Capitolo 18- Decision..

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<< Rose, Rose...ma che hai? Ultimamente sei strana!>>

No, ma guarda un po', sono solo le sette del mattino!

È da giorni che non riesco a togliermi un pensiero dalla testa che mi sta, letteralmente, facendo impazzire.

Vorrei lasciare Economia. No, ma non "abbandonare", diciamo che ho bisogno di una pausa per pensare un po' a me.

Ne sono successe troppe in questi anni ed io sono sempre andata avanti a spada tratta pensando di rendere orgogliosi i miei genitori, ma, così facendo mi sono messa da parte troppe volte.

La cosa  brutta è che ,essendo stata sempre una studentessa modello, non mi sarei mai aspettata di mollare così.

È come se fossi arrivata al limite della sopportazione mentale e fisica e vorrei ricominciare da me.

Da quante volte mi sono piegata senza mai contraddire qualcuno per paura di ferire, da quanto tempo ci ho messo e quanti sforzi ho fatto per raggiungere un obiettivo.

Forse è che penso troppo prima a quello che vogliono le persone e, poi, a quello che vorrei io.

Ma, quest'anno, sono cambiate tante cose.

Sono cambiata io.

Guardo la mia amica Jules che sta cercando, da tre quarti d'ora, di attirare la mia attenzione ed esplodo.

<< Jules, io...io non posso più frequentare  questi corsi. Non ce la faccio, mi sento in gabbia.>>

Mi guarda perplessa e dice: << Rose ma cazzo dici che sei grandiosa? Hai preso il voto più alto alla prova scritta, con gli esercizi sei un mostro..>>

<< Hai mai pensato di star facendo qualcosa solo per accontentare gli altri e non essere giudicata? Hai mai sognato di essere in un posto e invece eri bloccata in un altro?>>

<< Rose, sei fuori. Vedi di riprenderti, perché  non posso credere a quello che le mie orecchie stanno ascoltando.>>

Le do un bacio sulla guancia con le lacrime agli occhi, raccolgo le mie cose e...me ne vado senza voltarmi più  indietro.

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È trascorsa una settimana da quell'episodio e devo dire di non essermi assolutamente pentita.

Ho bisogno di aria, di fare qualcosa di concreto che mi faccia sentire realizzata.

Certo, mia  madre quando gliel' ho detto non è  stata la più  felice del mondo, ma, alla fine mi ha lasciata sempre libera di prendere le decisioni migliori per me stessa.

Forse sarà  da ciò  che deriva la mia maturità  nonostante i miei 19 anni. Mi sono fatta carico di tutte le responsabilità, le decisioni e le scelte della mia vita.

Forse é  per questo che, a volte, ho proprio l'esigenza di sentirmi ancora una bambina.

Chiedo soltanto un po' di quell'innocenza che mi é  stata rubata  fin troppo presto.

Mi sono dovuta affacciare dalle porte del mondo quando ancora dovevano chiudersi quelle delle frasi dette senza pensare, della leggerezza, dei colori e dei profumi e, soprattutto, dei sogni.

Oggi, anche i sogni sono un privilegio.

Sento il mio cellulare squillare per casa.

Ma che cazzo, non lo trovo mai al momento opportuno?

Dopo uno slalom tra le ciabatte buttate qua e là, il telecomando caduto a terra e il caricabatterie finalmente lo trovo.

Eh già, diciamo che di solito sono ordinata...

Like A Moon In The DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora