Capitolo 1- Memories

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"Erano otto anni che volevo farlo, cazzo." Penso tra me e me davanti allo specchio. Oggi sono felice, perchè dopo tanto tempo ho deciso di ricominciare a vivere. Prima stavo solo sopravvivendo e non mi piace pensare spesso a quel periodo che ha caratterizzato, praticamente, la maggior parte della mia vita. Sono Rose Matthews, ho 19 anni e ho appena iniziato il college. In questo preciso momento sono seduta completamente affascinata davanti allo specchio mentre osservo le mani dell'hairstylist che compiono la magia. D'altronde, quando una donna decide di cambiare inizia dai capelli, no?
Mi capita molto spesso, quando sono ferma, di guardare nel vuoto e ripensare alla mia vita.

Intensa, più che altro dolorosa, ma non particolarmente 'interessante'.

A chi interesserebbe avere alle spalle un passato come il mio?

L'unica cosa che ho sempre ammirato e difeso è la storia dei miei genitori, perchè si, ho origini italiane, più precisamente napoletane. Da giovani, sono sempre stati dei cosiddetti 'tipi alternativi', non strani o scapestrati, ma decisamente fuori dalle righe.

Un giorno decisero che il primo posto che avrebbero indicato sul mappamondo sarebbe stata la loro casa, la quale si rivelò essere la magnifica Portland, una città degli Stati Uniti d'America che conta 2,159.720 abitanti.

Ci sono vissuta per ben 11 anni fino a quando io e mia madre non siamo state costrette a trasferirci ad Orlando, in Florida, (la parte meridionale degli Stati Uniti), dai nonni materni.

Otto anni sono trascorsi da quando la mia vita ha dovuto, bruscamente, cambiare direzione ed è grazie a ciò che sono diventata quella che sono ora e non sempre è stato facile, anzi.

Inizialmente non volevo trasferirmi. Ero arrabbiata, confusa e volevo essere lasciata in pace. Non avevo voglia di parlare con nessuno e, soprattutto, non conoscevo i miei nonni e la nuova famiglia.

Non ero assolutamente pronta per un nuovo inizio o, semplicemente, non volevo accettare di andare avanti. Poi, rendendomi conto che mia madre era rimasta sola, mi sono stampata un sorriso in faccia e mi sono fatta forza per me e per lei e, da quel giorno, la mia vita è totalmente cambiata.

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Tornata a casa verso le nove di sera e senza programmi in vista, mi sento particolarmente nostalgica dopo i pensieri che mi hanno affollato la testa nel pomeriggio.

E, come sempre in questi casi, tiro fuori la scatola dei ricordi. Nascosta nell'armadio sotto una pila di vestiti ordinatamente e perfettamente piegati da mia madre, maniaca dell'ordine, quella scatola è l'unica cosa che mi permette di andare avanti e non abbattermi.

È vero, io stessa ho detto che non mi piace molto pensare a quel periodo della mia vita, ma, più che altro mi da fastidio esternare quelle particolari emozioni.

Sono una persona a cui non piace raccontare i propri problemi, ma una a cui, piuttosto, piace risolvere quelli degli altri. Non per essere invadente, ma perchè mi piace ascoltare, osservare, pensare più che parlare, giudicare, fare domande o sparare cazzate.

Sono una contraddizione vivente e per niente facile da capire, lo ammetto.

Ma cosa sarebbe la vita senza un po' di colore?

{ Ragaa scusate,non voglio fare uno sproloquio dicendovi parole belle per far votare questa storia o meno. L'unica cosa che posso dire è che ci tengo davvero tanto perchè contiene molte mie informazioni personali quindi mi farebbe molto piacere un vostro commento o un votino. Detto questo, cercherò di aggiornare il più velocemente possibile.
Kiaooo, Rosa :*

Like A Moon In The DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora