e i g h t e e n

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Sono passati circa due mesi da quella sera e guadagna migliaia di followers grazie a quel post.

Non m'importa più di tanto, a me piace scattare fotografie e condividerle con le persone che mi seguono, infischiandomene di chi siano e delle loro domande su me e Brook. All'inizio, alcune fan mi intimavano di togliermi dai piedi se non avessi voluto finire male. Le ignorai, sarei andata dalla polizia immediatamente se avessero fatto qualcosa di peggiore.

Le mie giornate sono un alternarsi di studio, famiglia, uscite e amici. Io e Aaron non ci parliamo ancora. Sono sempre più sicura di non voler fare il primo passo con lui, aspetterò anche cent'anni se necessario. A volte, per studiare, vado in quel parco con la pista vicino casa, molte volte da sola, altre volte con Giorgia o Brook dato che frequentiamo la stessa classe. Chiara e Francesca hanno iniziato a starsene per conto loro e ad uscire con i fratelli Beckham, solo Evan rimane a casa per stare con Giorgia. Ho il sospetto che quei due escano assieme, ma aspetterò che sia lei a parlarmene.

Mi trovo al parco, non per studiare, ma per rimanere da sola con i miei pensieri. Penso a Brook che è diventato il mio chiodo fisso negli ultimi mesi. Anche con Aaron le cose non vanno meglio e ho paura di usare Brook involontariamente per dimenticarmi di lui. Scaccio dalla mente il pensiero stupido che mi è appena venuto in testa. Aaron esce con una ragazza, scaccio via anche la loro immagine dalla mente, cercando di non piangere.

Mi alzo e prendo la via di casa. Guardo l'orario e noto che sono le 18.30, decido di prendermela con comodo e di andare al passo da lumaca, per rincasareil più tardi possibile. Lungo il marciapiede, quando sono vicinissima al vialetto di casa, intravedobuha chioma rossa venire nella mia direzione. Capisco al volo che è Aaron e ritorno sui miei passi.

"Ehi, Alessia, ehi!" Mi prende la spalla e mi gira.

"Cosa vuoi?" Mantengo la calma

"Sono mesi che mi eviti e ora mi chiedi cosa voglio? Dico, ma sei impazzita?" Alza la voce

"Abbassa la voce, abbiamo dei vicini. Secondo, non urlare con me e terzo, pensaci" faccio per andarmene un'altra volta, ma lui anticipa i miei movimenti.

"Non scappare, affronti così i tuoi problemi? Facendo la bambina?"

"Non sono una bambina, cerco di fare le scelte giuste, quello è un tuo problema" gli punto il dito contro il petto

"Il problema sarebbe mio? Spero tu stia scherzando!"

"Certo, perché non ti sei fidato di me!"

"Non potrei mai" di colpo le parole escono in un sussurro, come se avesse d'improvviso perso la voce.

"Invece si. C'è qualcosa che dovrei sapere?" Chiedo retorica

"Io..." lascia in sospeso la frase, bloccandosi di colpo

"Come immaginavo. Sono la tua migliore amica, Aaron, devi fidarti di me. Sai che puoi dirmi tutto"

"Non volevo dirtelo, perché pensavo che ti avrei ferita!" Esclama riacquistando la voce.

"Perché mai dovrei sentirmi ferita?"

"Io... Non lo so"

"Ecco, quindi non farmi perder altro tempo" dico, sorpassandolo

"Mi sono messo con una ragazza, okay? Non volevo che ti sentissi tagliata fuori, dato che avremmo iniziato a vederci di meno perché avrei avuto una persona in più nella mia vita" esclama sconfitto

"Avresti potuto dirmelo prima, ci saremmo risparmiati questa litigata. Non mi importa se hai la ragazza, il nostro rapporto non cambierà mai. Perché, cavolo Aaron, io ti..." mi blocco, non gli ho mai detto di volergli bene

PERFECT|BROOKLYN BECKHAM|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora