente. Faccio per allontanarmi quando una mano debole mi afferra il polso. Giro la testa di scatto e finalmente vedo quegl'occhi, da me tanto bramati, aperti e le sue labbra curvarsi verso l'alto.


Sorrido come un ebete.

Mi precipito fuori dalla stanza per chiamare medici ed infermieri che subito accorrono, cacciandomi fuori.

Dopo una mezz'ora buona ci dicono che per il momento è a posto, ma avrebbero dovuto tenerla sotto osservazione per qualche tempo.

Spazio me

Hello! Si i ritardi nel pubblicare i capitoli, lo so, perdonatemi. Comunque spero vi sia piaciuto. Byeee

All the love. A

PERFECT|BROOKLYN BECKHAM|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora